Capitolo 12
Amore
Light stava ancora parlando con Dyuck della puntata del Maurizio
Costanzo Show appena vista:
- Il quaderno di questo Shinanatra
è finito nelle mani di qualcuno che la pensa come Kira, non
ci piove. –
- Questo l’hai già ,
Light, e ho già espresso il mio entusiasmo per questa bella
notizia… - rispose Dyuck, sconsolato come sempre.
- Per ora sono l’unico a sapere
che questo non è il vero Kira, - continuò Light,
passeggiando per la stanza.
- Se escludiamo me ed L, che a
quest’ora avrà già scoperto tutto,
allora sì, sei l’unico. –
puntualizzò lo Shinanatra.
- Però, onestamente, non so
come abbia fatto a impaperare quei poliziotti, visto che non ne
conosceva il nome. – rifletté Light.
- Questo perché tu non mi
ascolti quando parlo: - spiegò Dyuck. – altrimenti
sapresti che, insieme al portachiavi con gli Occhi di uno Shinanatra,
in cambio di metà della tua vita ottieni anche dei comodi
occhiali che permettono di vedere il nome di una persona soltanto
guardandola in volto.
Light rimase a bocca aperta, sconcertato da quella notizia.
- Lo scambio lo puoi fare anche ora, se
ti va. – disse Dyuck, dopo un po’, vedendo Light
così sorpreso.
- No, io non lo voglio fare. –
rispose il ragazzo, incrociando le braccia e voltando le spalle allo
Shinanatra.
- Va bene, fai pure l’offeso.
– sospirò la papera.
- Dovresti cercare di ottenere il mio
perdono! – protestò Light, indignato.
- Come se me ne fregasse qualcosa.
– rispose Dyuck saltellando via.
- E no! Tu resti qui ad ascoltare le mie
conclusioni. – disse Light, afferrando l’impotente
paperella e sistemandola sulla sua scrivania. – Stando a quel
che dici tu, il tizio ha il fichissimo portachiavi con gli Occhi di uno
Shinanatra e gli occhiali in omaggio con questo. Il che lo rende
infinitamente più potente di me. Uffa. –
- Beh, so che per te dev’essere
irritante sapere che c’è qualcuno più
potente di te, però, visto come si sono messe le cose, L
potrebbe anche venire trasformato in una paperella di gomma entro
quattro giorni, no? –
- Però, visto come si sono
messe le cose, L potrebbe anche venire trasformato in una paperella di
gomma entro quattro giorni. – sentenziò Light come
se la conclusione fosse stata tutta sua.
- Sei brillante nei
ragionamenti… - commentò Dyuck, decisamente
sconsolato.
- E c’è da
considerare che questo tipo ha impaperato delle persone normalissime.
Non posso permettere che il buon nome di Kira venga infangato.
– continuò l’impaperatore, passeggiando
per la stanza, mentre la madre gli domandava insistentemente, da dietro
la porta, con chi diavolo stesse parlando, e gli diceva che, se voleva
davvero far le cose per bene, non avrebbe dovuto esporre i suoi piani
ad alta voce quando c’era gente per casa, essendo lui Kira.
- Light, tu fai la stessa cosa.
– intervenne Dyuck, razionalmente. - Impaperi Persone
Comunissime che Vivono nel Kanto per sfizio, e costui ti emula in
tutto. Anche nell’idiozia. –
- Io posso, perché sono tanto
bellino, lui no. – spiegò Light, tranquillamente,
come se l’affermazione fosse ovvia. – In ogni caso,
ora devo cercare di entrare nel quartier generale, per sorvegliare sia
le mosse di L che quelle del falso Kira. Se questi fosse vicino al
farsi beccare, lo impapererei e gli ruberei il quaderno; se si
dimostrerà all’altezza del compito, e
impapererà L, allora lo guiderò io verso un
nuovo, brillante futuro. –
- Che cosa bella. – disse lo
Shinanatra.
- Ora devo trovare un modo per
contattarlo rimanendo in incognito, dopodiché
potrò manovrarlo a mio piacimento. – concluse il
ragazzo.
- Sì, come se fosse facile!
Quale improbabile, insignificante e stupida forma di vita si farebbe
manipolare da te? Siamo realisti, per favore! – gli rispose
ingenuamente Dyuck.
Il giorno seguente…
Soichiro Yagami entrò nella camera d’albergo di
Ryuzaki (che stavolta era in Germania) con la consueta aria esausta e
nervosa, e si diresse verso gli altri investigatori.
- Com’è andata,
capo? – domandò Matsuda, vedendolo arrivare.
Soichiro scostò una sedia vuota e fece per sedersi, quando L
urlò:
- Non tocchi quella sedia!! –
Tutti lo guardarono con aria stupita, poi il detective aggiunse:
- Era la sedia di Ukita. –
A quelle parole, Soichiro mollò lo schienale e
mormorò un “Mi dispiace”, consapevole di
aver compiuto un atto imperdonabile, e si accomodò per
terra, visto che la sua solita sedia era occupata da Clodoveo.
- È proprio come pensavi tu,
Ryuzàki. – esordì Soichiro.
- Perché l’accento
sull’A, scusa? – chiese Matsuda, un po’
perplesso.
- Beh, è così che
lo pronunciano nel doppiaggio italiano, caro Matsùda.
– spiegò il sovrintendente.
- La prego di lasciar stare gli accenti
come sono, signor Yagami. – disse L.
- Come vuoi, Ryuzàki.
– rispose, sorridente, Soichiro, mentre
l’investigatore lo guardava con aria truce.
- Accenti a parte, - continuò
L. – ero certo che le cose sarebbero andate come pensavo io.
Io ho sempre ragione, ricordatelo. Quindi dovrò apparire in
televisione. Che emozione! Ho sempre sognato di farlo! –
esclamò, poi, tutto eccitato. – Ma ci
crederà che sono L? –
- Non credo. – rispose Matsuda.
