La Guerra Della Trinità

di Jakrat
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CAPITOLO 10

POTERE


Il treno trascinò Tirek per mezza città, prima di terminare la sua spinta impiantandosi contro la parete che segnava il dislivello tra il torrente che scorreva davanti al palazzo municipale di Ponyville e la strada, segnando il suo passaggio con un largo e profondo solco.

Il centauro aprì le lamiere della locomotiva come se fossero fatte di carta. Libero, si tuffò nell'acqua che gli arrivava alla radice delle zampe e, con la magia, fluttuò fino a tornare con i piedi sulla piazza principale, cercando con lo sguardo l'umano che lo aveva attaccato in maniera così insolita.

Rimase sorpreso di riconoscere un umano, mentre questo atterrava proprio davanti a lui.

I due non si scambiarono una parola. Semplicemente, il centauro si massaggiò le nocche delle mani mentre l'umano avanzava con passi pesanti camminando sopra le lamiere spezzate di quel che restava del treno.

Quando furono abbastanza vicino, Tirek ruppe il silenzio «Prima di cominciare, devo chiederti una cosa. Pensi davvero che tutto questo valga la pena, dannarsi tanto per una sirena?»

Dopo un breve istante di riflessione, Alastor confessò «Dannarsi... ammazzare... morire... bruciare all'inferno... cazzo, certo che ne vale la pena!»


Lo stridio innaturale delle forze del Tartaro colpì le difese di Ponyville come un impatto psichico ed echeggiò lungo gli edifici in rovina e i viali sconnessi di quel che restava dell'allegra città.

Princess Luna balzò sul corpo fumante e privo di sensi di un abominio e ordinò alle guardie unicorno di fare fuoco. Come una pioggia orizzontale, raggi di puro potere magico di ogni colore fecero a brandelli ogni offensiva, riempiendo l'aria delle grida e dei lamenti degli orrori provenienti dal Tartaro, eppure i maledetti continuavano ad avanzare nonostante le ferite: troppa era l'invidia e il risentimento verso “i liberi” perché potessero fermarli così facilmente. Pareva si cercasse di abbattere le montagne.

La principessa della notte avvertì le grida di quelle guardie che venivano travolte come fredde lame nel manto. A pochi metri da lei, una squadra di pegastrelli svanì sotto la marea zampettante dei mostri.

Altri soldati accorsero per aiutare i loro compagni, ma la situazione sembrava destinata a mutare mai.

Per la prima volta nell'arco di secoli, Princess Luna provò la vera disperazione: senza sua sorella o le sue studenti, non sapeva come avrebbero fatto a sopravvivere quel giorno. Poteva gestire la minaccia Mutante con le forze che aveva a disposizione, ma non anche un'evasione dal Tartaro, tutto concentrato in una volta!

No, pensò, scacciando quel pensiero dalla sua mente; se era destinata al fallimento, l'avrebbe affrontato con il corno carico di magia e l'oscura chiamata alla guerra che le tuonava nel petto. Con un penetrante urlo di guerra abbassò la testa e caricò l'orda.

Princess Luna non mosse che un paio di passi, quando un vento gelido la bloccò. Alzò lo sguardo e ammirò l'ombra dello sciame Mutante abbattersi sui nemici comuni, travolgendoli come un'onda.

Anche i mostri del Tartaro sembravano sorpresi e un'ondata di smarrimento si fece strada strisciando su di loro.

L'alicorno si sorprese dell'aiuto inaspettato di Queen Chrysalis, ma non era tempo per questionare sulle intenzioni della regina dei Mutanti: radunando i suoi seguaci si gettò nella mischia e la sua magia abbatté più e più volte i nemici, dando il suo contributo a quella che sarebbe passata nei libri di storia come “La Guerra Della Trinità”: Pony, Mutanti e Sirene in guerra per il controllo di Ponyville.


Twilight Sparkle si muoveva freneticamente da un bozzolo all'altro: insieme alla sua mentore Princess Celestia erano riuscite a stanare quella decina di Mutanti posti a guardia del Lago Specchio in meno di un minuto. Forse la magia degli alicorni non è superiore a quella degli altri pony, ma sicuramente quella della sovrana di Equestria e della sua studente supera di gran lunga la media!

