My Favorite Doll

di ABulletformyGun
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Mi ero abituato a lei.

Mi ero abituato a sentirla rifiutarmi, mai compiacermi o accarezzarmi.

Mi ero abituato a sentirmi amato in quel modo.

Come un bambino che cerca l’attenzione di chi è più grande di lui per sentirsi al pari, continuavo ad amarla per compensare anche il vuoto che avevo in me stesso.

Ma io l’amavo, quella ragazza che mi detestava più di ogni altra cosa.

E forse il motivo era il mio modo arrogante, possessivo e forse maniacale che avevo di starle vicino, anche quando non lo desiderava affatto e, credetemi, erano davvero tante le volte in cui accadeva.

Mi sopportava.

Sopportava ogni mia follia, ogni mia replica, ogni mio odiabile gesto perché avrebbe accettato anche questo pur di riavermi quando, tra le sue braccia, sentivo la vita scivolare via dal mio ultimo sospiro.

Lei aveva preso la mia essenza, la mia esistenza, l’aveva messa al rovescio, stropicciata e soggiogata solo per capriccio e io mi divertivo; perché per lei provavo anche questo: divertimento.

E non l’avevo mai pensato e mai l’avrei osservato o riflettuto.

Di lei restava soltanto il ricordo, di questa gattina che mi aveva messo in difficoltà tante volte, ma forse nella sua parte di vita, mi amava ancora.

Mi ero abituato ai suoi atteggiamenti, alla sua voce, al suo calore, ma sulle mie labbra e nella mia testa, anche se non potevo più starle vicino, lei rimase sempre  la mia bambolina.




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