P.P.S. (Programma Protezione Sentimenti)

di WillofD_04
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Angolo autrice:
Ciao a tutti. Se state leggendo questo vuol dire che avete aperto la mia storia e vi ringrazio molto. Questa è la prima storia originale che pubblico e spero che questo capitolo zero vi piaccia e vi incuriosisca almeno un po'. Ovviamente se ne avete voglia lasciate una recensione così almeno so cosa ne pensate. :)
Un'ultima cosa prima di lasciarvi alla lettura, il titolo e il rating potrebbero cambiare nel corso della storia e potrei non essere costante nell'aggiornare. Detto questo grazie ancora per aver dato una possibilità alla mia storia e buona lettura. :)



PROLOGO
 
Mirko
 
Le cose non stavano andando bene. Non stavano andando affatto bene. Dire che la situazione fosse tragica, era dire poco. Stavamo finendo il tempo. Dovevamo scappare al più presto se non volevamo trovarci coinvolti nella più grande esplosione mai vista.
«Lily, presto! Recupera i chip e andiamocene!» gridai alla mia migliore amica, intenta ad arraffare tutto ciò che c’era sul tavolo
«Sto facendo più in fretta che posso!» mi rispose lei con il suo solito garbo
«Ragazzi, ho provato a disattivare la bomba o almeno a ritardarla, ma non c’è stato niente da fare! Abbiamo quattro minuti prima di diventare cenere, dobbiamo uscire!» ci comunicò allarmato Christian
«Merda...merda!» sibilò Lily tra i denti «qui dovrebbero esserci quattro chip, ma ce ne sono solo tre!»
«Cazzo! Quei chip sono di vitale importanza, non possiamo lasciare che esplodano! Cerchiamolo, maledizione.»
Il nostro non era mai stato un compito facile. Vivevamo alla giornata, non sapendo se saremmo stati fortunati abbastanza da vedere il giorno dopo. Ma c’eravamo sempre riusciti, eravamo sempre sopravvissuti, tutti. Qualcuno aveva riportato ferite gravi o permanenti, ma in un modo o nell’altro ce l’avevamo sempre fatta. Ora mi sembrava inverosimile che saremmo potuti morire carbonizzati da una bomba per colpa di un chip che giocava a nascondino a quattro minuti dall’esplosione.
Christian controllò nervosamente il cellulare.
«Meno di tre minuti e trenta.»
«Sentite, se a quindici secondi il chip ancora non è saltato fuori, ce ne freghiamo e usciamo.» ordinai loro. Non ero il loro capo, ma ero il Vice del capo e in sua mancanza avrebbero dovuto obbedirmi. Perlomeno dovevano farlo, se volevano vivere.
La radiolina squillò. «Ci sono novità?» chiesi al mio interlocutore
«No, purtroppo. Adesso vi raggiungiamo. Quanto tempo abbiamo?»
Guardai Christian, che rispose al posto mio «Tre minuti e sei, cinque, quattro...»
«Bene, allora dovremmo farcela.»
«Temo di no, abbiamo perso un chip.»
«Come diavolo avete fatto a perdere un chip!?» la sua voce si alzò pericolosamente
«Non ti preoccupare, li aiuto io a cercarlo, tu fai evacuare l’edificio.» una voce più tenue si sentì attraverso la radio
«Va bene, ma stai attenta. Ci vediamo tutti fuori.» detto questo, il capo chiuse le comunicazioni. Poco dopo ci raggiunse anche Valentina. Sembravamo impazziti, girando per tutta la stanza alla ricerca di quel chip. Ma non potevamo lasciarlo lì. A ripensarci, potevamo fregarcene e metterci in salvo, ma avremmo comunque perso qualcosa di importante.
«Christian?»
«Quarantadue secondi!»
Continuavamo a cercarlo, sempre più in preda all’ansia. Lily quasi si graffiava le mani per la foga con cui cercava nei cassetti.
«Venticinque secondi.»
«Ragazzi, usciamo.» ordinai
«Aspetta, è qui vicino, ne sono sicura.»
«Valentina, dobbiamo andare. Non possiamo aspettare oltre.»
«Voi andate, io vi raggiungo.»
Le afferrai un braccio. «Sai che David non mi perdonerebbe mai se ti accadesse qualcosa.»
Mi guardò decisa e fu proprio la mia presa su di lei che mi fregò. «Voi andate, ho detto.»
Annuii, inebetito e mi avviai fuori insieme agli altri. Fu solo quando uscii che mi resi conto di ciò che aveva fatto.
«Dov’è Valentina?» mi chiese preoccupato David che ci aveva preceduto
«Non dirmi che è rimasta dentro...» fece Lily, che aveva imparato a conoscere bene la sua migliore amica
«Mi ha...costretto ad uscire...» non feci in tempo a finire la frase, che il capo aveva già infilato la porta dell’edificio. No. Non poteva essere. Che cosa avevano appena fatto? Mi infilai le mani tra i capelli, consapevole di dovermi allontanare. Ma io non ero mai stato uno che seguiva il buon senso quando si trattava delle persone a cui volevo bene. Mi mossi in avanti. Non potevo lasciare il mio migliore amico lì. Feci un passo, due, tre. Ero a cinque metri dall’ingresso principale, quando vidi due figure avvicinarsi all’uscita e alla salvezza.
«Te l’avevo detto che l’avrei trovato!» gridò la più piccola delle due e me lo tirò. Eravamo abbastanza vicini da poterlo fare e lo presi al volo. Una volta al sicuro dalla bomba avremmo fatto i conti.
«Mirko!» mi girai verso la voce, che apparteneva a Lily. Mi rigirai verso David e Valentina. Tutto ciò che ricordo dopo, è che sentii un gran boato e venni sbalzato in aria. Poi più niente.




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