Mentre la principessa dell'amicizia si dannava per cercare le sue amiche e usasse tutto il potere a sua disposizione per accelerare il processo, colei che muoveva il sole restava in disparte, legando i Mutanti nella melma dei loro stessi bozzoli per impedire che scappassero o tentassero di contrattaccare quando, eventualmente, avrebbero ripreso i sensi. Nel contempo, era evidentemente assorta in altri pensieri.

Comunque, non ci volle molto perché Twilight trovasse e liberasse finalmente le sue amiche. Ritrovarsi fu per le sei giumente una gioia impossibile da descrivere, ma purtroppo non poterono festeggiare: come la stessa Princess Celestia ricordò, c'era ancora una guerra in corso a Ponyville e con il ritorno delle Dazzling c'era tutto il bisogno possibile del misterioso potere nato dall'Albero dell'Armonia e non solo.

Twilight provò un sadico piacere nel sigillare assieme a Princess Celestia e agli altri unicorni rapiti da Queen Chrysalis, per quanti pochi fossero, la magia del Lago-Specchio. Fu un processo che richiese minuti preziosi, ma ogni singola nuvola che incontrarono da quando usciti dalla grotta che saettava verso il suo luogo di origine era una nuova ondata di orgoglio nel cuore della principessa lilla.

Accelerò il passo, ansiosa di liberare Ponyville assieme alle sue amiche e sistemare una volta per tutte Queen Chrysalis, la colpevole di tutta quella crisi.


Un'onda d'urto nata dalla zona del colpo rimbombò nell'aria, seguito subito da un altro e un altro ancora.

Nella piazza occupata da Alastor e Tirek, privi delle distrazioni del conflitto grazie alla sua concentrazione intorno alla zona dell'ospedale e dalle Dazzling, i due avversari duellavano scambiandosi colpi di inusuale ferocia per gli standard dei pony.

Quando Alastor, afferrando i polsi del centauro, riuscì ad assestargli un calcio dritto nel petto e a scagliarlo contro uno dei palazzi, facendoglielo attraversare da parte a parte, lo scontro parve prendere una leggera pausa.

Tirek ritornò lentamente dall'umano passandosi il dorso della mano sul labbro: un gancio ben assestato gli aveva rotto il labbro e il sapore dolciastro del sangue gli impregnava le papille gustative, per non parlare dei lividi e delle escoriazioni guadagnate con le sirene prima. Per lo meno, i suoi nuovi poteri rigeneranti lo stavano curando da ogni male.

Tuttavia, se il centauro cominciava ad accusare gli effetti di quel duello estremo, l'umano non era certo messo meglio.

Per quanto continuasse a mostrarsi spavaldo e sicuro di qualunque magia avesse ottenuto, non era difficile vedere attraverso i suoi vestiti bruciati e strappati i segni di ferite e tagli più o meno grandi che ancora sanguinavano. Eppure, lui restava in piedi, saldo sul terreno e con i pugni all'altezza del viso, a fissarlo mentre le spalle si alzavano e abbassavano seguendo il ritmo del suo ansimare.

Fu allora che Tirek notò l'anello che pulsava di una luce amaranto sull'anulare sinistro dell'umano «Tsk... non ti chiedi nemmeno perché tu sia diventato così potente, con quella misera frazione di potere? Sono pronto a scommettere che è stata proprio Queen Chrysalis a dartelo... e tu non ti sei fermato un solo secondo a domandare a te stesso perché!»

Alastor non rispose. Impossibile distinguere se non gli importava oppure non sapeva rispondere.

«La tua specie... voi bipedi. È lì il segreto.» continuò Tirek, avvicinandosi con passi lenti e studiati a lui tenendo le braccia larghe e un imperturbabile sorriso sulla faccia «Se Twilight Sparkle, o Queen Chrysalis, avessero avuto la stessa possibilità... non sarebbero riuscite a fare quello che stai facendo te: nessuna di loro possiede la forza o il coraggio di fare quello che è necessario, per fermare quelli come me. Ma tu, un umano, il tuo genere uccide i suoi simili per vincere in guerra e li umilia in tempi di pace per sentirsi migliore. Qualità ammirevoli, se vuoi il mio parere.»

