Raggiunse
la tomba semi-nascosta dagli alberi che il sole era quasi tramontato.
Vi
depose i miseri fiori che aveva raccolto lungo il sentiero, mentre si
guardava circospetto, la fretta nelle gambe e il dolore nel cuore,
più simile a un coniglio spaventato che al leone rampante
che le stelle avevano deciso fosse.
Guardò
stancamente la pietra mal conficcata in terra, deposta lì
anni prima come improvvisata lapide per il fratello: allora, ricordava,
non aveva avuto la forza di incidere quel nome per timore che qualcuno
potesse scoprire e distruggere quel piccolo luogo commemorativo.
Per
un momento le labbra gli tremarono.
Avrebbe
doluto parlare, dire qualcosa di grandioso e degno, ma non riusciva.
Le
parole si fermavano in gola, i pensieri nel cervello, come se mancasse
l'aria.
Accarezzò
la superficie fredda della pietra con delicatezza e attenzione, come
con un gioiello prezioso.
Quasi
sorrise pensando che a vederlo in tal guisa, il fratellone
(così lo chiamava quando erano soli) l'avrebbe preso in giro
per quel gesto così gentile, lui che lo considerava un
irriducibile pasticcione.
Magari
avrebbe anche riso di quella risata cristallina che incominciava a
dimenticare.
Un
altro anno era passato.
L'anno
che Aiolos morì, scomparvero i giochi e le risate, i
pomeriggi trascorsi a correre nel bosco.
I
colori persero la lucentezza, le stagioni smisero di cambiare.
Il
sole di splendere.
Ovunque
era silenzio, ovunque mancanza.
Ogni
cosa era lui, e contemporaneamente non lo era più.
Lo
voleva ricordare sotto le fronde di un albero, con la brezza leggera
che gli scompigliava i riccioli biondi (O era castano?Non
ricordava...), gli occhi chiusi e il sorriso beato dei cuori gentili.
Quell'immagine
cozzava con quella dell'Aiolos traditore, sovvertitore del sacro ordine
imposto dalla dea Athena!...Possibile che un uomo così buono
avesse commesso ciò che sosteneva il Gran Sacerdote? Lui?
Che si era sempre distinto per lealtà e
generosità?
Ah!Quanto
avrebbe voluto rivederlo, ascoltare la sua voce!
Gli
sarebbero bastati pochi attimi per lenire la lenta agonia che lo
pervadeva...
Ma
era impossibile, lo sapeva bene.
Così
come sapeva che tali riflessioni non dovevano esser fatte, soprattutto
da Aiolia del Leone, il fratello dell'ingannatore : laggiù,
al Grande Tempio , aspettavano solo una mossa falsa per gioire delle
sue disgrazie.
Non
avrebbe ceduto, si disse. Avrebbe mostrato a tutti la sua forza, la sua
tenacia.
Aiolos
sarebbe stato riscattato.
Si
incamminò sulla strada del ritorno che le prime ombre della
sera macchiavano l'amaranto del sole morente.
Angolo dell'autore:
Salve, o eventuale lettore!
Grazie per aver letto questo piccolo racconto! *porge biscotti*
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