Nulla è per caso

di eos75
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MS-06S
Solo un codice, nulla di più.
Erano quattro anni che osservava quello spicchio di Terra da lassù, dove l'avevano lanciato. Da allora era rimasto ancorato alla sua rotta, dalla quale non si era mai scostato, ma per qualche motivo il sistema di ricezione dei dati non era mai entrato in funzione e così pure quello di trasmissione.
Sospeso lassù, nel silenzio e nel vuoto, il piccolo satellite si chiedeva perché...
Ogni cosa intorno a lui aveva una funzione: il sole scaldava il giorno, la luna rischiarava le notti, le stelle indicavano la direzione, gli altri satelliti comunicavano con quel Mondo che per lui era bramato e sconosciuto.
Triste, osservava le vite degli altri scorrergli accanto, regolari, forse un po' monotone, ma... sensate. Perfino l'effimera esistenza di quegli sciocchi meteoriti che lo sfioravano beffardi, ridendo e cantando prima terminare la loro folle corsa in una pomposa, sfavillante fiammata.
Li invidiava...
Una notte, guardandoli sfilargli intorno allegri, aveva espresso un desiderio: “Se solo potessi essere utile a qualcuno. Renderlo felice anche solo per un istante, allora la mia esistenza non sarebbe stata vana...”
Il buio era tornato a chiudersi intorno al piccolo satellite, i giorni ad alternarsi pigri, il paesaggio sotto di lui a mutare sotto il capriccio delle nuvole.
Aveva smesso di calcolare il tempo, di contare albe e tramonti.
I tramonti...
Aveva imparato a giudicarli belli, col sole che svaniva dietro l'orizzonte, infuocandolo per poi svanire, lasciandolo in una confortevole oscurità.
Stava giusto osservando l'ultimo raggio lambire l'atmosfera che il motore aveva dato un sussulto, quasi un colpo di tosse.
Poi un altro.
E un altro ancora.
Per la prima volta la rotta era persa, il punto di riferimento spostato di qualche grado e, man mano che la potenza calava, svaniva alla vista, mentre la Terra si faceva più grande, sempre più grande...
Il calore aveva iniziato a mordere le lamiere, la copertura termica a staccarsi, così come quelle inutili antenne che non si erano mai decise a funzionare.
Cadeva, il piccolo satellite, come una di quelle meteoriti che tanto aveva invidiato, lasciandosi dietro una scia rossa di detriti in fiamme.
“Potessi essere utile a qualcosa, almeno una volta nella mia esistenza...”



“Guarda! Una stella cadente!”
Due voci all'unisono, un sospiro e un desiderio non pronunciato, mentre gli sguardi s'incontrano e le guance s'imporporano.
Le dita s'intrecciano, le labbra si sfiorano.
Nulla esiste per caso...

 





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