«Che cosa vuoi?» domandò allora Alastor, abbassando lentamente la guardia.

Tirek inarcò un angolo della bocca. In cuor suo, sentiva di avere già l'umano in pugno «Questo non è il tuo mondo. E nessuno di loro ha fatto qualcosa per aiutare te, se non sbaglio. Se vorrai lasciarmi...»

«Hai intenzione di fare del male ad Aria Blaze.» lo interruppe Alastor

Tirek si bloccò, sorpreso da quelle parole «Come, prego?»

«Credi che quello che ho fatto finora l'abbia fatto per Twilight? Per Equestria? Allora sei così scemo che sapresti farti investire persino da un'auto parcheggiata! È vero, per molte cose siamo simili: a me non importa di questi pony, che Equestria bruci o no non me ne può fregare di meno. Ma so che quelli che te non mollano e tu vuoi i poteri di Aria Blaze. Semplicemente, non posso permettertelo.»

Tirek ignorava cosa fosse un'auto parcheggiata, ma sapeva perfettamente cosa vole va dire “la parola con la esse”. Sentitosi deridere in quel modo dal primo umano che incontrava personalmente, una grande furia riempì l'animo del centauro, che ringhiò «Perché?»

«Andiamo. Ormai lo hanno capito anche i sassi!» rispose Alastor, prima di saltare colpendo con il pugno la faccia del suo avversario.

Il colpo sollevò il centauro da terra di un palmo e, prima che potesse reagire, l'umano colpì con un calcio il petto dell'avversario spedendolo lontano contro un altro edificio, su cui impresse la sua sagoma.

Per la prima volta da quando aveva dedicato la sua vita a quello scopo, Tirek ebbe paura.

Paura di poter davvero essere sconfitto, paura di morire.

Ma allo stesso tempo avvertì salire una furia animalesca: aveva trovato un avversario temibile in un umano, un bipede! Non una principessa alicorno, non un Draconequus, nemmeno una sirena... un misero essere proveniente da una dimensione senza magia! L'unico ostacolo tra lui e il potere assoluto era un misero umano!

Come osava?

Mentre si rialzava, ringhiò «Feccia bipede...»

Senza scomporsi, Alastor lo derise alzando i pugni «Malvagio e razzista? Che pessimo esempio per i bambini!»

Ferito nell'orgoglio, Tirek si avventò contro Alastor mentre riempiva di potere magico i pugni, pronto ad abbatterli su di lui non appena sarebbe giunto a portata, gridando a pieni polmoni tutta la sua rabbia.

Dall'altra parte, Alastor caricò a sua volta il nemico, gridando mentre la distanza tra i due diminuiva e rispondendo al pugno del nemico con un altro pugno, che impattò pesantemente sulle nocche del centauro.

L'onda d'urto scatenata dall'incontro ruppe parecchi vetri del palazzo sotto cui si trovavano, il municipio di Ponyville, uno dei pochi luoghi ad essersi salvato dalla guerra fino a quel momento grazie alla sua posizione, lontana dal fulcro degli scontri.

I due avversari, tuttavia, non si curavano di questo fatto curioso: la forza inarrestabile di Tirek e l'inamovibilità di Alastor lasciavano al loro scontro solamente due finali possibili: o la morte del centauro, o quella dell'umano.

Tirek era furioso per questo, avvertiva il suo orgoglio ferirsi al pensiero che una creatura così estranea a lui come un essere umano potesse impensierirlo fino a quel punto.

Di contro, Alastor non poteva non sorridere all'ironia della situazione in cui si trovava: per la seconda volta stava per uccidere qualcuno con la sue stesse mani e anche questa volta, in un modo o nell'altro, Aria Blaze ne era la causa.

Ma, esattamente come aveva detto prima lui stesso, ne valeva la pena.

Sotto la pioggia di pezzi di vetro, i due contendenti si attaccarono ancora con le mani libere.

Questa volta, fu Alastor a colpire il centauro, prendendolo in pieno ventre con una violenza tale da sollevarlo da terra e scagliarlo come sparato da un cannone verso l'alto, portando il possente Tirek a demolire parte della facciata del municipio. Senza dargli tregua, Alastor saltò e, grazie alla sua forza amplificata dalla magia, si avventò sul centauro.

