I due amanti erano avvinghiati come se le loro membra fossero rampicanti, mani e braccia che reclamavano, stringevano, si appigliavano a spalle ed a fianchi.
Gemiti rochi salirono dalla gola del moro; riempiendo l'aria, già carica di lussuria, con la melodia di ansiti e sussurri. Le sue calde e grandi mani, forti ma al contempo delicate quando vi era bisogno, trovarono la pelle nivea sotto di se e vi lasciarono dei rossi graffi, come a reclamarne il possesso.
Per tutta risposta, i suoi fianchi vennero stretti ancor più nella morsa che quelle lunghe e longilinee gambe creavano, provocando nel Ragazzo che Era Sopravvissuto un sospiro sorpreso.
Le fronti imperlate di sudore si cercarono, per poggiarsi l'una all'altra prima di riprendere il bacio lasciato poc'anzi a favore di alcuni morsi sul collo.
Un rumore provenne dal piano di sotto, ed una voce chiamò: « Harry? »
«Merda, è tornata! » Scattò in piedi il ragazzo, correndo a recuperare i propri abiti. « Devi andartene. »
Ma un mugolio si levò dal folto delle coperte che nascondevano l'altra nuda figura. « Ormai è tardi, sfregiato.»
« No, se te ne vai subito! » Il moro era quasi diventato isterico, tant'ansia lo attanagliava.
« E va bene, ma prima o poi dovrai scegliere: o me o lei. »
La voce dal piano di sotto si avvicinava, e chiamava ancora: « Harry, ci sei? »
Un colpo di bacchetta ed il biondo era vestito, mentre Harry continuava ad osservare la porta come se in questo modo Ginny non si potesse avvicinare.
« È vicina, non ti sma-! » Cominciò Harry, ma un sonoro crack risuonò nella stanza, ed il biondo Malfoy svanì.
I passi si arrestarono.
« ...Harry James Potter, apri subito questa porta e dimmi chi si è appena smaterializzato. » |