L'artista

di Black Iris
(/viewuser.php?uid=678192)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Quando le foglie ricoprono i parchi,
quando il freddo ci rende più stanchi, 
quando anche il tempo ci da malumore
e dietro alle nuvole si staglia il sole,
allora gioiscono solo gli artisti,
catturano istanti di animi tristi,
ghiacciano il tempo, le emozioni
imprimono vento e sensazioni.
Quando il freddo diventa pungente,
quando la rondine più non si sente,
ma il canto dei corvi sorge marziale,
tutto sembra con odio marciare,
allora gioiscono solo gli artisti,
fiori col ghiaccio vengon scolpiti,
creano caldo, dove c’era tempesta,
dov’era l’odio, portano festa.
Quando la gente piange in silenzio,
quando diventa puzza l’incenso,
quando le mani stringono carbone
e il nostro corpo diventa prigione,
allora nessuno ne può più gioire,
non ride un’artista, ma ride un sire
e anche se siamo vicini a natale,
c’è ancora chi riesce a farci star male.
Guardiamo più indietro a tempi passati,
se siamo meglio, o siam peggiorati.
Torniamo a quando fummo innocenti
E credevamo in ‘felici e contenti’,
torniamo a quando sapevamo sognare
il mondo era bello, volevamo viaggiare,
eppur siam cambiati, in peggio direi,
eppure non siamo mai noi i rei.
Ma come mai non si può più sognare,
tornare su neve,  rider, giocare?
Perché dopo esserci intravisti
Non torniamo a essere artisti?
Perché se un’artista è colui che si esprime,
possiamo tornare a comporre rime,
perché se un’artista è colui che dipinge,
è anche colui che a gioia ci spinge.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3339109