Dalle stelle alle stalle

di Tomoe_chan
(/viewuser.php?uid=588098)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Era mattina inoltrata. Qualche curioso raggio di luce irrompeva dalle finestre altolocate della stalla.

Xavier si svegliò e si stopicciò gli occhi irritati dal sole, la sera precedente gli segnava evidentemente lo sguardo cupo e perso nel vuoto.

Si diresse verso l'abbeveratoio all'esterno della stalla,  pieno di acqua piovana, e si sciacquò il viso con fare stanco.  

Dopo essersi asciugato con la camicia che indossava dalla sera prima, si fermò a contemplare il suo volto riflesso nell'acqua: i capelli castano scuro gli ricadevano attorno al volto come una cornice delineando la mandibola squadrata e la fronte bassa. I suoi occhi grigio-verdastri, ormai privi della loro luce più viva, erano sovrastati da folte sopracciglia scure le quali gli davano un aspetto ancora più duro e rude. 

Sulla fronte si presentavano i primi segni dell'età e anche intorno agli occhi cominciavano ad apparire le prime rughe e, sotto di essi, si presentavano due profonde occhiaie che lo rendevano più spettrale di quanto già non si credesse. Il suo naso poi, che considerava la parte più brutta di sé, era come l'eterno protagonista del quadro generale.

"Sto diventando vecchio..." diceva tra sé e sé con tono di rimpianto "Ma è così che va la vita..." si rispose con rassegnazione.

Ormai aveva già 48 anni ed era vicino alla cinquantina per di più lavoro e gioco d'azzardo lo avevano logorato nel corpo quanto nell'anima. Infatti era dimagrito tanto, forse troppo per i suoi gusti: ormai aveva un aspetto trascurato e scheletrico da far paura tanto sporgevano le ossa. 

Nonostante gli fosse andato tutto a male nella vita, sperava ancora (anche se ben poco) di potersi risollevare da quella caduta e tutto sarebbe ricominciato da quel paese dove aveva trascorso la sua infanzia. 

Non appena ebbe finito le sue riflessioni sul suo attuale stato, fisico e morale, si avviò con passò malfermo verso il suo giaciglio nella stalla per finire di vestirsi. Mentre si vestiva con le poche cose rimaste, si accorse che i pantaloni erano sbralacciati sull'orlo e la camicia aveva uno strappo sulla schiena; entrambe erano sporchi di erba e terriccio.

Per qualche strana ragione si rammentò dell'incubo fatto durante la notte, ma  si rimproverò, poi, di essere stato così sciocco da credere che fosse accaduto veramente e si convinse che tutto fosse solo un sogno e quello strappo, comprese le tracce di terriccio sugli indumenti, fossero il segno del suo sonno tormentato nel giaciglio della stalla, causa il brutto sogno che lo rese inquieto.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3272822