La tempesta

di Maryangy91
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                                                                         La tempesta

Le tempeste fanno più male quando arrivano in estate, durante le belle giornate di sole e spensieratezza. Le percepisci sulla pelle mentre ti colpiscono con violenza, pesanti scariche di acqua gelata che portano via tutto il calore che nei giorni di sole e allegria avevi assorbito. La vista dei fulmini e dei nuvoloni neri ti fa percepire quanto grave è la situazione. I lampi sono i più “amichevoli” perché almeno avvisano che sta per arrivare un tuono. Ciò che coglie di sorpresa non sempre è positivo.

Ed è proprio così che si sente un essere umano quando qualcosa di poco gradevole piomba nella sua vita, senza preavviso. Rubando il sole.

Proprio così mi sono sentita io: nuda, fragile, piccola e con l’intero peso del mondo sulle spalle. Bagnata dalla tempesta. In più di un’occasione.

La scrittura, la lettura e la musica mi hanno sempre distratta e protetta dal precipitare nel più profondo degli abissi, dove non poche persone hanno tentato di spingermi. Ma anche due braccia esili possono sorreggere il peso dell’intero corpo e rialzarsi da terra. Perché nessuno può illudersi di distruggere un cuore che è già sopravvissuto a un grande, enorme, dolore. Il dolore fortifica, si sa.

Nessuno può spezzare delle braccia che sono state capaci di sorreggere più persone contemporaneamente. Ad alcun essere vivente è concesso di giudicare fragile o pensare di poter distruggere chi ha tanto sofferto. Perché per quanto possa essere terribile e dolorosa una tempesta, soprattutto inaspettata, il sole torna sempre. Così come una fenice risorgerà sempre dalle sue ceneri.

 

 

 

 





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