E saremo ancora io e te, contro il resto del mondo.

di BettyLovegood
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-Flashfic, 506 parole.-

#4 - Notti senza cuore.
 



Notti buie, notti vuote, notti senza te.


“Sherlock! Sherlock!” il volto coperto di sangue, il corpo freddo. “Resta con me Sherlock.”


Notti di paura, notti di sussurri e di preghiere, notti solitarie.


Una lacrima, poi due, tre, quattro, ormai scendono inarrestabili.
Non c’è più niente da fare, niente da dire.


Notti di urla, notti di pianti, notti insonni.


“Mi dispiace John” “Vai avanti John!” “Non puoi abbatterti così, John!”
Lestrade parla, più volte ma la sua voce risuona lontana, distante chilometri da te.
Non ascolti Lestrade, nè Molly, né Mike, né l’analista.
 Nessuno riesce a far scomparire il vuoto che senti all’altezza del petto.


Notti disperate, notti amare, notti silenziose.


Niente più battiti, niente più pulsazioni solo deserto arido e freddo. E’ questo che è rimasto.
Lacrime che scendono ancora, instancabili, anche dopo giorni, mesi, anni.
L’appartamento è  svuotato dall’alta figura, freddo, fastidiosamente silenzioso.
I suoi oggetti abbandonati in giro, mai rimessi a posto.
Ma percepisci sempre la sua presenza, in ogni singolo angolo, in ogni singolo granello di polvere.


Notti di ricordi, notti di sogni, notti di incubi.


Con il sorgere della luna ritorna da te: il suo sorriso, le sue risate, la sua voce.
L’accogli a braccia aperte, ne hai bisogno.
Suona il violino e lo ascolti in silenzio, seduto sulla poltrona rossa, quella vecchia e un po’ rotta.
Con l’arrivo del sole scompare: di nuovo il suo cadavere, il sangue e le lacrime.


Notti senza stelle, notti senza luna, notti nere.


Non ha mai capito l’importanza del sistema solare. Non ha mai osservato le stelle, non si è mai soffermato sulla loro luce che brilla lontana.
Non ha mai alzato lo sguardo per guardare la luna, alta e splendente in cielo.
La regina della notte che risplende sulle teste dei piccoli abitanti della Terra.
Non gliene è mai importato nulla di questo e le tue notti sono nere, scure come la pece, buie come non mai.


Notti che non sono notti, notti che risuonano tristi, notti senza senso.


Ormai la notte è il giorno e il giorno è notte. Dormi con il sole e pensi con la luna.
Niente è più come prima. Lui è andato via da te e tutto è cambiato. Tu sei cambiato.
Non piangi più, le lacrime ti hanno dato una tregua.
Ma il vuoto è rimasto, quello non andrà mai via.


Notti di sorrisi, notti calde, notti di abbracci.


“Sono qui, sono vivo.”
E’ così che ritorna da te, una sera di pioggia e di freddo.
Tu lo osservi, non parli, non ci riesci, non sai cosa dire.
E’ li, di nuovo da te. E’ vivo.
Urli, poi piangi, poi lo abbracci.
Lui sorride, stretto nel tuo forte abbraccio.
Non andrà più via, non gli permetterai di lasciarti di nuovo.
Lo porti a letto e lui si stringe ancora a te.
Non si spiega e tu non gli fai domande.
E’ vivo e per ora va bene così.
Nel bel mezzo della notte senti qualcosa battere.
Il vuoto non c’è più, il cuore è tornato nuovamente a casa.







Note di B.
A volte partorisco queste cose così, dal nulla...
Il titolo è copiato da una splendida canzone di Gianna Nannini, Notti senza cuore (appunto), che mi è stata d'ispirazione per questa storia.
Ancora angst, lo so. Ma almeno questa ha l'happy ending xD
Grazie tante a chi legge e soprattutto a chi recensisce, siete la mia gioia. <3
Alla prossima storia, with love B. 

 





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