Quello che accadde nei secondi immediatamente successivi fu impossibile da comprendere.

Chiunque avesse potuto assistere alla scena, avrebbe potuto vedere soltanto la massa informe dei due avversari risalire rapidamente il palazzo, muovendosi in volo, spinti unicamente dalla violenza dei pugni che si scambiavano, accompagnati dall'incessante boato che accompagnava i loro attacchi ogni volta che andavano a segno, come una serie incessante di fuochi artificiali, e dalla cascata di detriti che lasciavano cadere al loro passaggio.

I colpi venivano inferti senza sosta, la ferocia dello scontro era quasi animalesca. In breve entrambi i nemici superarono l'intero edificio, rimanendo sospesi nel vuoto, con le mani di uno strette intorno al collo dell'altro.

Dopo pochi secondi, troppo pochi per distinguere chi dei due si trovasse in vantaggio, Tirek si liberò dalla presa di Alastor, lo afferrò e lo lanciò violentemente contro il tetto del municipio.

Nell'istante immediatamente seguente, il corpo del centauro venne avvolto da un'accecante luce rossa e si abbatté come una meteora sul corpo dell'umano.

Quello che accadde dopo non si conosce per intero, ma Tirek travolse l'umano con la furia del mare in tempesta, trascinandolo attraverso il tetto e poi sempre più in giù, sparendo dalla vista.

Mentre proseguivano la discesa, devastando quello che restava del palazzo, nuvole di polvere e fumo saettarono dalle crepe e dalle finestre aperte del palazzo, precedute dagli scoppi delle condutture e dal cedimento degli infissi che accompagnavano il passaggio dei duellanti.

Un piano dopo l'altro, giunsero finalmente al piano terra e, nell'esplosione che ne segnò l'impatto, le fondamenta vennero meno e l'intera struttura crollò su di loro.

La distruzione del municipio alzò una densa nuvola di fumo che avvolse l'intera piazza per diversi minuti.

Non si sentiva più combattere.

Il silenzio tombale, interrotto soltanto dal lontano eco della guerra che ancora continuava a diversi metri di distanza, insensibili a quella sfida tra mostri, accompagnò morbosamente il paesaggio del centro cittadino, mentre la nebbia provocata dai detriti lentamente scioglieva il suo gelido abbraccio.

Nei cumuli disordinati delle macerie che un tempo erano il glorioso municipio di Ponyville, qualcosa cominciò a muoversi.

Un leggero tremito scosse le macerie mentre una voce, di intensità via via sempre crescente, accompagnò la liberazione di Tirek.

Il centauro non era di certo messo bene: lividi, tagli ed escoriazioni decoravano il suo corpo come luci di un abete natalizio, il lungo corno destro era addirittura rotto a metà, dandogli un leggero squilibrio alla testa e numerosi porzioni del manto erano state strappate o bruciate. Nonostante questo, egli godette nel vedere che intorno a lui non c'era traccia di Alastor Sullivan.

Esprimendo la sua gioia con un sorriso trionfante, Tirek si liberò dagli ultimi massi che lo bloccavano. Con l'umano fuori dai giochi, non gli restava altro da fare che prendere la magia delle sirene come aveva pianificato dal momento stesso in cui aveva ricostruito i suoi poteri.

Tuttavia, dovette riconsiderare le sue priorità non appena mosse un paio di passi: improvvisamente, avvertì le ginocchia cedergli e una mano tremare fortemente.

Preoccupato, cadde in ginocchio e guardò l'arto tremante, dal quale un fumo rossastro cosparso di scintille si stava liberando nell'aria.

Capì in un istante: stava perdendo la sua magia!

Rubare la magia ad altre creature magiche è una questione molto delicata, si tratta di mescolare forze caratteristiche di una specifica razza: un esperimento dalle conseguenze imprevedibili, lui stesso aveva impiegato molti anni per padroneggiare questa sua abilità, prima di usarla per accrescere il proprio potere. E, anche una volta riuscita a trattenerla, era naturale che le energie rubate cercassero di ritornare al loro “contenitore” originale.