– Sei troppo brutto per essere L. –
- Non rientro nei comuni canoni di
bellezza. – protestò Ryuzaki, palesemente offeso.
– In ogni caso, farò di tutto perché
nonmi creda. Così impapererà i vertici della
polizia di mezzo mondo, e io mi salverò. –
aggiunse. – Non è mica facile dimostrare che sono
L, dopo tutto. E poi, io non ci tengo ad essere impaperato da uno che
si spaccia per Kira. –
- Che si spaccia per Kira?! Cosa vuoi
dire?! – urlò Soichiro, come suo solito.
- Aspettavo questa domanda. –
iniziò L.
- Te l’aspettavi?! Che vuoi
dire?! – esclamò Soichiro, sempre più
sorpreso.
- Che l’avevo prevista. Ora,
dicevo, avevo capito subito che non si trattava di Kira, e, guardando i
video inviati alla Mediaset, ho avuto conferma della mia teoria. Ci
troviamo di fronte a un secondo Kira. –
- Puoi spiegarti meglio? –
intervenne Matsuda.
- Ma certo, non mi aspetto che voi
comprendiate subito quel che vi dico. – rispose L.
– Per esempio, il primo video, quello che non è
stato trasmesso, conteneva degli impaperamenti annunciati, che
puntualmente sono avvenuti. Però, quegli impaperamenti sono
diversi dai soliti. –
- Diversi dai soliti?! –
urlò Soichiro.
- Sì, signor Yagami, diversi
dai soliti. – ripeté lentamente L. - Si trattava
di crimini minori dei soliti, come cantanti in possesso di
stupefacenti. Solo le riviste di gossip danno importanza a queste cose.
Inoltre, non mi piace il suo modo di agire. –
- Cosa intendi dire? – chiese
Aizawa.
- Accidenti, ma non capite proprio
niente, vi devo spiegare sempre tutto! – esclamò
L, stizzito. – Ha cercato di farsi obbedire tramite quel
video, minacciando di impaperare degli ufficiali della polizia, in
questo modo ha generato solo il panico. Kira, invece, cerca di far
accettare le sue idee poco a poco. –
- Aaaaaah… - fecero gli altri
quattro investigatori, fingendo di aver capito.
- Io credo che il primo Kira, quindi,
abbia intenzione di trovare il secondo, magari sfruttarlo per
raggiungere i suoi scopi, e infine eliminarlo. –
continuò Ryuzaki. – Ma noi dobbiamo arrivare per
primi. Se acciuffassimo il secondo, otterremmo sicuramente delle
informazioni utili per catturare l’altro. –
L, a quel punto, si aspettava dei commenti, delle domande, ma, ancora
una volta, stava sopravvalutando i suoi compagni
d’investigazione, che continuarono a guardarlo sorridendo
come ebeti. Il detective, allora, decise di rompere quel silenzio che
si prolungava ormai da cinque minuti buoni:
- Signor Yagami, suo figlio
può partecipare alle indagini? – chiese, infine.
- No, Ryuzaki, Light ancora non ha finito
i compiti. Quando li avrà finiti, potrà uscire a
giocare con te. – rispose Soichiro, facendo cenno di no col
dito.
- Yagami, sbaglio o oggi è
più stupido del solito? – domandò L,
dopo aver riflettuto un po’ su quella bizzarra risposta.
– Ho chiesto se suo figlio può partecipare alle
indagini, ed era una domanda che richiedeva una risposta
affermativa.
- Oh, capisco. – rispose
Soichiro, che, in realtà, non aveva capito proprio niente.
– Questo significa che non lo sospetti più?
–
- Tutt’altro, -
replicò L. – però è un bel
ragazzo, e mi piacerebbe averlo qui. – continuò,
sorridendo. – Inoltre, ha delle discrete capacità
deduttive che potrebbero esserci utili. –
- … Beh, si è
proposto lui stesso di collaborare, quindi non credo ci siano problemi.
– rispose Soichiro.
- Anche per noi va bene… -
cominciò Matsuda.
- Sì, ma a me non importa
assolutamente niente della sua opinione, Matsuda. – lo
interruppe con tono molto dolce Ryuzaki. – Ah, vi prego di
nascondere a Light che potremmo trovarci di fronte a un secondo Kira.
–
- Un secondo Kira? –
domandò Matsuda, dimostrando di essere stato molto attento.
- Sì, ne abbiamo parlato fino
ad ora. – sospirò L.
- Davvero? – chiese Aizawa.
- Ah sì? – fece
Soichiro.
- Come sarebbe a dire “secondo
Kira”? – intervenne Mogi.
- A me piacciono i crauti. –
s’intromise Venceslao.
Ryuzaki fece un profondo respiro, e si preparò a rispiegare
daccapo tutto quanto.
Intanto, altrove, una paperella di gomma piuttosto particolare
saltellava dietro una ragazza. La papera sembrava piuttosto lo
scheletro di una papera, portava degli orecchini, nonostante non avesse
orecchie, e, fatto strano, aveva degli strani tentacoli viola sulla
testa che le cadevano sull’occhio destro.
- Senti, - esordì la papera.
– visto che ti ho dato il Duck Note, perché non lo
usi per i tuoi interessi? .
- Ma io lo uso per me stessa. –
ribatté la ragazza, passeggiando allegramente, mentre quelli
che erano vicino a lei si domandavano con chi diavolo stesse parlando.
– Io sono d’accordo con Kira, e voglio sapere che
tipo è, per questo mi sono trasferita nel Kanto. Ho spedito
quei video alla Mediaset solo per farmi notare da lui. –
- Grazie, Misa, questo lo so benissimo,
c’era bisogno di gridarlo a tutti? –
domandò la Shinanatra.
