Persone comuni

di Tiblis
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“ non è possibile!”  disse deciso George
“ non è possibile che ogni cosa che faccia sia sempre riconducibile allo stereotipo del negro del ghetto!”
Franz, che stava fissando incredulo le espressioni facciali del suo amico, aveva dimenticato le macchie viola causate dai manrovesci di lui. Si limitò quindi a guardarlo con faccia stupita.
“ cioè, tu sei biondo e occhi azzurri. Ti piacerebbe se qualcuno ti chiamasse crucco del cazzo? Eh?!? E ti salutassero con un bel “heil franz!”?No??”  disse urlando mimando il saluto nazista
Franz stette un attimo in silenzio
“ ehm…lo hanno già fatto”
“ era una domanda retorica ,coglione!”  affermò mentre si sedette di nuovo sulla sedia cercando di calmarsi. Poi si portò una mano sul capo.
Franz si guardò attorno, le poche persone che erano rimaste a quell’ora nel locale  si erano messe intorno a loro a guardare la scena, alcuni divertiti ma la maggior parte stava in silenzio.
Si era un po’ spazientito “ senti George” fece per incominciare un discorso serio “ io ci rido sopra, lo fanno per scherzare”
“ no! Non è vero!” disse deciso George “ con te lo fanno per scherzare! Nel mio caso tutti si aspettano che visto che io mi comporti negro, che faccia battute da negro, che utilizzi slang da negro… perfino i miei professori mi salutano dicendo bella!” fece una pausa per guardarsi  attorno, notando facce stranite.
Uno aggiunse “ e ora ci dirai che voti pure Donald Trump?”
Si fu qualche risata, un George normale l’avrebbe presa per una battuta mediocre fatta da una persona mediocre. Ma la sua percezione delle cose era talmente alterata che avrebbe giurato di aver sentito il rimbombo delle risate sulle pareti  colanti di tutto l’edificio, la sua faccia diventava sempre più sudata.
“ quella psicopatica della tua vera madre lo voterà, stupido……” non riuscì a completare la frase. Stava sentendo dei movimenti lungo la trachea, pochi secondi dopo… vide il suo formaggio con i lamponi liquefatto per terra.




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