E quale modo migliore per fuggire, se non attraverso le ferite che gli scontri gli avevano provocato?

In parole povere, la rigenerazione di Tirek non era un nuovo poter, ma il suo corpo che stava regredendo man mano che lo scontro lo metteva sempre più in difficoltà, privandolo di una quantità sempre maggiore del suo potere. E l'ultima fase dello scontro con l'umano lo aveva del tutto consumato; ormai avrebbe ripreso il suo stato anziano e decrepito nel giro di pochi minuti.

Imprecando, il centauro capì che avrebbe dovuto scappare, piuttosto che restare anche solo un paio di secondi in più a Ponyville.

Fece per alzarsi, ma qualcosa lo tirò per la coda.

Si voltò e, terrorizzato, vide Alastor tenerlo in pugno.

L'umano non era messo meglio del centauro, anzi: era coperto di ferite che non smettevano di sanguinare, impedendogli di tenere aperto l'occhio destro, lividi ed escoriazioni celavano il colore naturale della sua pelle e il braccio sinistro era piegato in un angolo innaturale.

Non parlò, semplicemente avanzò zoppicando verso il suo nemico, troppo paralizzato dalla sorpresa per decidere come muoversi.

Quando fu a portata, inaspettatamente, l'umano appoggiò il braccio rotto sulle spalle del centauro, lasciando l'avambraccio a peso morto. Doveva essere messo davvero male, per non sentire il dolore che un gesto simile avrebbe dovuto fargli provare.

In ogni caso, dopo aver “preso” il centauro, gli diede due pacche sul petto, commentando «Questa... l'ho sentita. Bel Colpo.»

Con queste ultime parole, quindi, Alastor cadde per terra, sollevando una leggera nuvola di polvere quando impattò con il suolo.


All'inizio fu come se il suo cuore avesse smesso di battere. Paralizzata, non appena Aria Blaze avvertì la fine del duello tra l'umano e il centauro rimase a guardare avanti a se, mentre la squadra di pony e mutanti che la circondava decise di approfittare di quel momento per assalirla.

Lentamente, l'espressione sul volto della sirena mutò in una maschera di puro dolore mentre cadeva in ginocchio. Una volta raggiunto il suolo, Aria si piegò in avanti e spalancò la bocca, urlando con una frequenza tale che nessuno riuscì ad udire altro che un fastidioso fischio alle orecchie.

L'improvvisa ondata di emozioni fu tale che le braccia le si ricoprirono di una forte luce amaranto, prima di esplodere in un'onda d'urto magica che spazzò via chiunque le fosse intorno nel raggio di diversi metri, alleati o nemici che fossero.


Negli anni futuri, molti avrebbero ricordato quel giorno per la furia di quella guerra, per il coraggio di quei pochi che resistettero a molti o per la devastazione che travolse la città, ma pochi eletti lo avrebbero ricordato invece come il giorno in cui un umano, alfine, cadde.

Per coloro che lo amavano, per chi avrebbe voluto vivere per sempre al suo fianco, o per chi voleva essergli amico, questo fu un giorno ancora più tragico.

E per i difensori di Ponyville, liberati dalle loro prigioni da Twilight Sparkle e Princess Celestia e usciti tutti insieme dalla Everfree Forest al galoppo, giunse lo shock del fallimento, il peso dell'essere arrivati troppo tardi.

Ma così sarebbe finita.

Per salvare la donna amata un uomo aveva dato tutto, e anche di più.

Ma ormai era troppo tardi.

Perché quello fu il giorno in cui Alastor Sullivan morì.


Fiumi di energie scorsero dal luogo della sfida tra il centauro e l'umano, avvolgendo tutti coloro che ancora si trovavano a Ponyville e dando loro un nuovo vigore. Poco prima di questo strano fenomeno, numerosi Mutanti scomparvero dissolvendosi in una fiamma rosa che saettò verso la Everfree Forest.

Queen Chrysalis comprese sia che l'umano era morto e che il suo rifugio nel Lago-Specchio era stato neutralizzato.

