L'arresto
George stava correndo a perdifiato. Per essere uno che era stato in
carcere per undici anni, Rookwood era in allenamento. Non gli sarebbe
sfuggito, aveva preso tutte le precauzioni. La prima cosa che aveva
fatto era stabilire una bolla anti- Smaterializzazione su tutta
Hogsmeade.
- Rookwood se ti arrendi subito ti ucciderò velocemente! -
gli urlò George, stringendo forte la bacchetta.
Il Mangiamorte rise.
- Stupeficium!
Lo Schiantesimo mancò Rookwood di poco.
- Weasley, per favore, sei ridicolo, ti ammazzerò come il
tuo caro fratellino! Me lo ricordo quando è morto: la sua
risata che si spegneva, il colorito del volto che lo lasciava. Un
traditore del Sangue in meno, mi sono sentito fiero di me stesso!
- Avada Kedavra!
- urlò George, lanciando un getto di luce verde, che il
Mangiamorte schivò abilmente. Era la prima volta che il
gemello usava quella maledizione.
- Vieni a prendermi Weasley, vieni a morire! - gli disse Rookwood prima
di sparire dentro una vecchia catapecchia.
George fece per entrare, poi si fermò. L'immagine di
Angelina, Fred e Roxanne gli si parò davanti agli occhi. Non
sapeva cosa c'era oltre quella porta, ma non avrebbe rischiato di
morire inutilmente, non voleva dare lo stesso dolore che lui aveva
provato alla sua famiglia.
Isolò la casa con la magia, impedendo che chiunque potesse
Smaterializzarsi all'interno, poi alzò la
bacchetta al cielo e sussurrò – Periculum!
*
Draco camminava nella catapecchia buia. L'unica fonte di luce era la
sua bacchetta, null'altro. Tutte le finestre erano oscurate, e non
sentiva alcun rumore da fuori. Era finito in una trappola e scappare
non lo avrebbe aiutato. Lo avrebbero preso lo stesso, ma lo avrebbero
considerato più codardo di quanto lo consideravano
già.
- Goyle – chiese ad alta voce, cercando di mascherare la
paura con la strafottenza. In quello era bravo. Molto bravo.
- Goyle dove diavolo sei? Dai non farmi perdere tempo, non ne ho.
- Neanche noi ne abbiamo – disse una voce dal buio. Un lampo
di luce rossa apparve all'improvviso e la bacchetta gli
sfuggì di mano. Ci fu il buio più totale.
Una luce si accese. Un uomo dai lunghi capelli neri e dalla barba ben
curata lo osservava con un ghigno disegnato in faccia e la bacchetta
illuminata stretta nella mano.
- Zio – disse Draco, riconoscendo Rodolphus Lestrange.
- Nipote – gli rispose il marito di Ballatrix, allargando il
suo ghigno.
- Come hai fatto a sapere dove mi sarei incontrato con Goyle?
Il suo interlocutore scosse la testa – Credi davvero che sia
difficile lanciare una Maledizione Imperius su Goyle?
Draco annuì.
- Dai fai in fretta e ammazzami. Guardami negli occhi, mentre lo fai.
Rodolphus si piazzò a quattro metri da lui e gli
puntò la bacchetta contro. Draco cercò di
resistere all'impulso di chiudere gli occhi. Nessuno avrebbe saputo
come era morto, ma avrebbe dimostrato a Rodolphus che non aveva paura.
I volti di Astoria, Bartemius e Scropius si pararono davanti ai suoi
occhi e le lacrime iniziarono a salire verso gli occhi. Si
concentrò per fermarle. La morte non era la fine. Sarebbe
molto nel tentativo di salvarli. Astoria sapeva che sarebbe potuto
succedere.
- Avada Kedrava!
- sussurrò Rodolphus. Un lampo di luce verde
partì dalla sua bacchetta e Draco si preparò a
morire.
*
- Stiamo mettendo la zona in sicurezza – stava dicendo Dean
Thomas mentre Harry osservava la casa abbandonata. Che casino.
Stava facendo colazione quando Victoire era spuntata dal
camino. Tutto spaventata e tremante gli aveva detto che i Mangiamorte
erano al negozio di George a Hogsmeade. Le aveva detto di dirlo a tutti
e si era precipitato fuori da casa per Smaterializzarsi. Quando era
arrivato lì Dean e due giovani Auror erano già
sul posto. George li aveva chiamati e Dean aveva preso due degli uomini
di guardia a Hogwarts ed era corso lì. Poco dopo erano
arrivati anche Dennis Canon e una squadra dal Ministero, subito seguiti
da Hermione, Percy e Bill, tutti e tre in pigiama. Avevano iniziato
l'assedio dell'edificio. Hermione, dopo essersi cambiata, aveva fatto
evacuare tutte le case della zona dalla Squadra Speciale Magica, mentre
gli Auror facevano dei controlli magici sulla casa, per evitare
eventuali trappole.
