Like fathers, like children di RMSG (/viewuser.php?uid=30472)
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Questa
ff è il prodotto insensato di una conversazione insensata
effettuata da persone insensate.
Naturalmente, è dedicata a Noemi,
compagna di (dis)avventure e shipping estremo.
Like
fathers, like children
Capitolo
1: Are you there God? It’s me, West Collins
Sebbene non sia proprio parte del suo corredo genetico, West si
è sempre ritenuto una persona più o meno
paziente. Un tratto certamente ereditato dalla madre, questo, che mai
gli era tornato utile come nei momenti in cui pensava a JJ.
Certo, non si può dire che avesse immaginato mai di dover
essere paziente per questo... ma, dopotutto, nel pieno della seconda
grande era dei social network, come si può non provare due o
tre volte al giorno l'intenso desiderio di prendere il portatile e
defenestrarlo?
Dio, è perfetta, pensa West, scorrendo
sul profilo Facebook di JJ, dove occhi enormi, lunghi capelli biondi e
il sorriso di un angelo lo lasciano imbambolato dinnanzi allo schermo
come sempre. E sarebbe perfetto, davvero, continuare a scorrere fra le
foto della principessa di casa Ackles per tutto il resto della
giornata, se non fosse per quegli orridi ultimi aggiornamenti dove JJ
propina selfies a manetta in piscina con Thomas e Shepherd Padalecki e
così tanti ragazzi che non sono lui che uh,
il voltastomaco.
West sospira e si passa una mano fra i capelli castano chiaro,
devastandoli del tutto e concentrandosi su pensieri positivi. Lancia
un'ultima occhiata a Tom che bacia sulla guancia JJ in una foto appena
caricata e si alza poi di scatto, cominciando a camminare frenetico per
la sua stanza. Ok, lui non è alto un metro e novanta e non
ha fluenti capelli che gli oscurano gli occhi come fosse un cane, ma
ehi!, West è (quasi) certo di non essere pazzo: fra lui e JJ
c’è effettivamente qualcosa di più,
qualcosa di speciale, una chimica che fa
far loro scintille. Una roba mai
vista prima.
Nell’ultimo anno, poi, la cosa si è fatta
decisamente più evidente, soprattutto da quando JJ ha
compiuto sedici anni ed è seriamentediventata
di una bellezza soffocante – oltre che materiale da
corteggiamento. Checché se ne dica, infatti, West
è un gentiluomo e sentiva di dover aspettare
un’età che fosse quanto meno decente, onde evitare
la castrazione in pieno stile texano a opera di Jensen.
Ora, il punto è che West vive in quell’accidenti
di California, frequenta quella stramaledetta Standford da un anno
(perché sua madre lo ha partorito troppo sveglio) e,
conseguentemente, vive dieci mesi l’anno a una media di soli 2500 km
da JJ. Che è piuttosto snervante, ovvio, visto che Thomas,
il suo acerrimo nemico, è a un giardino di distanza da lei
con quei suoi dannati capelli… fluttuanti.
Quest’anno, però, West è molto
più che determinato. Aspettava da due anni, ormai, che il
suo momento arrivasse e con JJ ormai sedicenne e il GISHWHES alle porte
tutto sembra star andando come previsto. Corrompendo quella svogliata
di Maison con la bellezza di cento bigliettoni, West ha infatti
convinto sua sorella a partecipare alla caccia annuale del padre in
trasferta direttamente ad Austin. Perché “dai,
Mais, quest’anno facciamo una cosa come si deve! Proviamo a
essere una squadra compatta per un’intera settimana!”.
Laddove per squadra compatta s’intende West addosso a JJ
– sorveglianza di Jensen permettendo.
Ma il GISHWHES non sarà abbastanza e, ehi, West ha
totalizzato 1800 al suo SAT non per caso. E’ sveglio,
brillante e può bilanciare quello che gli manca in aspetto
fisico con l’intelligenza. E’ per questo che adesso
sta scendendo le scale di corsa per andare a cercare il padre e
implorarlo di cambiare alcune cose negli items.
Dopotutto, è chiaro che Dio non è stato molto
clemente con la vita amorosa di West. Non gli resta che rivolgersi a
Gishbot, a questo punto.
****
“Quindi mi stai chiedendo di inserire items che sembrano
usciti da una festa di tredicenni arrapati
perché… ?”
“Perché è importante, papà.
Te l’ho detto. Voglio fare colpo su JJ, posso
farcela”.
Misha sospira, passandosi una mano sulla fronte e spingendo piano la
lingua nell’interno della guancia, come fa sempre quando
riflette su qualcosa di grosso. “West…”
“Cosa? Andiamo, papà, lo sai! Ci hai visti
insieme! Cavolo, saremmo perfetti, saremmo tutto quello che due persone
vorrebbero essere.Nessuno la fa ridere come me! Sono
probabilmente la
cosa più divertente che le sia mai capitata! Sono
già a metà dell’opera, no?”
Misha rimane in silenzio, fissando crucciato la lista degli items per
Gishwhes 2029, un fiume di ricordi che per un istante lo coglie in
pieno. Si chiede se ne valga la pena, se questo non sia illudere il
figlio in modo irreparabile, se non sia farlo soffrire come lui stesso
sa bene si finisce per fare quando si rincorre una chimica che a conti
fatti risulta essere solo quella: chimica, mera attrazione, niente
di più, Mish, mi spiace.
No. Niente deus ex machina in questa casa. West vincerà e
sbaglierà da solo e lui si limiterà a tendergli
una mano quando cadrà, da buon padre.
“Ok, Westie. Metterò quegli items come
desideri”.
****
“A volte mi domando com’è che siamo
fratelli” mormora Maison, scoppiando il palloncino appena
fatto con la gomma da masticare in faccia al fratello e mettendosi una
ciocca di capelli biondi dietro le orecchie. “Poi vedo la
nostra incapacità a pettinarci e comprendo”.
West si gira a guardarla impallidito. “Cosa? Sono spettinato?
Dove? Come? Hai uno specchio?”
Maison rotea gli occhi, sospirando e buttando gli occhi sul suo
orologio. “West, siamo ad Austin da due ore. Abbiamo appena
scaricato mamma e papà in albergo e stiamo andando da
Jensen. Per l’amor di dio, datti una calmata. I cento dollari
che mi hai rifilato non bastano per sopportare le tue paturnie amorose
un’intera settimana”.
West sbuffa, pettinandosi i capelli con le dita. “Hai sentito
JJ?”
“Sì”.
“E quindi?”
“E quindi cosa?”
“Come stava? Ha detto qualcosa? Ha chiesto di me?”
Maison sospira di nuovo, scuotendo la testa e scoppiando un altro
palloncino di gomma. “No, West, non ha chiesto di te.
Perché non smettevi di messaggiare con lei nemmeno mentre
parlava al telefono con me.
Dubito che nello spazio di un millisecondo le siano venuti strani dubbi
sulla tua persona”.
Il fratello la guarda appena, prima di girarsi, grugnire e guardare
fuori dal finestrino posteriore del taxi. “… pensi
che con quegli items combinerò qualcosa?”
Maison semplicemente scrolla le spalle. “Penso che JJ ci
tenga a te a
prescindere. Le donne sono meno complicate di quello che
credi… sono gli Ackles a essere delle drama
queens” ridacchia lei, dando un buffetto alla gamba fasciata
dai jeans di West. “Dai, andrà bene. Puoi sempre
ripiegare su Shepherd, ho sentito che è diventato proprio
una bella signorina”.
“Oh, Gesù…” geme frustrato
West. Sarà
una lunga settimana.
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