«Tsk!» fu l'unico suo commento, più seccato per la neutralizzazione definitiva del Lago piuttosto che per la morte del bipede, prima di fare un fischio che ogni Mutante udì. Immediatamente, tutti si fermarono e balzarono in cielo, sempre più in alto fino a sparire alla vista.

Princess Luna, che in quel momento si trovava nelle vicinanze della Regina dei Mutanti, vide tutto questo insieme alle fiamme verdi che la stavano avvolgendo ed esclamò «Cosa sta succedendo?»

Queen Chrysalis rispose senza nemmeno guardare negli occhi la principessa della luna «Torniamo a casa.»

Princess Luna reagì incredula «Ci lasciate? Ora

«Esattamente.»

«Credevo che tu fossi dalla nostra parte, almeno per questa guerra!»

Queen Chrysalis reagì ridendo di gusto. Alla fine, mentre le fiamme le arrivavano al volto, guardò finalmente negli occhi Princess Luna spiegando «Principessa... io sono la Regina dei Mutanti. Io sono dalla mia parte!»

Detto questo, troppo rapidamente perché Luna potesse impedirlo, lei sparì assieme a tutto il suo esercito.


Al galoppo lontano da Ponyville, Tirek imprecava a denti stretti mentre pensava a quanto fosse stato stupido, come il suo essere avventato gli fosse costato tutto.

Certo, aveva sconfitto il tanto odiato umano... ma era tornato esattamente come non molto tempo fa, quando era ridotto ad un rudere di quello che era un tempo, vagabondando per tutta Equestria rubando magia agli unicorni facendo attenzione a non farsi notare.

Doveva essere paziente, purtroppo non aveva altra scelta. Avrebbe dovuto ricominciare da capo, ma prima o poi sarebbe ritornato ancora una volta, come un incubo senza tregua o fine e allora...

Un'improvvisa nota, un “do”, lo colpì come una cannonata, sparandolo lontano e travolgendo la vegetazione. Passò attraverso due tronchi d'albero, spezzandoli come grissini, prima di picchiare a terra.

La sorpresa, mista alle ferite del duello appena trascorso, lo immobilizzarono a terra.

Sforzandosi di non perdere i sensi, il centauro vide una figura bipede avvicinarsi a lui con passi pesanti e rabbiosi. Era una donna alta e slanciata, abbastanza paffuta con enormi occhi magenta, labbra carnose, zigomi pronunciati, un seno prorompente e lunghi capelli azzurri con meches nere legati con una coda di cavallo: Sonata Dusk.

Contrariamente a come si era soliti aspettarla, tuttavia, la sirena aveva il volto contratto in una furia che terrorizzò anche il centauro. La sirena, con ancora addosso i segni della sua ennesima trasformazione, respirava affannosamente, teneva le mani chiuse a pugno lungo i fianchi facendole ciondolare al ritmo dei suoi passi e si mordeva nervosamente le labbra.

Quando arrivò a pochi centimetri dell'inerme centauro, finalmente parlò «Lo sai? Vivere per più di duemila anni con le stesse persone non è facile. O almeno, non è facile per Aria e Adagio... voglio dire, sono due personalità così simili, tu non hai idea di quante volte hanno litigato!»

La sirena parlava a fatica, come se un tappo le fosse rimasto incastrato in gola e spesso balbettava, eppure era evidente come cercasse di trattenersi «E così, per mantenere il gruppo unito, devo ogni tanto buttarla sul ridere. Devo fare la scema, fare credere a loro di essere migliori di quello che sono, mantenere quell'alchimia che serve a noi per tenerci unite. Perché, forse questo tu non puoi capirlo, ma come Dazzling non siamo solo un gruppo musicale, o un trio di creature magiche. Siamo una famiglia

Tirek guardò la sirena senza rispondere. Passandosi la lingua sulle gengive, piuttosto, scoprì di aver perso qualche dente da qualche parte e tra la tempesta di dolori tutti diversi che avvertiva e il sapore metallico del sangue in bocca parlare per lui fu impossibile ribattere alla sirena.