- Certo, così i lettori si
fanno un’idea di che tipo sono. – rispose Misa.
– Abbiamo già fatto capire a tutti che sono
stupida, che sono un’ammiratrice di Kira, che mi chiamo
Misa… -
- … e che sei bionda.
– completò la papera.
- … No, questo non
l’avevamo ancora detto, Rem, perché questo
è il tuo nome. –
- Wow, ormai abbiamo dato un sacco
d’informazioni, nascondendole in un dialogo normalissimo,
cara Misa Amane. –
- Vero? Quanto siamo abili. –
commentò Misa. – Non per niente sono una modella
piuttosto famosa in Giappone. –
- Peccato che vivrai poco. –
disse Rem.
- Già, perché io ho
fatto lo scambio degli Occhi, e ora ho questo fichissimo portachiavi, e
gli occhiali che mi permettono di scoprire il nome delle persone
guardandole in volto. –
- Che splendida introduzione per due
personaggi. Complimenti all’Autore, eh. – concluse
Rem.
Nel quartier generale, nel frattempo, L aveva finito di rispiegare la
sua ipotesi sul secondo Kira, e pareva, finalmente, che tutti (tranne
Matsuda, che non capiva mai niente) avessero capito. Il detective stava
dunque spiegando perché Light non doveva essere messo al
corrente della possibilità di un altro Kira.
- Vedete, Light ha delle
capacità deduttive straordinarie, - stava dicendo Ryuzaki.
– è possibile che, vedendo il primo video, capisca
da solo che ci troviamo di fronte a un secondo Kira. –
- Ma, - intervenne Matsuda. – a
parte il fatto che le vittime siano insolite, nulla fa pensare a un
secondo Kira. –
- Caro Matsuda, niente è in
grado di farle pensare alcunché. –
commentò garbatamente L. – Inoltre, Kira non aveva
modo di conoscere i nomi dei poliziotti impaperati davanti alla
Mediaset, né il nome di Ukita, e tutto questo mi porta a
pensare che Light debba essere arrestato. –
- Come? – fece Soichiro,
sorpreso.
- Come “come”? Non
farnetichi, signor Yagami. – lo zittì L.
– Dicevo che dobbiamo mostrare a Light questi video. Se
intuirà che esiste un secondo Kira, i sospetti nei suoi
confronti si dilegueranno. –
- Davvero?! –
esclamò Soichiro, tutto contento.
- Certo che no, - si corresse L,
ridacchiando in faccia al sovrintendente. – volevo vederla
contento per poi disilluderla. I sospetti si dilegueranno quasidel
tutto. –
- E perché mai i sospetti su
di lui si dovrebbero dileguare, se fosse lui stesso a suggerire
l’esistenza di un secondo Kira? –
domandò Aizawa.
- Non mi aspettavo che voi capre
ignoranti capiste. – rispose Ryuzaki. – Il secondo
Kira condivide le idee del primo. Se noi mandassimo in onda un falso
messaggio di Kira, probabilmente riusciremmo a fermarlo e a impedirgli
di impaperarmi. Per questo, se Light fosse Kira, cosa della quale io
nonsono assolutamente certo, - sottolineò il detective, con
un sorrisetto cattivo. – difficilmente suggerirebbe
l’esistenza di un secondo Kira prima che io sia diventato una
paperella di gomma. –
- Quindi se Light non immaginasse che
esiste un secondo Kira, allora i sospetti su mio figlio si
aggraverebbero? - chiese Soichiro.
- No, non possono aggravarsi
più di così. –
- Prego? –
- No, resterebbero sotto il 5%, - disse
L, come se niente fosse. – e chiederò a Light di
aiutarci nelle indagini, svelandogli che stiamo seguendo la pista del
secondo Kira. Per sicurezza, d’ora in avanti Watari non
verrà più qui, ma si fingerà un
secondo L in contatto con me di cui nessuno conosce
l’identità. Clodoveo, invece, fingerà
di essere la mia ragazza. – concluse il detective, sorridendo
alla sua scimmietta.
I quattro rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Matsuda chiese:
- Chi è Watari? –
L si mise le mani tra i palesemente luridi capelli, disperato per
l’idiozia del suo compagno d’investigazioni, poi
disse, rivolto a Soichiro:
- Se Light è
d’accordo, gli chieda di raggiungerci il prima possibile in
massimo segreto. –
- Perfetto, - rispose il sovrintendente
prendendo il cellulare. – Light ha sempre adorato la
Germania. Sarà sicuramente lieto di venirci a trovare.
–
Light stava studiando un piano per potersi introdurre nel quartier
generale senza aumentare i sospetti, e, per pensare meglio, s'era messo
a fissare in faccia Dyuck.
- Hai degli occhi bellissimi, sai? -
disse, dopo cinque minuti, Light.
- … Beh, grazie. Questo non
cambia niente tra noi, sappilo. - rispose lo Shinanatra.
In quel momento suonò il cellulare di Light, e questi
prontamente rispose.
– Un momento, lui aveva
distrutto il suo cellulare nel settimo capitolo, e aveva detto che la
madre non ne avrebbe mai comprato un altro, quindi com'è
possibile quel che sta succedendo? - osservò Dyuck, ignaro
delle scomodità che mi avrebbe portato dover scrivere questa
scena senza la presenza di un telefonino.
– Pronto, Light?! -
urlò Soichiro, una volta che Light ebbe risposto. -
Ryuzàki vorrebbe che tu partecipassi alle indagini. Se
t'interessa, siamo in un albergo a Berlino... -
– … Va bene, adesso
basta! - disse L, dopo aver tolto il telefono al sovrintendente. -
Sarà meglio che tu venga qui il più presto
possibile. E niente polizia! - e interruppe la telefonata.
