The
night is only our
1.
Cielo scarlatto
Terreno
arido, duro, secco. Corpi fin troppo trascinati e luci troppo opache
per distinguerle chiaramente. Il suo corpo non è altro che
una massa
schiacciata sotto il fardello pesante del mondo, lasciato abbandonare
a se stesso, sotto il manto della notte color sangue. Sente
colpi
ferire la pelle e gridi disperati lanciati add un cielo squarciato.
Affonda
le unghie nel suolo, nella speranza di riuscire a strisciare in un
posto più sicuro. Ha dalla sua parte le fronde maestose
degli alberi
che la coprono ed un silenzio che non ammette parole. Condizioni
ideali per trovare un rifugio sicuro.
Avanza
ancora di più. L'iride cobalto non vede nessun nemico.
Avanza e poi
compie un altro passo, muovendosi come un lombrico, strisciando tra
le fessure appena visibili dei cespugli. Sente la gamba sanguinare; le
forze l'hanno ormai abbandonata, non riesce nemmeno a
respirare. -
"Ino"
Sobbalza.
Sta quasi per strillare ma una mano le blocca l'urlo.
"Shikamaru"
mai
parola fu detta più pacatamente.
Gli
occhi si illuminano di nuovo bagliore mentre lui le prende le
braccia, fino a trascinarla dalla sua parte. Un piacevole tepore
l'avvolge. Sorride mesta, dimenticando per un attimo la parola
più
temuta di tutte.
[La
guerra che fa morire]
I
kunai non li sente più
[La
guerra che fa vivere]
E
avverte un calore invaderle il petto. Apre un po' gli occhi e scopre
il fuoco ergersi maestoso davanti la sua visuale. Si accuccia in una
coperta appena offertale ,mentre una carezza delicata le scosta il
ciuffo scomposto.
"Fa
freddo"
Non
risponde. "Ho paura", continua ad ignorarla. "Ho fame e voglio tornare
a casa"
Nessun
segnale. China il capo, sentendo l'ennesimo scricchiolio alla gamba.
"Ino?"
"Uhm?"
"Sei
una seccatura", la classica frase. Non sa perché ma pare
sorridere.
"Finirà
vero?" riposa il capo sopra le sue gambe, senza alcun pudore.
"Forse"
Le
speranze si assottigliano, divenendo polvere. Polvere pronta a volare
nel vento ed essere trasportata in un soffio. "Mi basta che tu
rimanga vivo" Dice, fissandolo.
"E
se
non fosse così?.Ino... devi imparare a cavartela da sola"
Afferma,
leggermente adirato. "Fin quando ci sarai tu a proteggermi non
avrò
paura"
"Questo
è egoista..." risponde. Ino prova ad alzarsi un po'; la
spalla
lussata, la gamba rotta, le ossa stremate dalla battaglia... le
sembrano niente in confronto alle sue parole. Getta le braccia al
collo del ragazzo, allacciandole dietro la sua schiena. Stringe la
presa, sentendo le braccia accettare quel compromesso.
Stringe
i denti la ragazza dimenticando il dolore, perché lui non la
considererebbe forte. Nell'abbraccio si stringe, si perde, si sente
parte di lui.
Nell'unico
gesto d'affetto che ci si può permettere in guerra.
E
il
cielo è ancora scarlatto e lo sarà anche domani.
Ma
la luna
è una sola ed è pronta a vegliare su loro.
Fine
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