Manet.

di _Gia
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Manet.

Me n’ero dimenticato. Me n’ero totalmente dimenticato, eppure c’era stato qualcuno che lo aveva ricordato per me. Continuavo a rigirarmi la cartolina di auguri tra le mani, provando un senso di vertigine per la pesante sbronza del giorno prima, o forse semplicemente per il profumo fruttato di cui il bigliettino era impregnato. In rilievo, sul bianco immacolato del foglietto, in caratteri eleganti e colorati d’oro, una scritta mi augurava quello che tutti, me compreso, sembravano essersi dimenticati. Al polso, uno spesso e doppio filo dello stesso oro scintillava fiero, con incise a caratteri cubitali le lettere '' Stay strong, Mister Abernathy ''.

***

Il peso della vecchiaia gravava sulla mia mente. Erano anni che non festeggiavo il mio compleanno, limitandomi a nascondermi, facendomi bella per me stessa, dimostrandomi che potevo ancora splendere. 
Fu il suono del campanello a farmi sporgere sul mondo esterno, facendomi trovare una delicata orchidea adagiata sullo zerbino. 
La presi tra le mani, carezzandone delicatamente ogni petalo, lievemente rinsecchito dal tempo ma comunque di una disarmante bellezza. Sorrisi, per la consapevolezza che quel fiore mi aveva donato, soffermandomi a leggere il bigliettino che vi era stato posato accanto, lievemente ingiallito e aromatizzato al Rum, che in caratteri disordinati e sbilenchi recitava: '' Stay beautiful, Miss Trinket ''.





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