Cinque
volte in cui Gale fregò
Katniss (e una in cui rimase irrimediabilmente fregato).
I
A
Matter of Control
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“È tutta questione di controllo”
mormorò la dodicenne, modellando la presa delle dita di Gale attorno
all’estremità della freccia.
Il ragazzo piegò il braccio all’indietro
per flettere l’arco e Katniss guidò i suoi movimenti perché mirasse meglio.
Erano giorni che si allenavano assieme:
Gale aveva bisogno di prendere dimestichezza con frecce e faretre e a Katniss
faceva comodo avere qualcuno che l’aiutasse, quando avvistava prede
particolarmente grosse.
Se durante le battute di caccia i due
ragazzi continuavano a mostrarsi cauti l’uno con l’altro, durante gli
allenamenti qualcosa mutava nel loro equilibrio.
In momenti come quello, quando era
Katniss a guidare i gesti del quattordicenne per aiutarlo a impugnare meglio
l’arco, erano così vicini che poteva avvertire la tensione dei suoi muscoli
contratti.
Per pochi, brevi istanti, si sentiva un
tutt’uno con lui.
Erano parti dello stesso essere, due paia
di braccia e quattro occhi concentrati sullo stesso obbiettivo.
Questo, fino a quando Gale non scoccava
la freccia.
A quel punto, in genere, l’equilibrio si
spezzava e Katniss valutava con occhio critico il tentativo del compagno.
Quel pomeriggio, Gale lasciò andare la
freccia una frazione di secondo troppo presto e mancò il tronco che fungeva da
bersaglio di qualche centimetro.
“Sei troppo impulsivo” lo rimbeccò
Katniss, riappropriandosi dell’arco. Non fu sorpresa del suo risultato:
capitava spesso che il giovane scoccasse troppo in fretta, impaziente di
padroneggiare quella nuova abilità il prima possibile. Archi e frecce erano
strumenti utili alla sopravvivenza sua della sua famiglia e, come tali,
andavano sfruttati il prima possibile. O, almeno, questo era ciò che pensava il
ragazzo.
“Devi controllare meglio il braccio: tu
agisci sempre seguendo l’istinto” aggiunse Katniss.
Non ottenne risposta: Gale si stava già
allontanando per riprendere la freccia, incurante dei suoi consigli. Non era
mai di molte parole, ma quando sbagliava qualcosa, invece che chiedere aiuto,
si chiudeva in lunghi silenzi meditativi che la infastidivano.
“Presuntuoso” mormorò fra sé la
ragazzina, incominciando a correre.
Improvvisamente, avvertiva una gran
bisogno di arrivare alla radura prima di lui: cogliendolo di sorpresa, sarebbe
senz’altro riuscita a soffiargli la freccia da sotto il naso.
O almeno così pensava.
C’erano ancora una decina di metri che la
separavano dall’albero ‘bersaglio’, quando qualcosa si frappose fra il suo
piede e il terreno, facendola rovinare a terra.
La sorpresa e l’impatto con il terreno le
strapparono un gemito.
Katniss disincastrò il piede dalla radice
che l’aveva fatta inciampare e un dolore sordo le inondò il ginocchio. Cercò
comunque di alzarsi, realizzando che Gale la stava raggiungendo.
“Tutto bene?” chiese il ragazzo,
accovacciandosi al suo fianco. “Perché ti sei messa a correre così?”
La ragazzina lo ignorò; provò di nuovo
ad alzarsi e ce la fece, ma una smorfia di dolore le contrasse il viso: non
riusciva a piegare la gamba senza provare dolore.
“Non lo so… Volevo arrivare prima di te
alla freccia, credo” ammise infine, sentendosi più stupida a ogni sillaba; la
freccia ormai giaceva al sicuro nella mano destra del ragazzo e in quanto a
lei, era solamente riuscita a fare la figura della ragazzina imbranata.
L’ultima cosa di cui aveva bisogno per
dimostrare le sue abilità di cacciatrice.
Quando tornò a guardare Gale, il ragazzo
stava sorridendo.
Era strano, il suo sorriso: lo
trasformava da qualcosa di minaccioso in uno che avresti voluto conoscere.
“E poi sarei io l’impulsivo, eh?” scherzò
il giovane, scoprendole il ginocchio per controllare il danno.
Katniss lo freddò con lo sguardo: il moto
di simpatia che aveva provato per lui poco prima svanì di colpo.
Strinse i denti, sforzandosi di non
ribattere mentre il quattordicenne le esaminava il punto contuso.
“Sembrerebbe una lussatura” osservò infine
Gale, sistemandole la gamba dei jeans. “Ce la fai a camminare se ti reggi a
me?”
“Posso farcela anche da sola” mentì la
ragazzina, appoggiandosi al tronco di un albero. Cercò di fare qualche passo,
ma già al secondo fu costretta a fermarsi. La gamba le cedette e Katniss si
trovò a terra ancora una volta, sorretta da Gale per i fianchi.
Il giovane, a quel punto, s’inginocchiò.
“Aggrappati al mio collo e tieniti forte”
ordinò.
Inizialmente, Katniss tornò a rifiutare
l’aiuto dell’adolescente: il suo orgoglio le impediva di accettare una proposta
simile. Il buon senso e le fitte lancinanti al ginocchio, tuttavia, la
convinsero presto a cambiare idea.
Gale se la caricò sulle spalle e la
trasportò fino a casa, mostrandosi insolitamente loquace: chiacchierò con
tranquillità di caccia e del prezzo che avrebbero potuto attribuire alla
selvaggina se l’avessero venduta al Forno.
Lungo
il tragitto, Katniss si sentì a suo agio come non si era più sentita da giorni
in compagnia di Gale, e questo la stupì. Più volte fu sul punto di ringraziarlo
Gale per quell’atto di gentilezza nei suoi confronti, ma non le sembrava mai il
momento giusto.
Quando
finalmente trovò le parole per farlo erano ormai quasi arrivati al punto della
recinzione di filo spinato attraverso il quale accedevano al Prato.
Prima
che avesse il tempo di aprire bocca, tuttavia, venne interrotta dalla voce del
ragazzo.
“Sai,
se vuoi davvero sopravvivere di caccia dovresti prima imparare a camminare” la
punzecchiò Gale con un mezzo sorriso, prima di depositarla a terra con
delicatezza. “Non è poi così difficile: è tutta una questione di controllo”
aggiunse, scimmiottando le parole che lei stessa gli aveva rivolto durante
l’allenamento.
Le
guance di Katniss si tinsero di rosso: tutto a un tratto la sua voglia di
ringraziarlo venne meno.
“Io
e te non diventeremo mai amici” sibilò infine, dandosi da fare per trascinarsi
oltre la recinzione.
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Raccolta
scritta per la challenge 5 volte + 1 sul cosmic ocean.
Buonasera! L’idea delle
5 volte + 1 mi ha sempre stuzzicato, così ho pensato di fare un tentativo
cercando di raccontare i primi passi dell’amicizia fra Gale e Katniss.
Il prompt per questa prima storia era “Controllo”. Al più presto
pubblicherò la successiva, ambientata sempre durante i primi sei mesi di
conoscenza di Gale e Katniss.
Grazie infinite a
chiunque sia passato a leggere questa storia! So che i fan di Gale (per non
parlare di quelli che sostengono l’Everthorne) sono pochi, ma so anche che
siamo pochi ma buoni!
Laura