Un'amore impossibile
La figura, con sembianze da bambina, poggiava la mano sulla porta, come
a volerla fermare nonostante non ce ne fosse di bisogno, l'orologio con aghi soporiferi nell'altra mano. Il ragazzo la
riconobbe subito, incredulo.
<< Ha-Haibara... >>
L'interessata non riusciva a guardarlo dritto negli occhi. La testa
bassa e lo sguardo lucido colmo di rabbia. Come aveva potuto farsi
dominare dalle emozioni? Da quel sentimento così forte provato
per il giovane Detective? Come... La domanda che le aleggiava nella
mente si dissolse, lasciando un'insolito silenzio tra i suoi pensieri e
il senso di colpa per l'azione appena svolta. Non aveva nemmeno voglia
di motivarlo con un ragionamento logico e sensato, nemmeno voglia di
discolparsi. Chissà cosa avrebbe detto la sorella Akemy se
l'avesse vista in quel momento... L'avrebbe sicuramente presa in giro,
non credendo che si fosse potuta innamorare, ma allo stesso tempo avrebbe
provato in qualunque modo a tirarla su di morale. Quell'idea la fece
sorridere.
<< Ha-Haibara, ma perchè lo hai fatto? >>
Il ragazzo la guardava incredulo con quei suoi occhi limpidi e profondi, mentre lei stringeva la presa sulla
porta più furiosa con se stessa che con chiunque altro.
<< Se
sei il così grande Detective che sostieni di essere, dovresti
già avere la risposta o almeno dovresti riuscire a vederla...
Sei sempre lo stesso, non cambierai mai! >>
La frustrazione contenuta, il tono alterato... Qualcosa non quadrava.
Ai avrebbe dovuto capire la sua situazione e ormai negare l'evidenza
era del tutto inutile. Ran, di giorno in giorno non faceva altro che
accrescere i suoi sospetti senza che lui potesse farci assolutamente
niente... Si sentì il cuore in gola.
<< Lo sai... Manterrebbe il segreto, non ci metterebbe mai in pericolo! >>
<<
Certo... Ma lei? Rientrerebbe nelle mire dell'Organizzazione se
solo lasciasse intuire che sa qualcosa! Vuoi permetterlo? Vuoi che vada
incontro alla morte per colpa nostra? >>
<<
No, non lo permetterò mai! La proteggerò, costi quel che
costi, ma continuare a negare è inutile! Haibara, Ran mi conosce
da sempre, col tempo noterà che la somiglianza tra me e Shinichi si assottiglia. >>
<< Sei
il solito... Sempre a prevedere ogni cosa ed ad affrettarti a
risolverla. Ci vorrà ancora del tempo prima che ridiventi
effetivamente Shinichi! >>
<< Si, ma... Lei ormai sa... >>
<< C-Che vuoi dire? >>
<<
Ciò che ho detto... Una sera mi ha raccontato una sua ipotesi e
non immagini quanto fosse andata vicino alla verità. Aspetta soltanto una mia conferma... >>
La ragazza lo osservò fissò in quegli occhi tristi e allo
stesso tempo pensierosi, non potendo che provare una morsa allo
stomaco. Doveva ammetterlo... Non poteva più negare di esserne
irrimediabilmente innamorata, realtà che ancora non riusciva ad
accettare. L'invidia e la gelosia nei confronti della Mori,
così schietta ed ingenua, era più forte che mai. Ran
possedeva la cosa cui lei anelava più di qualunque altra cosa,
il "Cuore di Shinichi". Con un filo di voce riprese a parlare, forse
per la prima volta con tutta se stessa, nonostante non riuscisse
nemmeno lei a capire ciò che stava per proferire e con che
fine.
<< La ami davvero molto, eh? >>
Il ragazzo rimase stupito dalla domanda, quanto lo sguardo serio e
deciso della compagna. Stranamente l'imbarazzo non si fece sentire, ma
le parole gli vennero meno, riprendendo così ad aleggiare quel
silenzio divenuto familiare. Ai abbozzò un sorriso malinconico
in segno di risposta, un sorriso carico di sott'intesi.
<< Lo prenderò per un sì e scommetto tu non abbia la minima idea se ricambi o no. >>
Ancora alcuna risposta.
<< Lo
sospettavo. Bhe... Sappi che non ho mai avuto dubbi che mantenesse o
meno il segreto, perchè darebbe la VITA pur di salvarti ad ogni
costo. Siete davvero fatti l'uno per l'altra... >>
Un'altro di quei sorrisi prese ad ornarle il volto, mentre la stretta
dallo stomaco si spostava al cuore. La domanda giunse inattesa alla
ragazza, che faceva per allontanarsi.
<< Haibara... N-Non è che... Provi qualcosa per me...? >>
Ferma, immobile davanti l'uscio della camera. Gli occhi sbarrati, pieni
di stupore misto a paura. Il cuore che andava dallo stomaco fin in
gola e viceversa. Deglutì. Il fremito nella voce ne faceva intuire
l'insicurezza e la paura.
<< F-Finalmente ci sei arrivato grande Detective... L'hai capito! >>
Un gemito.
<< Ran sta per svegliarsi... Rivelale ogni cosa. >>
La bambina riprese a camminare, senza voltarsi indietro, lasciando la
stanza e Conan al suo interno, disteso sul candido letto d'ospedale, in
preda allo sconforto.
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