Dis
Una promessa da
mantenere
- Harin... Harerin... Benedetta Nana ma mi stai ascoltando? -
Come se qualcuno mi
avesse rovesciato
in testa un secchio di acqua gelata, sobbalzai. Davanti a me,
Dìs mi guardava con un'espressione esasperata e divertita al
contempo.
- Scusami
Dìs, mi hai detto qualcosa? - balbettai, facendo scoppiare
in una sonora risata la nana.
- Sì, ti ho
chiesto se vuoi
lasciare almeno un pò di quella patata per la zuppa -
rispose
ironicamente indicando le mie mani.
- Oh per Mahal! -
esclamai.
La patata rossa che
inizialmente
dovevo solo sbucciare, ormai si era ridotta della metà.
Persa
nei miei pensieri, avevo proseguito nel pulirla un pò
più
alacremente del dovuto.
- Mi spiace - dissi,
gettandola tra le braci dove scomparve in una sbuffata di cenere.
- Non è un
problema, grazie al
giovane Parin abbiamo patate per le prossime tre ere -
replicò
Dìs con un sorriso, riferendosi al nostro vicino -
piuttosto,
c'è qualcosa che ti preoccupa per renderti così
distratta? -
Se in un primo istante
era mia
intenzione non vuotare il sacco, il solo fatto di essermi morsa il
labbro inferiore aveva detto a Dìs tutto ciò che
era
necessario.
- Hai voglia di
parlarmene? - domandò difatti.
Io scrutai attentamente
quel volto
così simile a Thorin seppur così diverso.
Dìs
aveva gli stessi occhi del fratello (che a volte assumevano anche lo
stesso sguardo fiero e glaciale), ma i capelli biondi e indomabili come
quelli di Fili e lo stesso identico sorriso del figlio minore.
Le rughe avevano preso piede sul suo volto in maniera armoniosa,
donandole un aspetto saggio e maturo. Dìs era una nana
forte,
aveva dovuto diventarlo.. soprattutto dopo aver perduto una casa e il
marito a distanza di pochi anni.
Solo una volta, solo quando la sorpresi ad osservare un ritratto di
Frerin, vidi il profondo dolore che ancora si trascinava dietro.
- È forse
colpa di Kili? - azzardò lei bonariamente.
- No! - esclamai
sentendomi avvampare - È per Thorin... - ammisi.
- Lo immaginavo... -
sospirò
Dìs, accomodandosi sulla lunga panca di legno vicino al
focolare
e facendomi segno di sedermi accanto a lei - avanti, racconta - mi
incoraggiò.
- Da quando è
tornato da Brea
non è più lo stesso... - dissi - è
sempre stato
preoccupato, in collera per sè stesso per la patria che ci
è stata rubata, ma adesso... adesso passa le notti chino
sulle
mappe delle Terre Selvagge in uno stato quasi febbrile, e l'ho visto
più volte confabulare con Kili e Fili - raccontai, sentendo
montare in me una strana voglia di piangere.
La mano di
Dìs si posò sul pugno contratto che tenevo sulla
gamba.
- Ti mentirei se ti
dicessi che non
sono preoccupata anche io, è normale quando la proprio
quotidianità viene sconvolta da qualcosa. Sopratutto se
questa
interessa la nostra famiglia - disse.
- Ho paura che mi stiano
nascondendo
qualcosa, che vogliano andarsene - aggiunsi agitata - non è
giusto che mi tenga all'oscuro! Anche se non sono la sua figlia
naturale non... -
- Harerin! - mi
bloccò
Dìs con tono severo - se Thorin dovesse mai nasconderti
qualcosa, sarà solo è unicamente per tenerti al
sicuro.
Non azzardarti mai più a pensare che il motivo stia nelle
tue
origini - mi rimproverò.
Mi vergognai
immediatamente delle mie parole e di aver anche solo pensato ad una
tale evenienza.
Dìs si era già arrabbiata tantissimo,
diversi anni
fa, quando nel mezzo di una banale lite, avevo gridato che a lei non
importava niente di me perchè non ero una Durin. Ci era
mancato
poco che mi tirasse uno schiaffo, furente com'era! Mi aveva intimato di
non dire mai più certe cose, asserendo che mi considerava
figlia
sua tanto quanto il fratello.
La cosa, alla fine, si
era risolta con delle scuse da parte mia e un lungo abbraccio durante
il quale ero scoppiata in lacrime.
- Perdonami, sto
sragionando.. è che ho paura per loro - mormorai.
Dìs non
poteva sapere di ciò che avevo più volte visto in
sogno, ogni giorno poteva essere quel giorno.
Per tutta risposta la
nana mi
passò un braccio attorno alle spalle, facendomi posare il
capo
su di lei come quando ero più piccola.
- Capisco i tuoi
sentimenti; Thorin
è mio fratello, abbiamo superato assieme molti anni di
dolore e
Kili e Fili... sono il lascito di Frerin, sono i miei figli. Anche io
ho paura. Se la loro intenzione fosse quella di dirigersi nuovamente a
Erebor... -
Dìs si interruppe sospirando lungamente.
