La sera
stava lentamente lasciando il posto alla notte quando Fabrizio
uscì dal pub dirigendosi verso il suo albergo. No,
decisamente non era così che si era immaginato la sua
“vacanza rigeneratrice”, come l’aveva
chiamata.
Quando
aveva rotto con Roberta avrebbe solo voluto prendere il mondo a calci,
per questo aveva accolto con soddisfazione la proposta di Federica:
-
Andiamo in vacanza! Avevi già prenotato ad Atene per tutti e
due, vero? Bene, ci vengo io con te! –
Poi
lei era rimasta vittima di una appendicite fulminante qualche giorno
prima della partenza, ma non aveva voluto sentire ragioni, e lui aveva
dovuto partire comunque, pagando solo la sua parte. Eh, bello essere
talmente ricchi da potersi permettere di pagare un viaggio che non si
fa nemmeno…
Almeno
nel giro di qualche giorno sarebbe arrivata anche sua sorella Ginevra!
Piuttosto che buttar via i soldi pagando una vacanza non goduta da
nessuno… Aveva proposto a Ginevra di raggiungerlo dopo aver
concluso gli esami estivi, “vacanze separate” le
aveva però specificato. Ci mancava solo sopportare la
sorella maggiore in una delle sue interminabili prediche!
Chissà poi perché le aveva detto di
venire…
Bugiardo,
lo sapeva benissimo il perché! La verità era che
un’intera vacanza da solo sentendo pesantemente la mancanza
di Roberta lo avrebbe fatto impazzire, e in fondo sua sorella era una
piacevole compagnia, quando non attaccava con uno dei suoi sermoni. E
poi era stata l’unica che non aveva avuto nulla da dire
quando si erano lasciati, si aspettava da lei chissà quale
ramanzina, invece si era limitata a piombare in camera sua il sabato
sera, una decina di giorni dopo, aveva spalancato il suo armadio, gli
aveva gettato addosso i suoi splendidi pantaloni bianchi di Calvin
Klein (una follia durante i saldi per farsi un regalo dopo la
maturità), una camicia chiara e il suo maglione preferito,
poi lo aveva trascinato in macchina e lo aveva portato per i locali
della città, prendendolo e prendendosi in giro, parlando di
tutto e di niente, lasciandolo bere e restando sobria. Non aveva mai
nominato Roberta. Gli aveva sostenuto la fronte quando aveva vomitato
in un parco, e aveva mantenuto il segreto con i loro genitori, che non
sarebbero stati d’accordo con la sbronza. Era stato bene
quella sera, era stato il momento in cui era riuscito a voltare pagina
e riprendere in mano la propria vita. Questa vacanza era un modo per
ringraziarla; da quando un anno prima si era gettata nello studio e
nella preparazione della tesi per superare la delusione
dell’abbandono di Giovanni non si era più presa un
giorno di ferie. Ma non era sicuro che fosse stata una buona idea
partire prima, da solo.
A
lui non fregava niente di Atene, l’aveva scelta Roberta, era
suo il sogno di visitare il Partenone, di camminare… come
diceva?… “in mezzo alla
storia”…
Aveva
sperato di potersi almeno consolare con qualche bella fanciulla, ma la
lingua si stava rivelando un ostacolo insormontabile… Per le
necessità quotidiane di base se la cavava con il suo inglese
stentato e l’internazionale linguaggio dei segni, ma un
corteggiamento a gesti non era particolarmente romantico, né
efficace… E poi nessuna di quelle ragazze poteva essere
neppure lontanamente paragonabile a lei…
Cerco su ogni volto un ricordo
e sembra che il tempo non sia
mai trascorso
e un brivido chiude lo stomaco
rimango incredulo e so
che le emozioni non muoiono
mai...
Si
fermò, guardando per un istante la sua immagine riflessa in
una vetrina, illuminata dalla luce dei lampioni che si stavano
accendendo. D’accordo, il suo fisico non era propriamente
“statuario”, un po’ di pancetta ce
l’aveva, ma le ragazze non gli erano mai mancate, sapeva di
possedere un carisma difficile da trovare in altre persone. I suoi
occhi erano in grado di lanciare sguardi irresistibili…
Sì, era proprio, come diceva sua sorella quando voleva
prenderlo un po’ in giro, “un bel
fighino”.
Quello
che camminava davanti a lui, quello sì che era un fisico da
paura! Chissà quante ore di palestra gli toccava fare per
mantenere quella schiena, quei bicipiti a cui la ragazza che gli rideva
al fianco si attaccava con tanta fiducia… Uhm, non che lei
fosse da buttare… Splendidi capelli rosso fuoco, un fisico
da urlo…
Scosse
la testa. Basta, aveva decisamente bisogno di infilarsi sotto una
doccia. Sfogò la sua frustrazione dando un calcio a una
lattina vuota che si era innocentemente posta sul suo
cammino… con un po’ troppa forza, dato che
andò a picchiare contro il solido polpaccio del ragazzo, che
si voltò sorpreso.
“Ci
mancava anche questa… Oggi le sfighe capitano tutte a
me”. Sfoggiò un’espressione imbarazzata
e dispiaciuta:
-
Sorry… -
La
statua sorrise:
-
No problem - dopo di che si girò nuovamente e se ne
andò per la sua strada, con la ragazza cinguettante sempre
al suo fianco.
-
Sorry un bel paio di palle… - mormorò Fabrizio
astioso, appena furono lontani – Brutto ammasso di muscoli,
chissà cosa ti pompi in vena… -
Entrò
borbottando nel suo hotel e si chiuse immediatamente in bagno, sperando
che l’acqua della doccia fosse veramente bollente e non
semplicemente tiepida come il giorno prima. La cena avrebbe aspettato,
avrebbe sicuramente trovato un McDonald da qualche parte…
Ciao a
tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sono
tornata!!!
Pensavate
forse di liberarvi di me? E invece no, vi avevo avvisato che ci avevo
preso gusto!
So
che la storia con il protagonista maschile mi era stata cassata, ma in
fondo avevo creato un personaggio che mi piaceva, così ho
deciso di tenerlo (beh, c'è da dire che anche mio fratello
che mi minacciava con in mano un bazooka è stato
particolarmente convincente...), ma gli affiancherò la
presenza femminile, giusto per accontentare un po' tutti...
Fatemi
sapere se questo inizio vi piace (sì, lo so, è
corto, ma è solo una sorta di prologo...) o se reputate che
abbia già dato il meglio di me e dovrei ritirarmi...
Alla
prossima, baci baci a tutti!!!
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