Il Dottore sistemò il farfallino e rivolse gli occhi alla sua versione più giovane. 

Non si era mai accorto di essere così carino. Nell'Universo aveva provato quasi tutto, ma si chiese come sarebbe stato baciare sé stesso e se sarebbe più o meno strano farlo con una rigenerazione diversa. 

Osservò sé stesso, quello con i cappotto lungo e le Converse, quello che aveva l'orribile abitudine di portare una cravatta, chino su un mucchio di cavi. Ricordava quest'incontro e sapeva che tutto si sarebbe risolto nei migliori dei modi - grazie principalmente all'altro se stesso e a qualche dritta da parte sua - quindi poteva concedersi di far vagare la mente. 

Sorrise, pensando alla faccia che avrebbe fatto questo sé stesso se avesse saputo cosa gli stava passando per la testa in quel momento. 

Poté quasi immaginarsi mentre si chinava su di lui per baciarlo. Avrebbe sentito le sue labbra secche e la sua lingua sarebbe stata ruvida contro il suo palato. Si domandò se sarebbe stato troppo sorpreso per rispondere o se l'avrebbe ricambiato. Si conosceva abbastanza da sapere che non si sarebbe spintonato via. 

Probabilmente gli avrebbe infilato le mani tra i capelli, lo avrebbe corrisposto, perché se c'era una cosa che il Dottore apprezzava era una nuova avventura. A quel punto il paradosso che avrebbe creato sarebbe corrisposto ad un buco nero talmente grande che non avrebbero avuto tempo per fare altro. 

Perciò l'undicesimo Dottore si limitò a fissare le labbra dell'altro, decisamente contrariato da una delle poche leggi dello spazio-tempo che non potesse infrangere.