My Last Breath
My Last Breath
“Non metterò a rischio questa impresa per la vita di uno scassinatore.”
Non so perché pronunciai quelle parole. Non so cosa mi spinse a farlo.
Non lo sapevo allora, allo stesso modo non lo so adesso.
Forse la
malattia del drago era già entrata dentro di me. Forse
già bramavo l'oro che si celava dietro quella roccia così
familiare.
Eppure già ero consapevole di provare qualcosa di profondo verso di te.
Già conoscevo alla perfezione i miei sentimenti.
Avrei rischiato
tutto per te. Non solo l'impresa, non solo il viaggio fino ad Erebor.
Avrei rischiato anche la mia stessa vita, pur di salvare la tua. E
forse in un certo senso l'ho fatto. Anche se, guardando nei tuoi occhi,
capisco che la mia assenza non ti salverà. Non più.
Perché ciò che io e te abbiamo vissuto insieme non
potrà mai essere cancellato.
Ti ho trascinato
tra mille pericoli, ti ho portato all'esasperazione, chiedendoti sempre
di più, sempre qualcosa in più per giungere a quello che
era il mio scopo. Ti ho costretto a restarmi accanto, anche nei miei
momenti peggiori, quelli in cui persino i miei parenti preferivano
restarmi alla larga. Anche se, forse, non sono stato io a costringerti.
Eri sempre tu, con la tua forza, la tua pazienza e il tuo coraggio, a
restarmi accanto, a subire la mia ira anche se in realtà non
aveva nulla a che fare con te. Eri sempre tu ad avere una parola per
me, anche se spesso non ho voluto ascoltare ciò che avevi da
dirmi. E forse, se avessi ascoltato tutto, avrei vissuto in modo
più sereno e consapevole i miei giorni.
Hai preso le
cose peggiori del mio carattere, del mio aspetto. Hai preso la mia
violenza, la mia malvagità, la mia avidità, hai preso la
mia malattia e hai cercato di curarla, anche se ancora una volta mi hai
visto adirato. Hai cercato di aiutarmi, ma hai ricevuto soltanto rabbia
e frustrazione. Eppure, accanto a me c'eri solo tu.
Un semplice
scassinatore, un semplice hobbit venuto dalla Contea. Non sapevi cosa
stesse accadendo, quando siamo entrati nella tua vita, quando io
sono entrato nella tua vita. Ti ho guardato con aria di
superiorità, credendo di essere migliore solo per aver
affrontato qualche battaglia e per aver maneggiato la spada in
più occasioni, ma non puoi sapere quanto questo sia sbagliato.
Non puoi sapere quanto avrei voluto che le tue mani non assaggiassero
mai il sapore della guerra, la prepotenza di una lama. Non avrei mai
voluto che i tuoi occhi osservassero le scene pietose portate dalla
morte, o che la tua anima fragile avvertisse il pericolo intorno a
sé.
Eri una creatura
pura, prima di incontrarmi. La più pura che io abbia mai visto.
E forse, sarebbe stato meglio se tu non mi avessi mai incontrato.
Saresti rimasto immerso nella tua semplice vita, fatta di pace, armonia
ed equilibrio. Anche un po' di ingenuità, forse, ma sicuramente
non c'è nulla di sbagliato nell'averne.
Non avresti
conosciuto la morte, non avresti conosciuto la guerra, o il sangue, o
il dolore che si prova nel vedere qualcuno scomparire per sempre.
Eppure, come sarebbe stata la mia vita senza aver incontrato te?
Come avrei
vissuto, senza conoscere quegli occhi che con aria curiosa mi hanno
sempre osservato, fin dal primo momento? Come avrei vissuto, senza
sapere che al mondo c'era una persona in grado di comprendermi, anche
nei miei momenti peggiori? Come avrei vissuto, senza riuscire a trovare
la luce, in un mondo sempre più buio che rischiava di
inghiottirmi?
Ho pensato fossi
uno sciocco. Ho pensato fossi uno sprovveduto che non avrebbe trascorso
neanche un giorno lontano da casa. Ho pensato di vederti sfinito al
termine di ogni giornata, di vederti piangere per esserti spinto troppo
in là. Eppure, hai saputo ogni volta come smentirmi.
Forse ero io a non capire.
Non ho mai capito nulla.
Ti ho
disprezzato, ti ho sottovalutato, ti ho fatto sentire un essere
minuscolo davanti agli occhi degli altri. Mentre tu.. Tu eri sempre
pronto a tutto per me, per rendermi orgoglioso di te, per farmi notare
ciò che l'avventura ti stava insegnando. Per apparire più
forte non solo a te stesso, ma soprattutto ai miei occhi.
