E se Katniss non si fosse offerta volontaria?

di stefaniaodair
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Mi sveglio nel letto della mamma, con Ranuncolo, dopo un incubo. Un bruttissimo incubo, in cui Katniss veniva uccisa negli Hunger Games, e non ci tengo a ricordare come. A volte sono proprio i tradimenti della memoria a permetterci di sopravvivere a questo mondo. A proposito, Katniss non c'è. Sarà andata a cacciare, e le sono infinitamente grata per quello che fa ogni giorno. Senza di lei probabilmente sarei già morta. Anzi, sicuramente. Mi alzo dal letto, con le lenzuola calde e morbide. Una delle cose più belle che ci siamo potuti permettere. La mamma dorme ancora, ma io ormai non ci riesco più...è il giorno della mietitura, come farei a rimanere rilassata, dopotutto, come mi ha detto Katniss, il mio nome è lì dentro per la prima volta, non dovrebbe succedermi nulla... Ma io sono preoccupata lo stesso, c'è comunque una possibilità che quella serva di Capitol che è Effie Trinket tiri fuori il mio bigliettino dalla boccia. Intanto si è svegliata anche la mamma, che mi rivolge un timido “Buongiorno, Prim”, proprio mentre sentiamo la porta aprirsi. Entra Katniss, con in mano del pane e delle fragole. “Ciao, paperella!” dice entrando. “E possa la fortuna essere sepre a tuo favore”, le risposi prendendo in giro Effie. Katniss sorride. Mi piace quando sorride, meriterebbe di farlo più spesso, secondo me. Poi mette a posto il pane e le fragole, decidendo di tenerli per cena, per festeggiare la fine della mietitura. Se saremo ancora tutte qui, ovviamente. Beviamo il latte di Lady, la mia capra, e la mamma mi dà un vecchio vestito di Katniss, un po' troppo largo per me, ma adattato con delle spille da balia. “Ehi, paperella, tieni a posto la tua coda!” dice Katniss mentre mi sistema il vestito. “Quack!” le sussurro scherzando. “Quack!” risponde lei prima di indossare il vestito per la mietitura. Dopo esserci sistemate a dovere, ci avviamo verso la piazza, dove ci aspettano tutti gli altri abitanti del Distretto 12. Ed ecco che la vedo. Con la faccia dipinta di bianco e vestita in stile Capitol City, Effie Trinket comincia a blaterare in direzione di noi, divisi in gruppi per sesso ed età. Dopodichè annuncia, al momento del sorteggio, “Pima le signore!” e fruga nella boccia con i nostri nomi, finchè non pesca un bigliettino e legge, mentre tutte sperano “Non io, non io!”, con la sua voce decisamente acuta... “Primrose Everdeen!”




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