Un passo a
destra… due a sinistra… un giro su sé
stessi e un calcio in aria..!!!
Questa è
la mia mossa vincente.
Oh sì.
Sono un dio ahahahah..!!!
Non mi fermerà NESSUNO ora.
Or.. AH.
“Arrivo mam..!!” a sentire il suono improvviso del
campanello, mi alzai per
aprire…
…ma inciampai nel filo del mio joystick e ruzzolai a terra
come un salame,
mentre la console ebbe un atterraggio morbido sulle mie chiappe.
“Ahia che cacchio…” alzai la testa e
vidi l’ombra minacciosa di mia madre che
stava entrando nella mia stanza.
“Schizzettino di sperma della mammaaa!!!”
“MAMMA, TI PREGO SMETTILA, DI CHIAMARMI
COSI’!!!” gridai ancora ingarbugliato
nei fili.
Silenzio.
Due secondi dopo, quasi sputai un polmone al sentire qualcosa di
estremamente
pesante atterrare sulla mia schiena.
“E io ti ho detto di non chiamarmi mamma.”
Ancora poco e il suo piede avrebbe raggiunto la mia colonna vertebrale.
“Coff..!! M..ma tu SEI mia ma….”
Sentii il peso aumentare. Ma cosa...
Mi voltai un poco e vidi che stava facendo equilibrismo sulla mia
schiena, con
una gamba che volteggiava libera in aria.
“Ok ok..!! COFF.. Madre mia signora padrona
dell’universo..!!!!”
……
Un attimo dopo, con un balzo da finta ballerina, era ritornata con
entrambi i
piedi sul pavimento.
“Bravo il mio cucciolotto!” disse inginocchiandosi
vicino a me e dandomi un
bacino sulla fronte, dopo avermi alzato la frangia.
“Ricordati di venire subito
ad aprirmi la porta però la prossima voltaaa..!!”
Gridò mentre correva in cucina a sistemare la spesa, che
aveva portato in casa
poco prima.
Mmmh…
Ci misi un attimo a realizzare che mi trovavo ancora arrotolato tra i
fili.
Poteva almeno aiutarmi quella..!!!
Strinsi i denti.
Rotola a destra… rotola a
sinistra… giravolta
su sé stess…
No, ok non avrebbe mai funzionato.
Sospirai e mi alzai in piedi un po’ barcollante, come avrebbe
fatto qualsiasi
persona normale.
Mi levai tutto di dosso e andai dalla madre signora padrona bla bla
(tra di noi
posso semplicemente chiamarla “mamma” vero..?) per
vedere se avesse bisogno
d’aiuto.
“Hai bisogno di una man…”
Non feci in tempo a finire la frase (e mi scuso perché
probabilmente, da quando
ho iniziato a raccontare, non ne ho ancora finita una) che si
voltò verso di me
in lacrime.
“No… Non dirmelo… Non ANCORA.”
Mamma fece segno di sì con la testa.
Mi spiattellai la mano sulla faccia con rassegnazione.
“Ho capito, HO CAPITO. Vado.”
Il suo viso si illuminò subito con un radioso sorriso.
“Grazie patatino!”
“Ngh… ti preferivo quando mi davi dello schizzo di
sperma….”
Mugugnai incredulo delle mie stesse parole.
“A dopo allora!!”
Presi le chiavi e richiusi la porta dietro di me.
La solita recita…
Come se non sapessi che mamma fingeva sempre di dimenticarsi di
prendere la
frutta per far uscire più spesso me di casa….
So che lo faceva per il mio bene ma… da quando
papà se n’era andato,
attraversare quella porta per me era diventato sempre più
difficile.
Camminare
in mezzo alle folle cittadine non era mai stato il mio forte…
Caos, fretta, gente che ti squadra come se fossi un alieno…
e stress.
TANTO stress.
Avevo cambiato punto di vista nel corso degli anni… una
volta facevo parte di
quella categoria di persone che voleva farsi notare, avere un qualcosa
di
diverso che potesse fungere da segnaletica in mezzo a tutto quel
grigiore e a
quella monotonia.
In quel periodo mi ero tinto i capelli di questo rosso fuoco. Ammetto
che ora
io mi ci senta un po’ a disagio, ma non mi dispiacciono
troppo, anzi… ormai
fanno parte della mia personalità eccentrica ed estremamente
figa..!!
……ok, chi voglio prendere in giro?
Sono una persona piena di insicurezze, catapultata in un mondo che non
comprendo e in una famiglia che mi ha lasciato a me stesso.
Beh…
Mamma cerca di prendersi cura di me come può… Mi
rendo conto di quanto si
sforzi di tenere quella maschera così esagerata per fa star
bene me, e al
contempo per non far ricadere quella…come dire… atmosfera lugubre in casa…
Papà…
Oh sì papà.
