La cattedra

di Socrata
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Lo attesi per circa mezz'ora: mi premevo le dita sulle tempie, il concorso mi aveva messa a dura prova.
Finalmente lui finì di verbalizzare gli esami, e così mi avvicinai alla cattedra rispondendo al suo invito. Fece i saluti di rito e congedò i colleghi, con i quali si sarebbe poi incontrato la sera ad una cena con l'intera cattedra e il suo sguardo, per il quale fino a quel momento ero stata invisibile, si rivolse a me.
Non tradii particolari emozioni: "Volevi chiedermi qualcosa?"
"No. Volevo semplicemente vederti e stare con te."
A quei tempi avevamo poco tempo e i nostri ruoli spesso ci relegavano in delle categorie poco conciliabili, costringendoci a delle conversazioni per lo più effimere o professionali. Tuttavia camminare semplicemente l'uno accanto all'altra, per i grandi corridoi dell'università, valeva più di mille discorsi.







 
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Angolo dell'autrice: Non so se una storia del genere possa interessare, ma credo che tutto sommato andasse scritta.




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