– Ma... ma... non mi hanno
nemmeno detto l'indirizzo! - protestò Light, anche se L non
lo poteva più sentire. - Ma non importa, tutto questo va a
mio vantaggio. In questo modo potrò sorvegliare sia la
polizia che il secondo Kira. -
Nonostante Light non conoscesse l'indirizzo dell'albergo, una volta
giunto a Berlino (era sfuggito alla madre affermando di dover comprare
le sigarette), vide una serie di grandi cartelli sui quali era scritto
“Quartier generale delle indagini su Kira – Per di
qua”, che permisero al giovane giapponese di raggiungere
senza problemi l'albergo di Ryuzaki.
– Che cosa stupida! -
affermò Dyuck, una volta raggiunta l'entrata dell'albergo. -
Chiunque potrebbe raggiungere questo quartier generale, in questo modo.
-
– Niente affatto, mio caro
Dyuck. - replicò Light, con fare esperto. - I cartelli erano
tutti scritti in giapponese, e nessuno conosce davvero il giapponese. -
– E che mi dici dei giapponesi,
allora? - domandò Dyuck.
– Guarda che l'ho capito,
Dyuck, che i giapponesi non esistono proprio. - rispose Light,
sorridendo.
– Ma che dici? E allora tu cosa
saresti? Un pinguino? - ribatté lo Shinanatra, irato.
– Credo che ti
sorprenderò, mio caro Dyuck. - concluse Light, avviandosi
dentro l'albergo, senza smettere di sorridere.
Nel frattempo, Ryuzaki stava dando istruzioni agli altri investigatori
su come comportarsi non appena fosse entrato Light:
– Allora, appena arriva lo
dichiariamo in arresto, affermando di aver trovato le sue impronte
digitali. Non è necessario specificare dove. Con un po' di
fortuna, preso dal panico, si tradirà da solo, dicendo
qualcosa come “Non è possibile, io avevo i
guanti!”, e allora noi lo acciufferemo! - spiegò
L, con aria esaltata.
– Credevo che i tuoi sospetti
su di lui fossero pochi! - protestò Soichiro. Ryuzaki
aprì la bocca per rispondere, ma, in quel momento, Light
spalancò la porta della stanza con un calcio, esclamando:
– Bum bum, baby! -
– Oh, ma per favore! -
sbottò Dyuck.
– Si tratta di una raffinata
tattica per conquistare la fiducia di L, Dyuck. -spiegò,
sottovoce, Light.
– Con chi stai parlando, Light?
- domandò Ryuzaki, con la sua migliore faccia perplessa.
– Con nessuno. Cosa ti fa
pensare che io stia parlando, Ryuga caro? - rispose Light, dando una
forte pacca sulla schiena ad L, con fare amichevole, e ridendo.
– Tanto per cominciare, ti
prego di chiamarmi Ryuzaki, quando siamo qui dentro. -
borbottò L, schivando gli abbracci di Light. - E questi tre
signori sono Magalotti, Absalonni e Iabarazzi. - disse, indicando prima
Matsuda, poi Aizawa e infine Soichiro. - E quello lì... -
aggiunse, indicando Venceslao. - … beh... lui
è... Venceslao. -
– Che strani individui lavorano
qui! Quello coi baffi ha un'aria proprio tonta! - affermò
Light, ridendo a crepapelle.
– Light, Iabarazzi è
tuo padre. - spiegò L.
– Dici? - fece Light,
accarezzando la barba che non aveva. - In effetti ha un'aria familiare,
ma io mi chiamo Yagami, non Iabarazzi, quindi non può essere
come dici tu. -
L lo guardò con compassione, Dyuck lo guardò come
lo guardava ogni volta che diceva qualcosa di stupido, cioè
con profondo disprezzo, e, dopo un po', finalmente capì.
– Davvero astuto. Cognomi
falsi. - fece Light.
– Cosa ti fa pensare siano
falsi? Chiunque cascherebbe in questo stratagemma, tanto sono
credibili, per dei giapponesi. - commentò Dyuck.
– Ma, dimmi, Ryuzaki, indagate
soltanto in quattro? - domandò, con noncuranza, Light. - Lo
chiedo tanto per fare un po' di conversazione, non perché
m'interessi per qualche ragione segreta che potrebbe interessarti. -
– No, c'è anche
qualche collaboratore esterno. - rispose L, andando a prendere i
documenti riguardanti il caso Kira. - In particolare, ce n'è
uno con cui sono in contatto solo io, e che comunicherà con
noi soltanto attraverso un computer sul cui schermo
comparirà una L uguale a quella usata da me. In questo modo,
se, per un malaugurato caso, tutti i membri di questo quartier generale
tranne uno dovessero impaperarsi, quell'unica persona salva sarebbe
senza dubbio Kira, e questo individuo misterioso di cui nessuno (a
parte me, ricordatelo) conosce il nome, né il volto,
potrà arrestarlo. -
Light rifletté su quell'ultima affermazione per qualche
minuto, poi domandò:
– Cosa stai dicendo? Stai per
caso cercando di farmi capire qualcosa? -
– Non ho progetti
così ambiziosi. - commentò L.
– Cosa?! - esclamò
Light, adirato.
– Ho detto che non cerco di
farti capire niente. - si corresse Ryuzaki.- E ora, lasciamo perdere
queste formalità. Inizia a consultare questi documenti, e
poi guarda il primo video spedito da Kira alla Mediaset. -
Ora che Light consulta la documentazione, credo sia il momento di
approfondire le vostre conoscenze sugli artropodi. Sono animali
invertebrati protostomi celomati riuniti nel phylum Arthropoda. Alcune
caratteristiche che distinguono gli artropodi sono una cuticola
sclerificata che costituisce un esoscheletro poco denso ed elastico, e
sufficientemente rigido da proteggere e sorreggere il corpo.
L'esoscheletro non contiene cellule: non è quindi in grado
di crescere con l'animale e pertanto l'accrescimento avviene per mute.