- Tutte e due abbiamo
perso delle
persone care, conosciamo il dolore di chi rimane in vita. Ma non
possiamo vivere nel terrore. Dobbiamo essere forti, per loro. - disse,
scostandosi in modo che potessi guardarla in viso.
Leggevo nei suoi occhi
la stessa paura che attanagliava il mio cuore, ma anche la fermezza di
chi sa di dover andare avanti.
Avevo sbagliato nel pensare che Dìs non potesse essere
preoccupata quanto me, non aveva il dono della preveggenza, ma era una
donna e una madre, e questo bastava perchè certe cose
semplicemente le avvertisse. Io e lei condividevamo molto
più di
quanto immaginassi.
Improvvisamente la
sentii ancora più vicina e di impeto le afferrai entrambe le
mani.
- Te lo giuro
Dìs, ti giuro che li proteggerò! A qualsiasi
costo! - esclamai.
La nana mi
guardò interdetta per un attimo, prima di sciogliersi in uno
dei suoi caldi sorrisi.
- Allora li affido a te,
Harin - rispose semplicemente.
* Qualche mese più tardi
*
Gettai un ultimo sguardo
alla mia
stanza e chiusi delicatamente la porta. Con essa mi imposi di lasciare
anche tutti i sentimenti che si stavano agitando dentro di me. Se
avessi ceduto ad uno solo di essi, non avrei più avuto il
coraggio di proseguire.
Quindi non salutai il corridoio in pietra lavorata, che aveva visto
correre me e i fratelli in gare a chi arrivava prima a salutare Thorin
di rientro da un viaggio. Non
salutai il corrimano di marmo argentato sul quale amavo scivolare. Non
salutai il salotto, che aveva accolto noi e i racconti di Balin nelle
gelide notti invernali, e non salutai nemmeno l'ampia cucina, pregna
dell'odore di mille manicaretti preparati assieme a Dìs in
attesa del ritorno dei nani di casa. Stavo lasciando tutto
probabilmente per non tornare mai più.
Quando alla sera ero
rientrata a casa
dopo aver passato la giornata giù al villaggio, avevo
scoperto
che Thorin, Kili e Fili erano partiti... senza dirmi niente. Addolorata
e in collera mi ero chiusa in camera e a nulla erano valsi i tentativi
di Dìs di farmi uscire. Con le ore che passavano avevo preso
la
mia decisione; li avrei seguiti, ovunque, attraverso qualsiasi pericolo
e per tutto il tempo necessario.
Avevo dunque raccolto alla belle e meglio i vestiti da viaggio che
potevano servirmi e avevo atteso le prime luci dell'alba.
Con una fitta di rimorso
uscii nel
cortile, non l'avevo nemmeno salutata... il mio non era stato un gesto
di cattiveria, ma dire addio a Dìs sarebbe stato uno scoglio
troppo grande da affrontare in quel momento.
Superai il grande
Ciliegio e mi
diressi con passo sicuro verso il cancelletto che dava sulla via. I
primi raggi di sole illuminarono il ferro battuto da Thorin tanti anni
fa e una figura stretta in un caldo mantello.
Mi arrestai.
Dìs mi aspettava.
Cercai inutilmente di
farmi venire in
mente qualcosa da dirle, qualche parola per spiegarle che dovevo farlo,
che non potevo lasciarli soli, che altrimenti non sarebbero tornari
vivi da quest'impresa. Ma nulla di tutto
ciò fu necessario, perchè fu lei la prima a
prendere parola.
- Portati dietro
qualcosa da mangiare
e per favore, dai questa a Kili, sono sicura che quando si
accorgerà di averla lasciata a casa si dispererà
- disse
porgendomi un involto con dei viveri e la pipa in legno di Kili.
Il suo tono di voce, in
quella
splendida mattina, era fermo. Nonostante i suoi occhi mi supplicassero
di rimanere, non mi rivolse mai quelle parole e io gliene fui per
sempre grata.
Ci abbracciammo per un
lungo momento,
come quando ci riappacificammo dopo quella litigata e poi io presi il
sentiero che conduceva fuori dal villaggio, lasciando che la luce
dell'alba facesse scomparire i contorni di Dìs a poco a
poco.
Era giunto il momento di
onorare quella promessa.
Spazio Autrice:
Oddio che nostalgia! Sigh...
Spero che questa surprise vi sia piaciuta, mi girava in testa da un
pò (tipo dalla fine della storia principale) e con la scusa
di
festeggiare per aver raggiunto soglia 600 recensioni, mi sono decisa a
scriverla.
Mi spiaceva di non aver mai dato uno spazio a Dìs e adesso
ho messo le cose a posto.
Mi auguro con tutto il cuore di aver fatto cosa gradita,
perchè in realtà, come sempre, è
scritta per voi.
Con infinito affetto,
Marta
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