«No, certo che non capisci. Cosa puoi saperne tu?» continuò Sonata, passandosi una mano sui capelli sistemando una ciocca ribelle dietro le orecchie piccole e tonde «Lascia che ti spieghi. Le Dazzling sono una famiglia, ognuna di noi è legata all'altra e noi siamo così legate che possiamo sentire benissimo cosa prova l'altra. E quello che hai fatto ad Aria, be'... mi mancano le parole, davvero.»

Sonata usò la stessa mano per spalancarla verso Tirek. Un'aura amaranto le avvolse minacciosamente il palmo, risalendo tutto l'avambraccio mentre il colore dei suoi occhi mutava dal viola allo scarlatto.

«Ti dico questo solo per chiederti di avere pazienza se non faccio qualche battuta. Il fatto è che... be', non mi sembra il caso!»


Della morte squallida e umiliante di Lord Tirek nessuno seppe mai i dettagli. Tutto quello che fu conosciuto da lì in avanti fu che, quando le squadre di ricerca delle Dazzling scomparse arrivarono nei pressi della Everfree Forest, non ci furono tracce né della sirena né del centauro. Solo qualche brandello di una sostanza impossibile da riconoscere, sparsa per praticamente tutto il perimetro della foresta.

Data la situazione molto particolare, tutti quei pezzi vennero raccolti e dati alle fiamme con noncuranza, classificandoli come semplici rifiuti, e fortunatamente nessuno pensò a verificare la loro reale natura o meno.

Se la loro origine fosse stata svelata, le conseguenze e il disgusto sarebbero stati sicuramente traumatizzanti per la popolazione.


L'arrivo delle portatrici gettò nei difensori di Ponyville una nuova forza, amplificata dal ritorno delle energie alle vittime di Tirek e dalla ritirata dei Mutanti; situazione che per chi non conosceva i fatti venne interpretata come un segno più o meno divino che quel giorno avrebbero vinto i Pony.

La combinazione di forze delle Guardie Reali, delle guardie di Luna, i cittadini di Ponyville, le sei portatrici e le principesse segnò definitivamente il fato delle forze del Tartaro: solo Princess Luna aveva dimostrato di poterne tenere a bada più di una decina, agendo da sola, e il suo potere magico era nettamente inferiore a quello di sua sorella o di Twilight Sparkle.

Quando Ponyville venne definitivamente liberata e i prigionieri del Tartaro rigettati nelle loro prigioni grazie alla magia combinata delle principesse, iniziò una caccia serrata alle sirene.

Vennero organizzate tre squadre: ogni principessa avrebbe diretto una squadra, aiutata da una parte di militari mentre gli altri restavano ad aiutare i feriti.

Princess Celestia e Luna, rispettivamente alla ricerca di Adagio Dazzle e Sonata Dusk, non riuscirono a trovare nemmeno le impronte del loro passaggio, solo voci indistinte secondo cui erano state viste prima da una parte e poi dall'altra di Ponyville.

Twilight, invece, dovette risalire ad Aria Blaze indagando sui numerosi testimoni che l'avevano vista.

Dopo che aveva scavato un solco che arrivava alle tubature dell'acqua con un grido, era stata vista volare ad una velocità incredibile verso il centro città.

Giunta, Twilight non trovò né la sirena, né il cadavere di Alastor Sullivan, ma una scia di sangue lasciava intendere dove fosse stato portato.

Benché la sola vista di quell'indizio la disgustasse dal profondo e la ferisse allo stesso tempo, facendole intendere a cosa avesse portato quello che poteva essere definito il suo più grande fallimento, Twilight seguì la pista fino ad arrivare al suo stesso castello.

Spaventata, si avventò nei corridoi, scoprendo che la pista terminava proprio davanti allo specchio per il viaggio tra le dimensioni.

Vicino, trovò Discord appoggiato ad una parete che ansimava. Su tutto il suo corpo si potevano trovare costellazioni di bruciature, lividi e tagli. Solo le sue pesanti occhiaie mascheravano l'occhio nero.

Normalmente, Twilight avrebbe cercato di ignorare la presenza di Discord ma la situazione e le sue condizioni la spinsero ad agire diversamente.

Non appena si rivolse al draconequus, lui le spiegò cos'era successo.