Lui semplicemente se n’era andato. Quando si era accorto che
la situazione in
casa si stava facendo difficile, e che con mamma era ormai alle
strette, aveva
deciso di partire per l’Amazzonia per riflettere sulla sua
vita… o boh qualcosa
del genere.
E beh… chi l’ha più visto poi.
In cuor mio spero sempre che sia stato impalato da qualche indigeno o
che sia
finito in un grosso pentolone come nei cartoni animati… lui,
le palle che non
ha mai avuto, e quella sua lingua conta balle di merda.
Continuo a ripetermi che non me ne frega più niente di
lui… come a lui non è
fregato più nulla di me e mamma… Ma sia io che
lei, nonostante tutto, non
riusciamo a distaccarci da quella testa di….
Eh insomma, io esco di casa ancora meno di prima, probabilmente temendo
che
spunti all’improvviso in mezzo a questa folla caotica e mi
dica “Disegni ancora
gli alberi tondi e le nuvole sorridenti, ragazzino?”
Gh….
Quell’uomo… se n’è pure
andato lasciandomi la sua maledizione.
Il disegno.
Lui dipingeva in realtà… a me piace molto di
più inchiostrare… però…
quanta
fatica, quanti pianti e quanti sacrifici dietro questa passione.
Se non fosse che non posso farne a meno ormai, potrei tenere anche in
considerazione l’idea di smettere.
Grrrr… dannato vecchio nnnngh… rimbambito..!!!!
Il suono di un clacson mi riportò alla realtà.
Che cavolo, di nuovo..!!
Devo smetterla di pensarci.
Sai meglio che mi goda questa città… questa bellissima
città.
Londra.
La amavo una volta, ma ora è diventata decisamente
invivibile.
Quello che a voi parrà strano, ma che in cuor mio ho sempre
saputo, è che
l’evoluzione non fa solo passi avanti… ma anche
indietro. Siamo tornati ad
usare vecchi treni… ma i cui binari sono sospesi in aria per
mancanza di
spazio. Ci arrampichiamo sugli alberi come scimmie solo per trovare
punti di
raccordo satellitari o cavi per ricaricare i nostri aggeggi
elettronici.
Muoversi a piedi è ritornata un abitudine, in quanto non
c’è più spazio per la
circolazione di veicoli, che ormai non hanno più nulla con
cui funzionare come
una volta… e trasporti pubblici lenti, ahimè, non
li vuole nessuno. Siamo
ritornati a mangiare il cibo nato direttamente dalla terra, tanta
frutta, tanta
verdura… ma tutta geneticamente modificata per soddisfare le
nostre esigenze…
esigenze che ormai sono tornate ad essere pura e semplice
sopravvivenza, nulla
più.…
Insomma…. è tutto un enorme paradosso.
Tutto è decisamente un grande paradosso…
Argh di
nuovo…!!!
Mi guardai attorno risvegliandomi dallo stato comatoso dei miei
pensieri.
Mh… sì di qua.
Mi sembrava di aver percorso miglia e miglia, ma in realtà
ero semplicemente
arrivato al fruttivendolo sotto casa.
Riflettere tra sé e sé rende una traversata
decisamente molto, molto più epica.
Entrai accompagnato dal suono di un campanellino.
“Salve…” bofonchiai sotto voce.
“Buon pomeriggio!” mi rispose il commesso
dall’altra parte.
Un tipo davvero, davvero molto
strano. E quando dico strano, intendo strano forte..!!!
Innanzitutto aveva sempre il sorriso stampato in faccia. Un sorriso
rilassato…
di quelli che ti farebbero sentire a tuo agio, se non fossero
decisamente
TROPPO inquietanti.
E così mi stava fissando proprio in quel momento.
D..dev’essere un monaco zen o cosa..?? Non è
possibile essere perennemente in
quello stato di Nirvana da film horror di serie B..!!
Ok no poi i suoi capelli… vogliamo parlare dei suoi
capell..??
“Desidera?” mi disse sorridendo.
“E..eh sì!! Allora, due pesche uhmmm quattro
arance, tre mele e un paio di
banane….”
Allora i capelli sono una cosa troppo aliena cioè son
lil..!!!
“E’ tutto?” chiese levando la borsa dalla
bilancia.
“C..cos..?? Di già..?!” sussurrai tra me
e me “Sì sì è tutto
è tutto!! Dia
qua..!!” presi il sacchetto, pagai e uscii stizzito dal locale.
“Arrivederci!” mi disse con la sua voce gentile.
Senza neanche voltarmi, perché sapevo
il
modo in cui mi stava guardando, risposi farfugliando un “a
mai più” e me ne
andai.
