Ispirata ad un disegno
di Selene Volturo nel suo blog "Sharpini",
dedicato ai personaggi di Crimson Peak.
Buona lettura.
Edith
aveva appena finito di raccontare una storia al piccolo Thomas, come
faceva ogni sera dopo aver riletto le pagine dell'ultimo romanzo che
stava scrivendo e lo osservava dolcemente mentre, in piedi sul letto,
aveva preso tra le manine i suoi capelli e se li passava sulla guancia
con un'aria reverente che le ricordava dolorosamente il padre del bimbo.
Inizialmente aveva considerato la possibilità di
far abbattere Allerdale Hall e tornare per sempre in America. Poi,
durante la lunga convalescenza dovuta alle ferite e alla polmonite
contratta durante quella terribile notte, la scoperta di essere incinta
aveva cambiato tutti i suoi piani per il futuro. Consigliatasi con
l'avvocato di suo padre aveva brevettato la macchina per l'estrazione
della creta e affidato ad una delle imprese di costruzione Cushing il
restauro dell'antica dimora degli Sharpe. C'era voluto molto tempo e
denaro ma, grazie anche ai proventi inaspettati dell'invenzione di
Thomas, Edith aveva potuto occuparsi soltanto di crescere il
figlioletto. Lo scandalo sulla morte del baronetto e della sorella era
stato evitato e in futuro avrebbe raccontato al figlio quanto suo padre
fosse stato un geniale inventore e un affascinante sognatore.
Il ritratto di Thomas Sharpe era stato appeso pochi giorni
prima sopra al caminetto e sperava che, anche se non ne aveva mai
avvertito la presenza, potesse vedere come cresceva bene suo figlio,
senza paura e con tutto l'amore che a lui era stato negato.
- Thomas, è ora di andare a letto, - disse con un
sorriso, districando gentilmente i propri capelli dalla presa del
bambino.
Il piccolo annuì solennemente, poi
ricambiò il sorriso della madre e si getto tra le sue
braccia, in attesa del bacio della buonanotte.
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