- Ron dovevi stare con i bambini! Se moriremo entrambi chi li
crescerà? - urlava Hermione contro il marito. A quanto pare
i vari adulti si erano messi d'accordo per mandare un solo genitore per
famiglia, per evitare che i bambini restassero senza alcun genitore. Ma
Ron aveva fatto di testa sua.
- Ha ucciso mio fratello, Hermione, voglio esserci quando
verrà preso.
- Quanto sei dannatamente cretino, Ron?!
- Ragazzi – disse Harry, mettendosi in mezzo ai due
– ormai Ron è qui, non possiamo farci niente.
Cerchiamo un modo di ridurre i rischi anziché litigare. E'
l'unica soluzione.
I due si zittirono, ma si guardavano entrambi in cagnesco.
- Harry – disse Percy, anche lui cambiato – ho
fatto isolare Hogsmeade. Tutti gli spostamenti precedenti al blocco
sono attualmente sotto la lente d'ingrandimento di tutto il mio ufficio.
- Sai che c'è un infiltrato, non mi fido tanto del tuo
ufficio, Percy.
- Ho diviso personalmente il materiale da analizzare e il tuo uomo
terrà d'occhio tutti i miei dipendenti in modo discreto.
Harry annuì. Se Pickering teneva d'occhio la situazione si
sarebbe fidato.
Dennis spuntò con un altro Auror di fianco.
- Abbiamo ottenuto la piantina dell'edificio. Dai sopralluoghi ci sono
tre persone dentro.
Il direttore dell'Ufficio Auror si sentì sollevato. Se
George fosse entrato quella situazione sarebbe finita molto male.
Qualcosa si librò nell'aria. Tutti gli uomini del Ministero
che aspettavano fuori alzarono la bacchetta in quella direzione. Era
una donna. Sembrava giovane, venticinque anni al massimo,
vestita con una camicia da notte e una collana. Era posta a mezz'aria
davanti alla casa, come se fosse addormentata, con i capelli che
fluttuavano in modo irreale. Nel cielo apparse il Marchio Nero. La
ragazza era morta.
Il corpo cadde.
- Non toccatela! - urlò Harry, colto da un brutto
presentimento – Hermione, controlla la collana.
Hermione capì al volo. Fece un rapido incantesimo e
annuì – Prendete la collana! - disse ai suoi
uomini – ma usate i quanti. Un solo dito di pelle toccata vi
ucciderà.
- Perché fanno così? - chiese Dennis Canon,
scandalizzato. A differenza di Dean e Harry non si era mai battuto in
prima persona contro i Mangiamorte, non si era mai abituato alla loro
macabro senso dell'umorismo.
- Perché si divertono. Ci stanno sfidando.
- Possiamo irrompere, Dennis – chiese Dean, guardando il
corpo della vittima con risentimento.
Il ragazzo annuì.
- Allora irrompiamo – decretò Harry –
Dennis, tu preparati a irrompere con una seconda squadra se non ci
sentite per più di venti minuti. Dean, prendi gli uomini
migliori e preparali.
- Harry! - disse George, sputando dietro di lui – Voglio
venire anch'io.
L'Auror sbuffò – No, George, non puoi.
- Ha ucciso mio fratello!
- Capisco, so cosa provi, ma non puoi. Non duelli dalla Battaglia di
Hogwarts, ti metteresti solo in pericolo.
- O mi dai il permesso o entro da me.
- Va bene – disse Harry, tirando fuori la bacchetta. Con
unico colpo gli legò le mani con un luminoso filamento rosso.
- Wilde, Turner – disse ai due Auror che vide più
vicino – tenetevelo stretto fino a quando non saremo entrati.
George lo guardò malissimo.
- Voleva entrare con voi? - chiese Hermione.
Harry annuì.
- Fai in modo che lui e Ron non facciano stupidaggini.
Hermione guardò i due Weasley e rispose –
Farò il possibile.
- Signori – disse raggiungendo Dean e gli altri dieci Auror
– voglio che sia un lavoro pulito. Ogni persona che vedete
dovrà essere schiantata immediatamente, non voglio
Maledizioni Senza Perdono se non sono strettamente necessarie. Avete
tutti la spilla?
Tutti controllarono di avere la spilla con la A di Auror applicata sul
vestito. Erano state preparate da George un paio d'anni prima e, oltre
al Sortilegio scudo di cui erano impregnati anche i vestiti, avevano un
particolare incantesimo che permetteva loro di vedere in mezzo alla
polvere Buiopesto.
Tutti annuirono.
- Bene, entriamo.
*
Teddy si svegliò di soprassalto. Un trambusto incredibile
girava per casa. Fred dormiva ancora beato. Quella notte l'amico era
rimasto a dormire alla Tana e a quanto pare era stanco morto. Si
alzò.
Vide Arthur e Molly girare affannosamente per la casa, mentre Angelina
e Ginny camminavano avanti e dietro per la cucina. Raggiunse il piano
di sotto. Fleur era in un angolo e stava abbracciando Victoire, che
piangeva sommessamente. Anche Angelina piangeva.
- Che sta succedendo? - chiese in un sussurro, credendo che nessuno lo
ascoltasse.