Tutto ciò che hai fatto, ogni singola cosa, era solo per me.
Sei stato in
grado di farmi sorridere. Sei stato in grado di salvarmi la vita. Sei
stato in grado di dimostrarmi che sono davvero capace di provare dei
sentimenti, di far battere il mio cuore al solo pensiero di un'altra
persona. Una persona che in un primo momento ho voluto esibire come
fosse un trofeo, perché tutti avrebbero dovuto sapere che Thorin
Scudodiquercia aveva imposto il proprio sigillo sull'ennesima ricchezza.
Ricchezza..
Parlo come se tu fossi una delle tante gemme di Erebor. No, tu eri
molto di più. Fino ad oggi non avrei mai pensato una cosa
simile, ma ora è tutto cambiato. Fredde, freddissime gemme hanno
occupato il mio cuore per troppo tempo, hanno impedito alla mia mente
di allargare i suoi orizzonti. Il solo pensiero della ricchezza
è riuscito a sopraffarmi tante, troppe volte. E non avrei mai
voluto che proprio tu vedessi la mia parte peggiore.
Tu eri molto
più di una ricchezza di Erebor. Tu eri vivo. Lo avvertivo,
quando ancora non mi fidavo totalmente di te, e ho iniziato a sentirlo
quando per la prima volta le nostre mani si sono sfiorate. Tu eri puro
calore, come un sole che riscalda la pelle senza mai scottare. Tu eri
tutto ciò che di bello c’era nella mia vita.
Forse non avrei
dovuto vantarmi della mia conquista neanche all’inizio, quando
pensavo che tra di noi non ci sarebbe mai stato nulla di più.
L’ho fatto per sentirmi grande, l’ho fatto perché
forse volevo che la debolezza che avevo dimostrato con te si
trasformasse in terrore che tu, solo tu, avresti dovuto provare.
Perché
aveva ragione Gandalf. Avevano ragione tutti. Avresti dovuto avere
paura dinanzi a me. Saresti dovuto scappare lontano, lontano dal male
che avrei potuto portarti, dal dolore che nessuno avrebbe potuto
giustificare. Ma sei sempre rimasto.
Hai cercato di
aiutarmi, anche quando non c’era nulla da fare. Hai cercato di
parlarmi, anche quando non c’era nulla da dire. Hai cercato di
farmi ragionare, anche quando entrambi sapevamo come sarebbe andata a
finire.
Io, bestia, che con la mia ferocia ti assalivo e straziavo il tuo corpo e la tua anima.
Tu, vittima, che lasciavi vagare violentemente le mie unghie e i miei denti su di te.
Non ti importava
del dolore. Non ti importava di sentirti dominato, di sentirti violato,
di sentirti di mia proprietà. Non avresti mai mosso un dito per
ribellarti al mio potere, alla mia volontà. Eppure lo sapevi,
stavo prendendo tutto di te. Stavo prendendo il tuo odore, stavo
prendendo il tuo sapore, stavo prendendo la tua pelle morbida per
mescolarla con la ruvidità delle mie dita. Stavo semplicemente
prendendo la tua purezza e la tua innocenza, per renderti complice di
un crimine che avrebbe condannato entrambi alla dannazione eterna.
Ma non solo.
Stavo prendendo il tuo corpo, è vero, ma allo stesso tempo stavo
prendendo la tua mente. Avevo iniziato a controllarti, a comandarti,
come un burattinaio fa con le sue piccole figure. Avresti seguito ogni
mia parola, come hai fatto finora. Avresti fatto follie per me, ed
effettivamente è stato così.
E stavo
prendendo il tuo cuore. Lentamente, senza sbalzi o accelerazioni, senza
esagerare o senza costringerti a fare cose che non avresti voluto fare.
Passo dopo passo, mi sono accorto di quanto tu ti stessi legando a me.
Di quanto il tuo cuore battesse più veloce, quando i nostri
sguardi si incontravano. Di quanto il mio nome suonasse più
dolce, pronunciato da te. Di quanto i tuoi occhi brillassero, ogni
volta che un minimo contatto delle nostre dita diventava protagonista
della scena.
Ti stavi innamorando, stupido hobbit. E insieme a te, mi stavo innamorando anch’io.
Stupido, sono
stato uno stupido. Cosa avrei voluto fare? Trascinarti nel baratro
insieme a me, verso una vita maledetta, una vita costellata da guerre,
dolore e morte? Tu eri convinto che non sarebbe andata così. Me
l’hai detto così tante volte.
“Mi sto innamorando di te, Thorin.”
“La nostra vita sarà diversa quando tutto questo sarà finito.”
