Sto parlando a me stessa?
"Ti
taglierò a pezzetti e ti renderò la mia cena.
Hai raggiunto la fine, sei la vincitrice!"
«..
Non è che ti andrebbe di venire al ballo con me?»
chiese Pete con fare impacciato (ma allo stesso tempo affascinante),
con una mano poggiata contro il mio armadietto e l'altra intenta a
tenere ben saldo lo zaino in spalla. Gli sorrisi imbarazzata
«Credimi Pete, verrei volentieri con te al ballo, ma la
verità è che..» già, con mia
grande sorpresa, riuscivo a vedere il suo sguardo assumere un che di
sorpreso e allo stesso tempo minaccioso «Non potrò
venire proprio.» conclusi, mi guardava sbigottito
«E perché?» chiese con un filo di voce
«Mia nonna è a casa malata e mia madre
starà via per tutto il week end a causa del
lavoro.» risposi sperando, davvero, che potesse capire
«Beh, ma lascia che se ne occupi qualcun'altro!»
disse senza perdere tempo «Non ho fratelli o sorelle,
né parenti, e sai che mio padre è morto,
perciò...» non completai la frase, era uno dei
tanti miei tentativi per fargli capire proprio che non potevo. Alla
fine strinse le labbra, che diventarono quasi bianche, stette qualche
secondo in silenzio «Va bene, ho capito.» disse
togliendo la mano dall'armadiento in modo quasi violento, si
voltò e se ne andò nello stesso identico modo. Mi
dispiaceva un casino, ma purtroppo quello che gli avevo detto era vero:
non sarei potuta andare al ballo di fine anno.
«Sì
mamma tranquilla, sono quasi arrivata.» dissi mantenendo un
tono calmo «Va bene tesoro, sbrigati.» rispose, la
salutai e chiusi. Guardai il cielo: non c'era più molta
luce, così alzai il polso per verificare l'ora, non era
esattamente presto! 'Non
sarei dovuta restare a parlare con Katerine per quasi due ore e mezza!'
Pensai con amarezza.
Mi
hanno sempre detto che ho un sesto senso per le situazioni brutte,
quando qualcosa sta per accadere intendo..
Ma quella non sarebbe stata una "situazione
brutta" sarebbe stata una situazione che descriverla
semplicemente con il termine "situazione
orribile" non basterebbe.
Penso che chiunque al posto mio lo direbbe.
Tornavo sempre a casa da sola, eppure quel giorno ebbi una sensazione
raccapricciante, non so spiegarla, mi fece accapponare la pelle. Mi
guardavo attorno in modo a dir poco compulsivo, adesso la strada
isolata che percorrevo ogni giorno per tornare a casa mi faceva paura,
ma non poteva essere così di punto in bianco! No, infatti,
era come se qualcosa di malvagio dasse a quel luogo un qualcosa di
diabolico, pronto ad attaccare in qualunque momento. La domanda era
'cosa?'
«Ehi!»
urlò una voce familiare dietro di me, mi voltai accorgendomi
che c'era Pete, con la sua macchina, di un rosso accecante
«Violet!» mi chiamò, mi fermai, stetti a
guardarlo finché non si fermò e scese. Si
avvicinò lentamente «Ciao Pete..» dissi
cercando di mantenere la calma, lui sorrise «Scusa se ti sono
venuto in contro adesso.. Ma volevo chiederti scusa per la reazione che
ho avuto oggi in merito al mio invito ballo..» disse
parlando, forse, un po' velocemente «Tranquillo, va tutto
bene, non devi chiedermi scusa.» risposi cercando di
sorridergli. Il suo sorriso si allargò ancora di
più «Bene» disse. C'era un qualcosa di
anomalo in quella situazione..
Improvvisamente
il suo sguardo tornò serio, «Posso farti una
domanda?» chiese, io mentalmente stavo pregando che la
smettesse e che mi lasciasse andare, nonostante il fatto che la sua
presenza non mi infastidisse più di tanto «Chiedi
pure.» risposi «Perché non mi fai mai un
sorriso sincero?» chiese, stavo iniziando a spaventarmi sul
serio «Come?.. Di che stai parlando?» chiesi forse
con una leggera punta di paura nella voce «Lo sai.»
disse in tono fermo «Ti sforzi sempre. Ti faccio
così tanto ribrezzo?» sentivo la sua voce che
cambiava tono, andava sempre più incrinandosi «N..
No Pete, è che è tardi ed io devo tornare a
casa.» gli risposi facendo forse un passo indietro
«Per occuparti della tua dolce nonnina? Non pensi che al
mondo ci sia altro?» il suo timbro di voce stava diventando
spaventosamente infantile. Provai a troncare la conversazione, lo feci
in modo brusco, è vero, ma stava diventado invadente e..
Anche
se fossi stata delicata non credo mi sarei salvata comunque.
Ecco chi era l'essere maligno che rendeva quel posto minaccioso.
Quell'avvoltoio in agguato, pronto ad attaccare in qualunque momento..
Era
come se la mia bocca fosse cucita con un fil di ferro, mi era
totalmente impossibile parlare. La sua mano era quasi incollata alle
mie labbra, la sua forza era sovrannaturale o forse semplicemente ero
io che non ero in grado di contrastarla. Tentai inutilmente di urlare,
provai a scalciare, tutto questo per non so quanti, lunghi ed infiniti
minuti. Non gli ci volle molto prima di riuscire a togliermi la gonna
ed il resto.
«Adoro
quando ti sento respirare.
Spero a Dio che non mi lascerai mai.»
Correndo attraverso il
parcheggio
Mi ha inseguita e non la voleva smettere
Presa, ce l'hai, presa, presa, ce l'hai
Mi ha preso la mano, mi ha spinta giù
Ha preso le parole proprio dalla mia bocca
Presa, ce l'hai, presa, presa, ce l'hai
Correndo attraverso il parcheggio
Mi ha inseguita e non la voleva smettere
Presa, ce l'hai, presa, presa, ce l'hai
Mi ha preso la mano, mi ha spinta giù
Ha preso le parole proprio dalla mia bocca
Presa, ce l'hai, presa, presa, ce l'hai
Qualcuno può
sentirmi? Sono nascosta sottoterra
Qualcuno può sentirmi? Sto parlando a me stessa?
Dicendo "presa, ce l'hai, presa, presa, ce l'hai"
Lui sta dicendo "presa, ce l'hai, presa, presa, ce l'hai"
Da
Pete non mi sarei mai aspettata una cosa simile, sapevo che a volte si
alterava, ma non ero a conoscenza del fatto che oltre che ad essere in
grado di far male alla gente fosse anche capace di seppellire il
tutto...
Una cosa però che so è che il rimorso nessuno
potrà mai tenerlo sepolto insieme alle vittime.
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