L’agente Aaron Hotchner si alzò dal letto. Era presto, la sveglia non era ancora suonata, ma qualcosa l’aveva comunque svegliato. Era stata la vibrazione del cellulare. Lo teneva in vibrazione di notte per non svegliare suo figlio. Ma per lui non era un problema. Era abituato a svegliarsi al minimo rumore. Un’ abitudine che prendevi quando facevi il suo lavoro ,e che radicavi quando un serial killer uccideva tua moglie e tu rimanevi l’unico al mondo a proteggere tuo figlio. Guardò lo schermo , aveva un caso. Si vestì ,svegliò la baby sitter dicendole che partiva e doveva occuparsi lei del bambino poi si mise in macchina per raggiungere la sua squadra. Aaron Hotchner era a capo del Bau .:Behavioral Analysis Unit, una divisione del’Fbi che si occupava di serial killer. Gli agenti al suo servizio erano esperti profiler, cioè psicologi in grado di tracciare il ritratto di un assassino solo basandosi sul corso delle sue azioni. Il delitto era avvenuto in periferia. Raggiunse una casetta a schiera circondata da un giardino. Fuori era già parcheggiata un ‘ auto della polizia. Il Bau doveva ,per forza di cose , appoggiarsi alla polizia locale. In realtà agivano come loro consulenti. Hotchner accostò e parcheggiò .Un ispanico gli venne incontro con la mano tesa.”Tenete Ortega” Si presentò .”Aaron Hotchner , ci ha chiamati lei?” L’uomo annuì e gli fece segno di seguirlo all’interno. La casetta era ordinata anche se la mobilia, di tipo economico , non faceva pensare a una famiglia ricca. All’interno lo attendevano due dei suoi migliori agenti .Spencer Reid ,alto e biondo poteva facilmente essere scambiato per uno di quegli sciocchi indossatori che facevano bella mostra di se sui cartelloni pubblicitari.In realtà era un genio con un QI di 187 e tre lauree. Non smetteva mai di ricordarlo al resto del gruppo, ma lo faceva con tale ingenuità che tutti lo amavano comunque.Jennifer Jareau detta semplicemente JJ era una biondina dall’aria apparentemente innocua e rassicurante , ma era comunque un agente a pieno titolo e quando era armata ,non risparmiava nessuno. Ortega li condusse in una stanza che aveva l’aria di un piccolo studio. C’era uno scaffale con alcuni libri e una scrivania. La vittima era una giovane di colore sui venti anni. Pareva addormentata, con la testa appoggiata sulla scrivania, ma in realtà era morta. |