Cinque
volte in cui Gale fregò
Katniss (e una in cui rimase irrimediabilmente fregato).
II
The
hardest you try…
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“Devi muovere la testa
di lato per respirare.”
Katniss chinò il capo per
mostrargli come fare, esibendosi in un paio di bracciate a stile libero.
Gale l’osservò per qualche
istante, prima di ricominciare con i tentativi: non sembrava a suo agio, nel
sentirsi impartire consigli da una ragazzina. Si tuffò in avanti e azzardò
qualche bracciata imprecisa, sbattendo furiosamente i piedi per tenersi a
galla: aveva scelto di imparare a nuotare nell’acqua alta, convinto che il
rischio di affogare l’avrebbe spinto ad apprendere più in fretta.
“Attaccati a me” cercò di
convincerlo Katniss, tendendogli la mano, dopo averlo osservato divincolarsi
per qualche minuto.
Gale rifiutò con un cenno
brusco del capo che gli costò la concentrazione; smise di battere i piedi e
scivolò verso il basso, bevendo un po’ d’acqua. Era fatto così, Gale. Dopo mesi
di compromessi e alleanze nei boschi stava ormai imparando a conoscerlo. La sua
intera vita sembrava fatta di tentativi in solitario, prove di resistenza
contro se stesso per scoprire quanto in là sarebbe riuscito a inoltrarsi pur di
offrire alla propria famiglia una qualità della vita il più decente possibile.
“Se mi aggrappo alla tua mano,
finirei per trascinarti sott’acqua con me: sei secca come un chiodo” osservò il
ragazzo, riprendendo a nuotare.
Katniss lo guardò storto;
d’impulso, appoggiò la mano sulla sua testa e lo spinse sotto la superficie.
Gale si liberò dalla sua presa e batté i piedi per riemergere, ma dopo qualche
istante ogni suo movimento cessò.
La ragazza si affrettò a
raggiungerlo, preoccupata di quella reazione; lo afferrò per un polso e cercò
di riportarlo a galla, ma Gale sembrava un peso morto. Aveva gli occhi chiusi e
le braccia distese lungo i fianchi.
Katniss tirò con più forza, un
principio di preoccupazione a premergli il petto.
Che ti prende? Gridò
mentalmente, agitando i piedi con tutta la forza che possedeva in corpo; la
paura s’impossessò di lei, aggiungendo furia ai suoi movimenti.
E poi, proprio mentre stava
incominciando a muovere il corpo di Gale verso l’alto, il ragazzo si animò.
Riaprì gli occhi e scalciò con energia, fino a riemergere un po’ a fatica dopo
qualche secondo.
Katniss si affrettò a
sostenerlo, mentre il ragazzo riprendeva fiato, visibilmente stravolto. Gridò
il suo nome più volte, per assicurarsi che stesse bene: non riusciva proprio a
comprendere che cosa potesse essere successo. Gale non parlò fino a quando non
raggiunsero l’acqua più bassa e poté appoggiare i piedi a terra. A quel punto
si mise a ridere, sotto lo sguardo perplesso della giovane.
“Te l’avevo detto che ti avrei
trascinato sott’acqua con me” esclamò all’improvviso, stringendosi nelle
braccia per ripararsi dal freddo.
Katniss impiegò qualche istante
a comprendere il significato di quella frase.
“Lo sapevo che era tutta una
messa in scena!” s’infuriò, lasciandolo andare di scatto, come se scottasse.
“Sei proprio un idiota!”
Gale si strinse nelle spalle.
“Avevo bisogno di controllare
alcune cose” spiegò, incominciando a tremare: aveva le labbra quasi viola e i
polpastrelli completamente raggrinziti. “Come potevo essere certo di saper
nuotare, se non ero mai stato nelle condizioni di affogare? Dovevo provare e
vedere se sarei riuscito a cavarmela anche così.”
Katniss scosse la testa; non
l’avrebbe mai ammesso di fronte a lui, ma per certi versi riusciva a
comprendere quel ragionamento. Questo, tuttavia, non bastava per farle passare
l’arrabbiatura.
“L’hai fatto solo per
spaventarmi” replicò, mettendosi a braccia conserte: incominciava ad avere
freddo anche lei.
Gale abbozzò un mezzo sorriso.
“Se non altro, abbiamo scoperto
che non sei così secca come sembri” osservò. “Prima che riemergessi stavi
riuscendo a spostarmi verso l’alto.”
Katniss gli rivolse un’occhiata
carica di collera. Erano passati diversi mesi da quando lei e Gale si erano
conosciuti. Ormai, il ragazzo stava incominciando a capire di avere a fianco
una compagna di caccia valida, eppure di tanto in tanto si divertiva ancora a
prenderla in giro. Katniss sapeva che lo faceva solo per farla arrabbiare,
eppure non riusciva a non infuriarsi di fronte a quelle punzecchiature.
“Ti odio” sibilò piccata,
dandogli le spalle per tornare a riva.
Gale rimase a fissarla in
silenzio per qualche istante.
“Non è vero.”
La ragazza si fermò; qualcosa
nel suo tono di voce la spinse a voltarsi nuovamente verso di lui: sorrideva
ancora, ma non sembrava poi così sicuro delle sue parole.
Katniss ammorbidì la sua
espressione.
“Infatti” fu costretta ad
ammettere, camminandogli incontro. Non gliene aveva mai parlato – né,
probabilmente, l’avrebbe mai fatto – ma Gale era la prima persona con cui
riusciva a sentirsi al sicuro da quando suo padre era morto. Non poteva
odiarlo, né tantomeno limitarsi a tollerarlo. Qualcosa li aveva portati a
incontrarsi nei boschi per caso un giorno di sei mesi prima e da quel momento
le loro strade non si erano più separate.
Il loro rapporto andava ben
oltre l’essere semplici compagni di caccia. Erano amici: o, per lo meno,
stavano imparando ad esserlo.
E fra amici è normale giocarsi
dei tini mancini.
“Ma questa me la paghi” esclamò
improvvisamente la ragazza, schiacciando nuovamente la testa del ragazzo
sott’acqua. Questa volta Gale era preparato e la placcò per i polsi, cercando
di fare lo stesso con lei.
Incominciarono a giocare,
sfidandosi a vicenda in gare di lotta e schizzi. Ridendo, allentarono la
guardia forse per la prima volta da quando si erano conosciuti.
Non fu immediato: ma dopotutto,
anche nelle amicizie più strette c’è sempre un primo tentativo.
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Raccolta
scritta per la challenge 5 volte + 1 sul cosmic ocean.
Il prompt per questa seconda
storia storia era “Prova/Provare (Tentativi)”. Anche questo
secondo capitolo, come il precedente, è ispirato a un episodio accennato in “Catching
Fire”, ovvero il fatto che Katniss abbia insegnato a Gale a nuotare. Spero di
riuscire a postare la terza parte al più presto, ma temo che ci vorrà un po’.
Grazie infinite alle
persone che hanno letto e commentato il capitolo precedente!
Laura