L'esoscheletro non è continuo bensì costituito da
placche (scleriti) unite da tratti di cuticola non sclerificata
(pleure) che costituiscono le articolazioni (per consentire i movimenti
che sarebbero impediti da un esoscheletro rigido continuo). Poi abbiamo
delle appendici articolate, da cui il nome del phylum. Le appendici non
sempre contengono muscoli, ma sono spesso mosse da dei tendini
collegati a muscoli che si trovano nel tronco. Il tipo più
primitivo di appendici sono le zampe, che nelle forme più
primitive sono presenti in tutti i segmenti. Con la differenziazione,
le zampe tendono a rimanere solo nei segmenti toracici. Le appendici
delle altre zone del corpo spariscono o si trasformano per assolvere ad
altre funzioni.
Durante il tempo occorso per questa piccola, ma necessaria digressione,
Light aveva finito di leggere la documentazione, e si accingeva a
guardare il video del secondo Kira.
– Volevo solo far notare che
gli artropodi non sono più un phylum solo. - intervenne
Matsuda, timidamente, e tutti si voltarono verso di lui con aria
sorpresa. - Ehm... ormai sono tre: crostacei, chelicherati e unirami. -
Light ed L si guardarono per qualche minuto, poi alzarono entrambi le
spalle, perplessi, poi il primo tornò a guardare il video di
Kira.
“Se mi mostrassi disgustato dalla pessima fattura del video,
dedurrebbero che io sono Kira?” andava pensando, cercando di
ignorare i quattro membri del quartier generale che lo fissavano con
insistenza. “Mmh... mi prude la testa... se mi grattassi
dedurrebbero che sono Kira? No, è impossibile che capiscano
qualcosa da una mia reazione. E se invece fosse proprio quello che L si
aspetta? Potrebbe pensare che io, se fossi Kira, non direi nulla di
compromettente per paura di destare i loro sospetti, e, non parlando,
confermerei la sua teoria! O forse lui ha già previsto
questo mio pensiero? Sono in trappola!” Light aveva iniziato
a delirare. “Quel maledetto Ryuga ha già previsto
tutto! Sono fregato, ora verrò scoperto! È la
fine!”
– Light... - esordì
L, sfiorando una spalla di Light, che saltò sulla poltrona
gridando:
– NON SONO STATO IO! -
– A fare cosa, Light? - gli
domandò Ryuzaki.
– “Lo sapevo, ha
previsto tutto, anche questa mia reazione. Ma mi salverò
grazie alla mia abilità dialettica.”
– Cosa? - fece Light.
– Cosa cosa? - rispose L,
perplesso.
– Dove? - aggiunse Light.
– Come dove? - chiese Ryuzaki,
spazientito. - Cosa farnetichi? -
– Io?! - esclamò
Light, indignato. - Sei tu che non ti spieghi! Cosa vuoi sapere da me?
-
– Voglio sapere cosa ti viene
in mente guardando questo video! - rispose L, stizzito.
– Beh... a me vengono in mente
conigli in verdi prati. - disse Light, leggermente imbarazzato.
– Questo è quel che
deduci da quel che hai visto? - chiese L, disperato.
– Ma certo che no! - rispose
Light, colpendo L sulla spalla con l'usuale allegria. - Si tratta solo
di quel che mi è venuto in mente nel vedere il video.
Secondo me c'è un altro Kira, diverso da quello che
conosciamo. Il vero Kira non avrebbe usato quel genere di indiziati per
preannunciarne le trasformazioni in paperelle di gomma in diretta. -
– Lo stesso ragionamento che ha
fatto Ryuzaki! - esclamò, stupito, Aizawa, che ogni tanto si
sentiva in dovere di parlare per ricordare ai lettori, ai quali non
importa proprio nulla, che lui è presente.
– Inoltre, Kira ha bisogno di
volto e nome per impaperare, quindi come avrebbe potuto trasformare in
paperelle di gomma i poliziotti andati alla Mediaset? -
– Bravo, Light, proprio la
risposta che mi aspettavo. Tutto secondo i miei piani... -
commentò L, unendo le punte delle dita e contemplando Light
con aria malvagia. - Ovviamente, io avevo già capito che si
trattava di un secondo Kira. -
– Ah, e così? - fece
Light, con la sua migliore aria offesa. - Cercavi di mettermi alla
prova? -
– Niente affatto. Volevo
soltanto darti l'illusione che la tua opinione conti qualcosa, qui
dentro, cosa che non è vera. Qui tutte le opinioni sono mie.
- spiegò L, con molta naturalezza, per poi cominciare a
passeggiare su e giù per la stanza con fare militaresco. -
Dunque, i nemici da affrontare sono due. Per quel che ne sappiamo, il
secondo Kira condivide le idee del primo, ma non è
altrettanto furbo. Quindi, se ricevesse un messaggio dal vero Kira,
probabilmente ubbidirebbe. -
– Ma come facciamo a contattare
Kira e chiedergli di mandare un messaggio per il secondo Kira? -
domandò Matsuda, con estrema serietà. L
andò a prendere il microfono che lo metteva in comunicazione
con Watari, e ordinò:
– Sguinzaglia i cani. -
In pochi secondi dei mastini fecero irruzione nella stanza, e si
lanciarono all'inseguimento del povero Matsuda, che scappò a
gambe levate, cercando scampo.
– Beh, Ryuzaki, penso che
questa sia un'ottima idea. - commentò Light, quando non
riuscì più a udire le urla di Matsuda. - Anch'io
avevo pensato una cosa simile. Anzi, ci ho pensato prima io! - aggiunse
poi, facendogli una linguaccia.
