Il vestito che mi aveva fatto lo stilista era orribile, doveva ispirarsi al mio distretto, doveva ricordare un albero, l'idea peggiore che una persona potesse avere.
-Questo vestito è orribile!- dissi al mio mentore cercando di farmi sentire chiaramente dallo stilista.
-Secondo me sei meravigliosa!- disse lui cercando di addolcirmi, inutilmente.
Arrivata nella sala dove si trovavano i carri dei vari tributi pronti per la parata vidi Finnick che parlava con la nutrice della ribelione, avevo una voglia inrefrenabile di prenderla a schiaffi e di ringraziarla per avermi riportata in questo orrore, mi limitai però a evitarli dirigendomi verso il mio carro.
Sopra al carro c'era il ragazzo del mio distretto, l'altro tributo, salgo e non lo saluto, non lo guardo neanche in faccia, noi non siamo amici deve capirlo da subito.
I carri si mettono tutti in fila e si preparano a partire, le porte davanti a noi si aprono, ciò che vedo è lo stadio più grande che Capitol abbia mai usato, gremito di gente urlante, le telecamere e lui.
Quel grandissimo figlio di puttana di Sonw, seduto sul suo trono con il calice di vino in mano, i carri cominciano a sfilare tra le urla esaltate del pubblico, io non levo gli occhi da Snow.
Quale genere di uomo riesce a guardare ventiquattro ragazzi sfilarlgli davanti sapendo che a breve perderanno la vita, ingiustamente, a causa sua.
Solo uno stronzo.
Ed è in quel momento che realizzo veramente ciò che devo fare, devo salvare la ragazza in fiamme anche se la odio, perche solo lei può uccidere Snow, e vedere morire Snow è il mio unico desiderio.
Finita la sfilata mi infilo in ascensore con i ragazzi del dodici, voglio vedere da vicino la ragazza per cui sacrificherò la mia vita, Dio quanto non la sopporto, il suo "fidanzato" invece sembra accetabile, è carino e gentile, gli ho chiesto di slacciarmi il vestio, giusto per godermi la faccia della sua ragazza.
Arrivata al mio piano li ho salutati e mi sono diretta verso la mia stanza.
Stranamente Finnick era li ad aspettarmi.
-Sei uscita dall'ascensore cosi?- mi ha domandato con una faccia sconvolta.
-Geloso Odiar?- gli ho risposto con tono sarcastico -Volevo fare due chiaccere con la mia protetta, mi sono lasciata convincere da te!-
Gli occhi di Finnick s'innluminano e corre ad abbracciarmi, ma si ferma come realizza che sarebbe molto imbarazzante.
Decido allora di mettermi un accapatoio addosso e di concedermi al suo abbraccio, poi mi avvicino al suo orecchio e gli sussuro -Lo voglio morto Finnick-
Lui si stacca tenedo la mani strette sulle mia braccia e annuisce -Anche io, per la mia famiglia e per la tua- mi viene da piangere ma non lo faccio, Johanna Mason non piange.
Lo abbraccio e restiamo una manciata di secondi stretti l'uno all'altra.
Ceniamo insieme, passiamo tutta la sera a ridere come se le orribili cose che presto ci accadranno non esistessero.
Si fa tardi e Finnick decide di tornare nella sua stanza ma prima di andare si volta verso di me e mi guarda -Mi dispiace che tuo padre non abbia potuto vederti tornare dagli Hunger Games, sarebbe stato molto fiero di te, io lo sono- aggiunge, mi sorride ed esce.
Io rimango immobile anche se vorrei con tutta me stessa fermarlo.
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