E quindi... ci siamo. La fine della mia prima storia. Ho voluto finire al numero 13, non a caso. La cosa mi fa uno strano effetto. Non avrei mai pensato di comporre una fanfiction, men che mai di questo genere, ma sono contento di averlo fatto e di aver condiviso con voi questa mia interpretazione di Xehanort e della sua storia, entrambi sono elementi affascinanti della saga, a mio parere. Ovviamente, essendo la mia prima, sono al corrente ci sono un sacco di pecche e difetti. Mi auguro solo vi siate divertiti a leggergela quanto io a scriverla. A chiunque abbia seguito, dall'inizio alla fine, i miei più sentiti ringraziamenti, e spero alla prossima volta!
BEFORE KINGDOM XIII
Reconnect: Kingdom Hearts
"Questo Mondo è troppo piccolo." Xehanort guardava le onde
infrangersi sulla riva. Come ogni giorno, era uscito, aveva preso la
sua barca ed era tornato sull'Isola a contemplare il mare. Gli piaceva
stare lì; nel corso degli anni, aveva esplorato ogni
anfratto di quel posto, dal ponte fatiscente fino alla piccola grotta
nascosta. Ormai conosceva quel posto come il palmo della sua mano. Ma
da tempo ciò non gli bastava più. Cercava altro.
Nuove terre. Nuovi orizzonti. Una nuova vita. "Bisognerebbe fare
qualcosa... ma cosa?" La solita domanda. Aveva tentato di tutto:
costruire una zattera, provare a convincere i compaesani, perfino ad
aprire la porta misteriosa... niente. E fallire non lo aveva calmato,
come i suoi amici e familiari speravano, anzi aveva solo intensificato
la sensazione d'impotenza che lo assaliva. "Voglio andarmene da qui.
Voglio altro nella vita. Non è questo il mio destino. Io
sono destinato a... " A che cosa? Non lo sapeva neanche lui.
“Alla grandezza.” Una voce alle spalle del ragazzo
lo fece girare di scatto. Una figura incappucciata, avvolta in un
mantello con cappuccio marrone, lo fissava. “Chi
sei?” Era ovvio che non era un abitante delle Isole.
“Questo Mondo è stato collegato. Collegato
all’Oscurità… e presto sarà
completamente eclissato.”
Xehanort squadrò il nuovo venuto con rinnovato interesse.
“C’è così tanto da
imparare… e tu capisci così poco. Ma tutto questo
può cambiare.”
“Insegnatemi, dunque. Cosa sapete voi che io non
so?”
“Nulla, in realtà” disse lo sconosciuto,
avvicinandosi “Visto che io sono te. Te proveniente da
un’epoca che deve ancora arrivare.”
Xehanort rimase interdetto. Stava per dire qualcosa
all’incappucciato, ma poi vide cosa c’era
– o meglio, cosa non
c’era – sotto al cappuccio, e si ritrasse,
pensieroso.
Intanto l’altro proseguì: “Tu sei
destinato alla grandezza. Presto il tuo sogno si avvererà, e
prima di quanto pensi ti ritroverai in cima a vette di potere e
saggezza inarrivabili agli esseri comuni. Nulla sarà fuori
dalla tua – dalla nostra
– portata. E tuttavia sono venuto a interferire col corso
degli eventi, perché ci sono delle persone che ci ostacolano
nel futuro.”
“Chi sono?”
“Nemici della conoscenza. Persone di mentalità
ristretta, che si oppongono alla verità solo sulla base di
preconcetti, con troppa paura dell’ignoto.
Condannano ciò che non comprendono. E purtroppo hanno
fermato in parte il piano del nostro “io”
più anziano. Ed è per questo che sono venuto a
rimediare. Io non sono altro che un'ennesima versione di te, una versione ancora incompleta purtroppo. Per venire nella tua epoca, ho dovuto sacrificare anche quel poco che avevo, ed è questo il motivo del mio aspetto attuale. Il mio nome non ha importanza, ma se proprio devi, puoi chiamarmi... Ansem.”
In cuor suo, Xehanort non aveva mai dubitato dello straniero. Tutto
ciò che diceva, per lui aveva perfettamente senso. Che fosse
la verità era l’unica spiegazione logica.
‘Se io andassi a trovare una mia versione più
giovane, è esattamente così che
agirei’, si ritrovò a pensare.
“Dimmi cosa devo fare.”
“Questo è un Keyblade” disse Ansem.
“Non vi è tempo di addestrarti a sufficienza, ma
avrai a tua disposizione anche il potere temporale per aiutarti. Il tuo
innato talento farà il resto. Nessuno degli avversari che
incontrerai ha le abilità necessarie a fermarti del
tutto.”
Xehanort esaminò l’arma consegnatagli. Era la
prima volta che vedeva un oggetto di simile fattura, eppure nel
prenderlo tutto gli era parso incredibilmente… spontaneo,
come se non avesse mai fatto altro nella vita che brandire
quell’arma.
“Ho capito come funzionano i corridoi oscuri. E tu ora cosa
farai, Ansem?”
“Io rimarrò qui, e attenderò. Devo
creare un collegamento quando il momento sarà opportuno.
Vai, ora. Raduna le nostre versioni e trova Sora. Ti verranno rivelate
tutte le nostre conoscenze, e imparerai che è tutto già
in moto. Certo, dimenticherai quello che avrai appreso, ma non per
sempre. Il tuo cuore ricorderà al posto tuo.”
“Quando il nostro “io” più
anziano tornerà, le Tredici Oscurità e le Sette
Luci si affronteranno, per forgiare la chiave
suprema…” Ripeté Xehanort mentre si
avviava verso il portale lasciatogli da Ansem.
Era solo un ragazzo, desideroso di visitare nuovi Mondi. E ora, il suo
desiderio si era avverato, sebbene in un modo del tutto inaspettato.
Ora, avrebbe viaggiato nelle varie epoche, per incontrare tutte le sue
versioni future, ed affrontare i guerrieri della Luce in favore
dell’Oscurità.
Xehanort strinse saldamente il Keyblade nella mano, e annuì,
con una nuova luce negli occhi.
Aveva trovato ciò a cui era destinato.
La Terra di Partenza.
Due ragazzi, dopo una sessione di allenamento, ingannano il tempo
giocando a scacchi. E come tutti i ragazzi della loro età e
del loro Ordine, hanno delle ideologie, e la voglia di plasmare il loro
destino.
“Hai sentito
della vecchia Guerra dei Keyblade?”
“Sì.
La storia preferita dal Maestro.”
“Quindi
conosci i Maestri Perduti. Sono coloro che hanno dato inizio alla
Guerra dei Keyblade.”
“Mai sentiti
nominare.”
“…puoi
smetterla con la farsa.”
[…]
“E su quella
terra, l’Oscurità trionferà e la Luce
morirà… il futuro è già
stato scritto.”
“Chi dice che
non posso cambiarlo? E forse la Luce trionferà.
C’è più nella Luce di quanto si
pensi.”
Eraqus: “Ne
rimarresti sorpreso.”
Xehanort: “Oh,
lo spero proprio.”
BEFORE KINGDOM - FINE
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