– Allora, Light, - disse L,
sorridendo. - Vorrei che fossi tu a interpretare la parte di Kira. -
– D'accordo. - rispose Light,
tranquillamente. - Datemi un costume da cane. -
L inarcò un sopracciglio, poi spiegò:
– Intendo: interpretare la
parte del misterioso individuo che impapera criminali, personaggi
televisivi inutili e persone comunissime che vivono nel Kanto. -
– E perché dovrei
farlo io, eh?! - sbraitò Light, afferrando L e sbattendolo
contro il muro. - Ho una faccia da impaperatore, secondo te? -
– Non ho detto
questo, pur pensandolo! - si difese Ryuzaki, sfuggendo alla presa di
Light. - Dopo tutto, perché non dovresti interpretare questa
parte? Tu non sei Kira, ovviamente. - concluse, sorridendo.
Light abbassò lo sguardo, respirò profondamente
un paio di volte, e, una volta ritrovata la pace interiore,
affermò:
– Ma certo, certo che lo
farò. Va benissimo. Nessun problema. Perché
dovrei avere problemi? Io non ho problemi. -
E, pochi minuti dopo, Light aveva scritto il messaggio da parte del
“vero” Kira, che in realtà sarebbe
falso, perché è della polizia, ma forse
è da considerare vero, visto che l'ha scritto Light, che era
Kira. Comunque, Light, una volta concluso il lavoro, passò
il testo ad L.
– Ecco qui, Ryuzaki. - disse
l'impaperatore. - Ho cercato d'immedesimarmi in Kira. -
– Mh, hai fatto un ottimo
lavoro, Light, - commentò L, leggendo. - Ma
“situazione” si scrive con una sola Z, e si dice
“magnanimo”, non “mannianime”e
credo che tu volessi usare il verbo “considerare”,
non “corroborare” . E poi, se non togliamo la frase
“Impapera pure L”, io verrò trasformato
in una paperella di gomma. -
– Ah, guarda, non sono stato io
a voler scrivere questo testo! - esclamò Light, offeso. -
Correggi pure come credi, visto che tu sei tanto bravo. -
– Grazie, credo che lo
farò. - rispose Ryuzaki. - Voglio dire, sei tanto
intelligente, e fai tutti questi errori nello scrivere?
Dovrò correggere tutto... -
Ebbene, dopo le dovute correzioni, il messaggio del vero Kira che in
realtà è più falso del falso Kira
venne inviato.
– È avvenuta una
cosa incredibile! - dichiarò un Giornalista Qualunque (GQ),
durante il telegiornale. - È arrivato in redazione un video
di un altro Kira, che afferma di essere quello vero. Quale dei due
sarà il vero, tra i due? Giudicate voi, guardando il video
inviatoci, e ricordate di votare il sondaggio “Chi
è il vero Kira?” sul nostro sito Internet. -
E, in quel momento, sullo schermo apparve una fichissima scritta
“Kira”, e pochi istanti dopo, si sentì
una voce contraffatta:
– Io sono il vero Kira. Vista
l'attuale situazione, non mi resta che dimostrarmi magnanimo verso
quest'individuo, considerando il suo gesto come un tentativo di
aiutarmi. Tuttavia, trasformare in paperelle persone che non stanno a
me personalmente antipatiche è contro i miei principi. Se
questo secondo Kira intende collaborare con me, non prenda simili
iniziative. Se compirà altre azioni avventate,
sarò costretto a giubilare ciò che fa.”
Misa, ovvero il secondo Kira presentato qualche pagina fa, aveva
guardato il video con vivo interesse. E con
“guardare” intendo solo
“guardare”, infatti, presa com'era dalla bellissima
scritta “Kira”, non aveva ascoltato una parola di
quel che era stato detto. Aveva capito una sola cosa, molto importante,
grazie alla quale notiamo la sua immensa sagacia:
– Kira ha risposto al mio
messaggio! - e così esclamando corse a prendere la
telecamera. - Registrerò subito un altro video di risposta. -
– Io mi domando cosa intendesse
dicendo che sarà costretto a giubilare ciò che
fai. - commentò Rem, che, come Dyuck, dimostrava
un'intelligenza decisamente superiore a quella dell'umano seguito.
– Ryuzaki, non dicevi che
avresti corretto tutti gli errori? - domandò Light,
ridacchiando come un matto, gli occhi e i cappelli rossi come sempre.
– Ma è quel che ho
fatto, Light. - rispose L, tranquillamente. - Non c'è
nemmeno un errore. -
– Come lo spieghi quel
“giubilare” al posto del mio
“giustiziare”? Non c'entra niente! -
osservò Light, sempre molto allegro.
– Ah, certo,
“sarò costretto a giustiziare ciò che
fa” ha senso, secondo il signorino! - esclamò L,
irato. - Se permetti, sta molto meglio il verbo
“giubilare”, in quel contesto! -
– Magari stava meglio il verbo
“giudicare”? - intervenne Matsuda.
– TACI, MATSUDA! - urlarono
insieme L e Light, e il poveretto andò a sedersi su una
poltrona in un angolo della stanza, in silenzio.
I due avrebbero certamente continuato l'interessante dibattito su quale
tra i due verbi sbagliati sarebbe stato meglio utilizzare in quel
video, se Watari, attraverso il computer, non li avesse interrotti.
– È arrivata la
risposta del secondo Kira. - annunciò. - Vi invio subito il
video. -
E, infatti, pochi secondi dopo la L sul computer fu sostituita dalla
glitterosa scritta “Kira”.
– Grazie della risposta, Kira.
- disse la ben nota voce contraffatta del secondo Kira. -
Farò come mi hai chiesto. -
– Ha funzionato! - Che tonto! -
commentarono Aizawa e Matsuda.
– “Bene, almeno non
farà azioni avventate. Tutto secondo i piani.”
pensò Light. “Certo, se mi capisse veramente,
impapererebbe lo stesso L. Ma mica sono tutti intelligenti come
me.”
– Per fortuna! -
esclamò Dyuck, che andava sempre origliando i pensieri di
Light.