Tre… due… uno…
“HA I CAPELLI LILLA CAZZO..!!!” gridai in mezzo
alla folla.
Come se il tempo si fosse frizzato per una manciata di secondi, la
gente
intorno a me si fermò a squadrarmi, manco fossi io quello
strano.
Baaaaaaah…!!
Mi grattai un po’ la testa e ripresi il cammino verso casa.
In realtà da una parte… il fatto che quel
commesso avesse i capelli di quel
colore, un po’ mi faceva piacere… era pur sempre
più strano di me!
…peccato che nessuno lo avrebbe mai saputo.
Insomma diciamocela il problema non è che fossero proprio
quei capelli da
cartone animato…. Ma aveva un’aria strana!! E
sospetta..!! E anche inquiet..!!
Mentre ravanavo nel sacchetto per tirare fuori una banana, la mia mano
urtò
qualcosa.
Qualcosa che
non doveva essere lì dentro.
“Un’albicocca..? Di nuovo???”
Un’altra abitudine strana di quel tizio era quella di
mettermi SEMPRE
un’albicocca tra la spesa che facevo. E io non ne chiedevo
mai!! Non mi
piacciono le albicocche..!!
…a mamma sì, ma non è questo il punto.
Perché?
E vi starete chiedendo anche perché non andassi mai a
reclamare… beh perché
nello scontrino non era conteggiata! Quindi errore suo, pancia mia!
….o della mamma.
In ogni caso all’inizio pensavo fosse una svista…
ma ogni santissima volta,
l’errore si ripeteva.
Pensavo potessero essere avvelenate. Da un tipo come quello mi sarei
aspettato
di tutto!!
Ma le prime volte (e anche le successive) la mamma le aveva mangiate
senza
nessuna drammatica conseguenza.
Tzk…
Non lo so… non ho idea di cosa sia ma qualcosa
in quel tipo non va.
Proprio n….
All’improvviso la vista di un anziano mi riportò
alla realtà. Più o meno.. se
così si poteva definire.
Ma cosa…
Stava infatti camminando con legati al grembo due palloncini, uno blu e
uno
rosso.
Quasi volesse prendere il volo.
“Questa sì che è
bella….”
Passatomi vicino, continuai a fissarlo anche dopo che mi ebbe
sorpassato di un
paio di metri.
Mi ritrovai a camminare all’indietro ancora per qualche passo
pur di godere il
più possibile di quello spettacolo bizzarro.
Mentre non prestavo attenzione a dove stavo mettendo i piedi,
però, pestai una
cacca di cane fresca fresca.
“Aaaaaah che sfiga..!!”
imprecai.
Appoggiai un attimo la borsa ai miei piedi e scrutai la suola della mia
scarpa.
Il verdetto: COLPEVOLE.
….di aver pestato una cacca che lì non doveva
stare.
In mezzo al marciapiede poi..!!
“Ma quando cazzo impareranno i padroni a non far cagare i
loro cani in mezzo
alle palle??? O comunque a liberarsene..!!”
Iniziai a strisciare il piede per terra, neanche stessi facendo
un’imitazione
decisamente scadente del moonwalk
di
Michael Jackson.
Mmh.. può andare…
Raccolsi il sacchetto e ripresi a camminare ma…
SPLAT.
……
E’ uno scherzo, vero…?
“N..non posso averne pestata
un’altra..!!!!” gridai ai quattro venti.
Ma, dopo aver abbassato lo sguardo, potei
constatare con grande rammarico che fosse proprio
così.
“Nnnnnnh..!!” strinsi i denti per evitare sonore
bestemmie “Come cavolo è
possib..???”
Alzai lo sguardo allargando le braccia, e ciò che vidi mi
lasciò letteralmente
a bocca aperta.
La strada era piena, anzi, stracolma
di altre cacche sparse per la strada.
“M…ma non è possibile…
neanche una mandria di bufali riuscirebbe a riempire
così tutta la….”
……..
Meglio che io ritorni sui mie passi e
cambi vi….
….AH.
Non feci in tempo a voltarmi che sbattei la testa contro un palo.
(Abbiamo poca sfiga oggi, eh?)
Ma un attimo prima non c’era, ne sono sicuro, cacchio..!!
Se sono venuto da lì non potevo avere un palo alle spalle!!
M..mi credete, no?!
Fatto sta che, dopo quella botta, persi i sensi.
Mi sentii cadere vuoto e leggero,
ed
ebbi come la sensazione che il mio corpo stesse attraversando il
cemento sotto
di me.
Non ho la minima di idea di quali fossero state le dinamiche successive
alla
caduta… fatto sta che, a darmi un caloroso benvenuto
all’Altro Mondo,
c’erano quelli che, probabilmente, erano gli occhi di
Satana in persona.
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