«Mi hanno ingannato per bene. Credevo sul serio, sai, che Tirek che Queen Chrysalis volessero aiutarci contro le Dazzling... e invece hanno solo cercato di raggiungere i loro scopi. Così, quando le ho viste, ho voluto provare a fermarle.»

«Di chi stai parlando?»

«Delle sirene.»


Discord aveva trovato Adagio Dazzle e Aria Blaze avanzare verso il portale. Aria portava un grosso fagotto tra le braccia: il corpo di Alastor Sullivan.

Benché la presenza di un cadavere lo disgustasse, lui decise di fermarle.

Con il senno di poi, avrebbe descritto quella decisione come “la più stupida e avventata di tutta la mia vita!”.

Forse era la Guerra ad averlo sfinito, il combattimento prolungato poteva aver prosciugato le energie del Draconequus, fatto sta che lui non fu neppure vagamente una preoccupazione per loro. Adagio non mosse nemmeno un passo, eppure qualunque attacco Discord provasse veniva intercettato e fermato dal leader delle Dazzling.

Dopo alcuni tentativi, inoltre, Discord avvertì un grosso peso e una nuova forza lo sbatté a terra: Sonata Dusk era arrivata. Sul suo corpo, molte macchie di sangue le davano un aspetto semplicemente spettrale.

Discord vide le Dazzling avanzare verso il portale, impotente. Non aveva alcuna speranza di fare alcunché.

Solo le parole che Sonata pronunciò prima di attraversare lo specchio lo consolarono in parte.

«La Guerra è finita, Discord. E abbiamo perso tutti.»


Twilight ascoltò quelle parole e chiese «Cosa ci trovi, esattamente, di divertente?»

Discord rise in maniera triste «Fa ridere perché è vero!»


Quando Twilight riferì il rapporto di Discord alle altre principesse, subito si volle avvisare gli alleati del mondo umano della possibilità che le Dazzling si nascondessero da qualche parte.

Venne presto accordato un piano di ricerca e si organizzò una concreta manovra per inviare rinforzi in massa nel caso le sirene si sarebbero trovate, mentre le indagini venivano lasciate a Sunset Shimmer e alle sue amiche: dato il precario equilibrio tra i mondi, non era possibile inviare molte truppe per indagare e così si preferì piuttosto un controllo incrociato; tutto quello che Sunset Shimmer scopriva veniva mandato a Twilight, mentre lei forniva tutta la conoscenza in merito che poteva fornire.

Ma il tempo passò e mai si riuscì a trovare un solo capello delle sirene. Al secondo anno di ricerche inconcludenti e assoluta mancanza di segnali che facessero comprendere la loro precisa posizione, l'indagine venne sospesa.

La priorità venne comunque data alla ricostruzione di quello che la guerra a Ponyville aveva causato.

I feriti, tra i civili e i militari, erano innumerevoli e per evitare che la struttura del paese, già provata dal conflitto, finisse con il collassare, ci fu un grande trasferimento nella città più vicine. Anche così, tuttavia la Guardia Reale passò un periodo in cui era ridotta all'osso, con più della metà del personale che ancora doveva guarire.

E inoltre, quasi tutte le strutture del paese erano state rese inutilizzabili: case, negozi e palazzi erano stati rivoltati dalla furia dello scontro, numerose infrastrutture scardinate e i servizi pubblici irrimediabilmente danneggiati. Ci sarebbero voluto diversi mesi prima che tutto tornasse alla normalità.

Eppure, nonostante il periodo difficile che si parava davanti a loro, l'esercito di Equestria e i cittadini di Ponyville non poterono fare a meno di festeggiare: Ponyville apparteneva ai pony e lo sarebbe stata per sempre!

La festa durò per tutto il resto della notte: i parenti rapiti da Queen Chrysalis abbracciarono finalmente le loro famiglie, venne dato fuoco agli stendardi dell'esercito mutante e qualunque altro oggetto che potesse riportare alla memoria la tiranna e intorno a quel falò si ballò e cantò a squarciagola.


Fu così che, quella che sarebbe stata ricordata come la Guerra della Trinità, per riassumere il conflitto tra Pony, Mutanti e Sirene, si concluse con danni incalcolabili, migliaia di feriti, una intera città interamente da ricostruire... e due morti.





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