“Non
posso più pensare di vivere un solo istante della mia vita senza
di te. Che sia nella Contea oppure ad Erebor.”
Eri davvero
convinto che ci sarebbe stato un futuro per noi. Hai sempre avuto una
visione troppo ottimistica del mondo, della vita che ti si presentava
davanti. Avrei pagato tutto l’oro di Erebor per avere
un’idea come la tua. E solo per vederti sorridere, solo per non
sprecare quei momenti di dolcezza in cui volevi tenermi stretto a te,
ho lasciato che l’immagine del nostro futuro fosse quella che
avevi disegnato nella tua mente.
Distese verdi.
Tutto il tempo del mondo solo per noi. La possibilità di essere
liberi, spensierati. Felici. Un mondo che apriva le sue porte a noi,
non per sopraffarci o inghiottirci nell’oblio, ma per regalarci
momenti solo nostri, così profondi da farci fondere l’uno
nell’altro.
Avevi un sorriso
sincero, quando parlavi in questo modo. Un sorriso innocente, che mi
faceva avvertire la tua purezza. Una purezza che ho rischiato di
scalfire, trascinandoti in questa avventura, ma che in realtà
è rimasta radicata in te. Ed era tutto ciò di cui avevo
bisogno.
Come avrei
potuto distruggere le tue illusioni, le tue idee, i tuoi sogni per il
futuro? Come avrei potuto spezzare le tue speranze? Se solo avessi
parlato, se solo avessi detto ciò che pensavo, il tuo cuore
sarebbe caduto a pezzi. I tuoi occhi si sarebbero spenti, il tuo
sorriso sarebbe stato smorzato. E la forza delle tue mani sarebbe
venuta meno.
Per questo sono
sempre rimasto in silenzio, rispecchiando il tuo sorriso, ma mai in
modo forzato. Si è sempre trattato di un sorriso spontaneo, che
non avrei mai pensato di poter rappresentare sul mio viso. Sei stato tu
a portarlo alla luce.
Ma in
realtà, dentro di me, sapevo come tutto questo sarebbe finito.
Conosco alla perfezione i presentimenti. Ho sempre saputo, dal primo
momento in cui ho accettato di portare avanti l’impresa, che
questa avrebbe richiesto la mia vita. Non ho mai pensato che sarei
sopravvissuto, o che sarei tornato per regnare su Erebor. Ho visto la
morte in così tante occasioni che ho imparato a riconoscerla. E
tu, Bilbo, hai saputo riconoscerla ancor prima di me, riuscendo a
strapparmi via da essa molte volte.
Ma non eri
ancora abbastanza esperto per avvertire quando sarebbe arrivato il
momento decisivo. E forse è stato meglio così.
Questa volta non sei riuscito a salvarmi, Mastro Scassinatore.
E sono qui, tra le tue braccia. Ancora una volta, stretto da te.
Ma questa volta è diverso.
Questa volta il
mio calore sta scomparendo. Lo sento. È un calore remoto, un
calore che una volta ci teneva uniti per ore intere, quando decidevamo
di allontanarci dal mondo e avere del tempo solo per noi, ma che ora
sta andando via.
Sento le tue
mani che cercano di tenermi stretto. Vogliono quasi tenermi in vita,
vogliono restare aggrappate a me, come se questo possa servire a
qualcosa. Avverto il tuo tocco su di me, il tuo respiro caldo, ma
è un qualcosa di lontano. Sto perdendo i sensi, e tu lo sai.
Vedo le tue
labbra muoversi a pochi centimetri dal mio viso, ma non riesco a
sentire cosa stai dicendo. Avverto solo qualche semplice parola, sempre
pronunciata con quella voce che mi ha fatto cedere in qualsiasi
situazione.
Non sento neanche più il dolore nel mio corpo.
Non sento nulla intorno a me.
La vista si sta annebbiando.
E non potrei essere più felice di avere te davanti agli occhi.
La mia ultima immagine.
Il mio ultimo respiro.
Il mio ultimo battito.
Bilbo.
Ciao a tutti! Seconda ff in questo
fandom :) Spero vi piaccia un minimo ciò che sto scrivendo,
purtroppo per voi ho intenzione di continuare :D Questa volta mi sono
gettata nell'angst, che è il mio genere preferito, anche se
spero di scrivere qualcosa di più allegro la prossima volta ;)
Avevo da tempo l'idea di scrivere una cosa del genere, dal punto di
vista di Thorin in una scena così tragica, ma allo stesso tempo
capace di tirare fuori pensieri di questo tipo.
Grazie a tutti coloro che leggeranno :)
A presto!
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