Audrey però lo sentì. Era agitata anche lei, ma
era seduta e guardava insistentemente il camino.
- I Mangiamorte sono stati avvistati a Hogsmeade... da Victoire. E'
venuta qua per avvisarci, ma George è restato là
a combattere. Non sappiamo ancora niente – gli disse e fece
per aggiungere qualcosa, ma un luccichio di lacrime negli occhi la fece
fermare.
Teddy si immobilizzò. George era rimasto da solo a
combattere con i Mangiamorte. Suo fratello era morto nonostante fosse
abituato a combattere, mentre George non lo era più. Sarebbe
sicuramente morto.
- Dovevo andare io e non Harry – disse Ginny.
- Harry è lì? - chiese Teddy, ancora
più terrorizzato.
- E anche Bill, Percy, Ron ed Hermione – borbottò
Andromeda, che insieme a Molly sembrava distrarsi mettendo in ordine la
casa.
Il Metamorfmagus iniziò a sentir venir meno la terra sotto i
suoi piedi.
- Ginny non dir stupidaggini – le disse la madre –
sapevamo tutti quello che aspettava Harry quando è diventato
un Auror.
- No, mamma, non lo sapevamo. Scusami se non pensavo che si sarebbe mai
trovato di nuovo a combattere con dei Mangiamorte. Dovevo esserci io al
suo posto.
- Per poi farti ammazzare, Ginevra? No. Sappiamo tutti che lui
è la persona migliore in questa situazione.
Ginny iniziò a girare ancora più nervosa per
casa. Poi si fermò e scoppiò a piangere.
Molly si avvicinò e la abbracciò. Madre e figlia.
- Mamma, io non ce la faccio. Non voglio provare di nuovo i sentimenti
che provavo dodici anni fa. Non voglio guardarlo uscire dalla porta non
sapendo mai se tornerà. Non voglio girare in giro per questo
mondo sempre pronta a difendermi. Io voglio una vita normale, mamma,
perché non riesco ad averla?
Molly la abbracciò e restò in silenzio, mentre la
figlia singhiozzava.
Teddy si staccò da tutte quelle persone e cercò
un posto dove stare solo. La cosa brutta di quella situazione era che
nessuno di loro poteva fare qualcosa per risolverla. L'unico rimedio
era l'attesa, ma sembrava più una tortura.
- Teddy – disse una voce dietro di lui. Si era chiuso nello
sgabuzzino, dove poteva stare in Santa Pace, ma Victoire lo aveva
seguito.
- Sei ancora arrabbiato con me? - gli chiese. Certo che lo era! Lo
aveva trattato malissimo.
- Lo immaginavo – continuò lei –
possiamo fare una tregua? Ho davvero bisogno di te.
Teddy annuì. La bambina si avvicinò e lo
abbracciò, mentre lentamente scoppiava a piangere.
*
L'incantesimo si infranse contro il muro e Rodolphus Lestrange
scoppiò a ridere – Quanto è bello
vedere le tue facce mentre cerchi di fare il coraggioso?
Draco avrebbe voluto ammazzarlo. Fece per alzare la bacchetta, per poi
ricordarsi che era da qualche parte in quella stanza, immersa nella
penombra.
- Non è nel nostro piano ucciderti, Draco Malfoy. O almeno
non subito.
- E quale sarebbe il vostro piano?
Lestrange rise, poi il suo volto cambiò di nuovo e assunse
un'espressione spaventata.
- Scappa, Draco, scappa! Non devono prenderti! - urlò.
Subito dopo ci fu un esplosione e il buio totale si diffuse nella
stanza. Polvere Buiopesto Peruviana.
- Auror! - urlarono varie voci – Che nessuno si muova!
Come in un sogno scattò in avanti. Non vedeva niente, ma una
cosa che aveva imparato durante la guerra era studiare una stanza
appena ci entrava. Recuperò la bacchetta dov'era caduta e
corse verso le scale che aveva intravisto prima del suo incontro con
suo zio. La raggiunse e si fece scivolare giù dal corrimano.
Se avesse provato a fare gli scalini sicuramente sarebbe
inciampato.
Aveva capito il gioco dei Mangiamorte. Rodolphus gli aveva urlato di
scappare, fingendo di mostrarsi davvero interessato a lui. Se lo
avessero catturato sarebbe stato sicuramente accusato di essere un loro
complice. Doveva sparire prima che lo arrestassero o lo riconoscessero.
Appena scese dalle scale ritornò a vedere, ma non aveva
tanto tempo. Puntò la bacchetta contro una porta che
era a pochi passi da lui e la fece spalancare.
Corse fuori. Non poteva Smaterializzarsi, sicuramente gli Auror avevano
bloccato ogni tipo di trasporto nella zona, iniziò a correre.
- Fermo! - urlarono delle voci. Nel correre notò due teste
rosse, sentì una forte botta e poi fu tutto scuro.
Angolo dell'autore
Ciao a tutti sono
tornato! Questo nuovo capitolo non so se mi piaccia o no, penso che non
sia scritto tanto bene... spero mi smentiate!
Alla prossima,
Ramo97
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