– Vorrei incontrarti. -
continuò il secondo Kira. - Non credo tu abbia il
portachiavi fichissimo con gli occhi di uno Shinanatra, né
gli occhiali che permettono di conoscere il nome di una persona
soltanto guardandola in volto, ma sta' tranquillo, non ti
impapererò. -
– “Cosa?!
È completamente impazzito! Parla di quel bellissimo
portachiavi in un video che farà il giro del mondo? Lo
vorranno tutti, poi!” pensò Light, sudando.
“Accidenti, non voglio imparare che non devo dire
“Tutto va secondo i piani”. Ogni volta che lo
faccio succede qualcosa di inaspettato e terribile!”
– Fammi sapere come possiamo
incontrarci. - proseguì la voce contraffatta. - Accerteremo
le nostre identità mostrandoci a vicenda le nostre
Shinanatre. -
A quelle parole, sia Light che L, per motivi diversi, crollarono a
terra.
– Light! Light, stai bene? -
domandò Soichiro, mentre Aizawa e Matsuda cercavano di
rianimarlo, senza preoccuparsi di L, intrappolato sotto la poltrona e
intento a maledire gli astri a lui contrari.
– Shinanatre? -
mormorò L, mentre cercava di liberarsi, invano. - Vuol farci
credere che le Shinanatre esistono? -
– NO! - urlò Light,
riprendendosi improvvisamente. - Certo che no! Dev’essere un
linguaggio in codice, che solo lui e il primo Kira possono capire!
È così! A forza! Non puoi credere alle
Shinanatre! - sbraitò, sollevando Ryuzaki da terra e
scuotendolo con forza.
– Ma io non lo credo, infatti!
- esclamò L, liberandosi di Light.
– Oh. - fece Light, sorpreso,
per poi ridacchiare nervosamente. - Ma certo... che sciocco!
È talmente ovvio che le Shinanatre non esistono! -
– Ebbene, - disse L,
risedendosi sulla sedia, messa nuovamente in piedi. - come faceva
intelligentemente notare il nostro Light, le Shinanatre di certo non
esistono davvero, come gli asini volanti. -
– Che ci fa quell'asino a
mezz'aria? - chiese Matsuda, indicando un asino che svolazzava
allegramente proprio fuori dall'albergo.
– Matsuda, la smetta di
parlare, tanto io non l'ascolterò mai. - lo zittì
L.
– Io credo - intervenne Light.
- che la parola “Shinanatra” indichi i loro poteri,
e che il secondo Kira, parlando di mostrarsi a vicenda le Shinanatre,
intendesse accertarsi delle rispettive identità sfoggiando i
loro poteri. -
– Ci avevo pensato anche io. -
affermò L, guardando Light con disappunto. - Ma, siccome hai
proposto tu l'idea, mi trovo costretto a dire qualcos'altro.
Perciò, io dico che secondo me si tratta di una parola in
codice che solo loro due possono comprendere. -
– Ma è praticamente
la stessa cosa che ho detto io! - protestò Light.
– Lallarallalà! Non
ti sento! - cantilenò L, tappandosi le orecchie.
Light lo guardò con odio, poi, quando L finì di
canticchiare e di tapparsi le orecchie, gli chiese:
– Allora cosa avresti
intenzione di fare, genietto? Vuoi inviare un altro messaggio al
secondo Kira? -
– No, se la sbrigheranno da
soli, ora. - affermò L, tranquillamente. - Sicuramente anche
il vero Kira sta seguendo con interesse questo scambio di risposte tra
il secondo Kira e quello impersonato da noi. Forse, la prossima volta,
sarà lui stesso a rispondere, e noi potremmo ricavare
qualche indizio interessante sul suo conto. Inoltre, - e qui Ryuzaki
sorrise con aria (secondo lui) furba. - se Kira non rispondesse per
niente, e nemmeno noi rispondessimo, probabilmente il secondo Kira
cercherebbe di spingere l'altro a fare qualcosa rivelando altri
dettagli che Kira preferirebbe tenere segreti, come questa storia del
portachiavi fichissimo. -
Light iniziò di nuovo a sudare copiosamente, preoccupato
all'idea che il secondo Kira rivelasse qualcosa in un nuovo video, e
iniziando a studiare un piano per fermarlo.
– Per ora, ci limiteremo a
vedere cosa possiamo ricavare dai video inviati dal secondo Kira. -
concluse L. Poi, dopo aver riflettuto qualche secondo,
esclamò, con fare teatrale e indicando un punto imprecisato
dietro gli altri membri del quartier generale: - Andate, miei fedeli
soldati! -
Intanto, Misa, nel suo ameno, grazioso e sobrio appartamento tutto in
rosa e fucsia, si faceva raccontare da Rem come i due Duck Note fossero
finiti sulla Terra. La Shinanatra, con una pazienza e una calma che
Dyuck decisamente non aveva, aveva spiegato alla povera ragazza com'era
andata la questione per cinque volte. Solo in quel giorno,
s'intende. Finalmente, alla quinta spiegazione, Misa
sembrò aver capito, anche se non sembrava particolarmente
convinta.
– E così, se uno
Shinanatra vuole dare il suo quaderno a un umano, deve averne due,
perché non può restare senza. - ripeté
la ragazza, mentre Rem, con fare da professoressa, l'ascoltava con
attenzione, controllando eventuali errori nel discorso. -
Perciò, questo Dyuck ha ingannato il Gran Re delle
Shinanatre per ottenerne un altro. Tu hai fatto lo stesso, Rem? -
– No, - rispose la Shinanatra.
- non è così semplice ingannare il Gran Re,
nonostante sia vecchio e arteriosclerotico. Devi sapere che io sono una
delle poche a sapere come si uccide uno Shinanatra. -
– Ooooooh... - fece Misa,
ammirata. Dopo qualche secondo, domandò: - Per caso si fa
bruciandole o mettendole nel forno a microonde? -
– No, cara Misa, - rispose Rem,
pazientemente. - ora tutto ti apparirà chiaro. Devi sapere
che nella Vasca... -
La Shinanatra s'interruppe, si guardò intorno con aria
perplessa, aspettò qualche secondo, poi ripeté,
più forte:
– Ho detto: devi sapere che! -
e attese di nuovo. Poi, stizzita, esclamò: - Insomma! Dove
diavolo è il mio flashback?! -
E, a quell'esclamazione così autoritaria, la scena si
dissolse, e venne sostituita dall'immagine del mondo delle Shinanatre.
Rem e una papera di gomma dall'aria vecchia e rotta stavano davanti
allo scarico a scrutare il mondo degli umani.
“Come stavo narrando,” riprese Rem, che adesso ha
preso il ruolo di narratore di secondo grado. “nella Vasca da
Bagno delle Shinanatre, c'era uno Shinanatra di nome Jealous che se ne
stava tutto il giorno a guardare una giovane donna. Da noi ci si annoia
molto, sì. Io, che sono buona e giusta, non lo prendevo in
giro per questo fatto, ma lo osservavo in silenzio, perché
volevo di lasciargli fare le sue scelte, pur sapendo che erano
completamente sbagliate e avendo anche molto da dire al riguardo. Il
giorno dell'impaperamento di quella ragazza, gli rivolsi la parola:
– L'impaperamento di quella
ragazza è fissato per oggi, giusto? -
– Sì. - mi rispose,
malinconicamente, Jealous. - Ma come è possibile? Come
può diventare una paperella di gomma in modo naturale? -
– Questo in effetti
è un bel quesito... - esordii io, ma m'interruppi, visto che
lo spettacolo si faceva interessante.
La ragazza, di cui non faccio il nome perché così
nessuno potrà mai immaginare di chi si tratti, era in un
autogrill. Il piatto che aveva preso, però, era freddo,
perciò era andata verso il forno a microonde per
riscaldarlo. Aveva inserito il piatto dentro il forno, e stava per
farlo partire, quando arrivò un tipo, tenendo in mano del
latte in polvere.
Quel tipo dichiarò alla ragazza il suo amore, armeggiando il
latte in polvere, ma lei, ovviamente, lo respinse, trattandosi di uno
sconosciuto obeso, puzzolente, la bava alla bocca e trent'anni
più di lei.
– Allora ci trasformeremo in
papere di gomma insieme! - gridò il maniaco, armeggiando col
latte in polvere e il forno a microonde.
A quel punto, Jealous fece una cosa che uno Shinanatra di solito non
può fare. Usò il Duck Note. Come ti ho
già detto, nel nostro mondo non esistono le penne, per
ciò non usiamo il quaderno, ma lui ne aveva ordinata una su
Internet, e scrisse il nome del vecchio ciccione bavoso sul quaderno.
Ovviamente, visto che ben pochi nel nostro mondo avevano mai utilizzato
il quaderno, né lui né io sapevamo che impaperare
una persona al fine di allungare la vita di qualcun'altra causa la
morte istantanea, perciò non lo fermai, ma mi limitai ad
esclamare:
– Ehi! Che bella penna! -
Il povero Jealous non fece in tempo a ringraziarmi, perché
subito si sciolse, e di lui non rimase che un po' di gomma fusa, che
finì presto nello scarico.”
– E ora sai come mai quel
giorno ci fu quella curiosa pioggia giallo canarino. - concluse Rem,
mentre il flashback svaniva.
– Oh. - fece Misa, fingendo di
aver compreso. - Quindi... quando quel vecchio pervertito
s'è trasformato inspiegabilmente in una paperella di gomma,
fu grazie a quel Jealous... -
– Sì. Straordinario
che tu abbia capito alla prima spiegazione. - notò Rem,
piacevolmente sorpresa. - Quindi, io ho preso il Duck Note di Jealous e
l'ho dato a te, pensando che fosse la cosa giusta da fare. -
– Capisco. - mentì
Misa. - Ma... adesso mi spieghi come si uccide uno Shinanatra? -
Rem, con estrema dolcezza, riprese a raccontare tutto quanto, con un
altro flashback e tutto il resto. Dopo aver chiarito alcuni dettagli
che le erano poco chiari, Misa si sdraiò sul letto, esausta
per l'eccessivo sforzo mentale, e ripeté:
– Quindi per uccidere uno
Shinanatra bisogna farlo innamorare di un essere umano, e poi
costringerlo a impedire l'impaperamento di questi? Troppo complicato
per me. -
– Non avevo dubbi. -
commentò Rem. Il perfido senso dell'umorismo è
cosa comune, tra le Shinantre, come illustra il celebre professor
Poggibonsi in uno dei suoi tanti manuali sulle Shinanatre.
– Però ora ho
imparato un'altra cosa da insegnare a Kira. - continuò Misa,
senza essersi accorta della battuta di Rem. - In tv gli avevo chiesto
di pensare a un modo per incontrarci, ma non arriva nessuna risposta...
forse devo prendere di nuovo io l'iniziativa... -
– Allora mi metto ad escogitare
un piano per te. E stavolta facciamo tutto come dico io. - concluse
Rem, che aveva avuto le poche idee sensate messe in atto da Misa.
Dodicesimo capitolo, dopo
mesi. Chiedo umilmente perdono, ma questa parte mi ispira
così poco che ho faticato parecchio a scrivere, e non sono
nemmeno molto soddisfatto dl risultato. Comunque, spero di metterci di
meno col prossimo capitolo.
Beh, al solito, ringrazio
tutta la gente che ha recensito il precedente capitolo, sperando che
non mi abbiate tutti abbandonato per via del mio ritardo spaventoso ^^
A presto, speriamo!
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