Breaking point
Titolo: Breaking point
Fandom: Teen Wolf
Serie: /
Pairing: Stiles/Derek (Sterek)
Genere: introspettivo, malinconico,
vagamente angst
Rating: giallo
Summary: “Alle volte aveva
l’impressione di tornare intero solo
sotto le dita e le labbra di Derek. Quando lui lo sfiorava tutti quei
punti di
rottura si saldavano e, anche se Stiles sapeva che non sparivano mai
del tutto,
smetteva di averne paura. Non sapeva bene come fosse possibile e,
sinceramente,
neanche gli interessava. Qualsiasi cosa potesse alleviare quella
sensazione di
essere sempre sul punto di spezzarsi era ben accetta, se poi prevedeva
che
Derek usasse su di lui certe parti del suo corpo sicuramente si sarebbe
ben
guardato dal lamentarsene.”
Note: ambientata
in un momento
imprecisato dopo la terza stagione, è la mia prima sterek e
storia in questo
fandom, spero di non aver combinato nessun guaio e che vi piaccia.
Fatemi
sapere!
Breaking point
The
point at which a person, object, or
structure collapses under stress.
C’era
stato un tempo, prima – prima dei
licantropi e degli
altri esseri sovrannaturali, prima
della
Nogitsune – in cui aveva
sempre
saputo riconoscere i suoi limiti e, anche se si spingeva
sull’orlo del
precipizio fino ad avere le vertigini, sapeva sempre quando fermarsi,
non
importava quanto fosse forte il desiderio di non farlo – con
il senno di poi e
diverse esperienze di quasi morte alle spalle, non poteva negare di
avere una
certa vena suicida. Spesso, soprattutto da quando Scott era stato
morso, si era
chiesto se non avrebbe fatto meglio a lasciarsi cadere nel vuoto quando
ancora
ne aveva il coraggio, quando ancora la paura non aveva attecchito a
ogni sua
cellula, come un cancro che lo divorava dall’interno,
strisciandogli sotto la
pelle e facendogliela scricchiolare, quasi fosse fatta di tanti piccoli
punti di
rottura sempre sul punto di cedere.
Non sapeva
quando – o come – quei
punti di rottura fossero diventati così tanti da farlo
sentire come se fosse
fatto solo di quelli, come se delimitassero ogni suo singolo pezzo,
né quando
avesse iniziato a sentire fisicamente
qualcosa che di fisico non aveva nulla – perché i
punti di rottura non lo erano
e non li si poteva ritrovare sulla pelle delle persone, eppure lui si
sentiva
come se i suoi fossero sempre lì, davanti agli occhi di
chiunque lo guardasse,
e alle volte voleva chiudersi nella sua stanza e non uscirne mai
più, tutto
solo per evitare che qualcuno li vedesse.
Alle volte
aveva l’impressione di
tornare intero solo sotto le dita e le labbra di Derek. Quando lui lo
sfiorava
tutti quei punti di rottura si saldavano e, anche se Stiles sapeva che
non
sparivano mai del tutto, smetteva di averne paura. Non sapeva bene come
fosse
possibile e, sinceramente, neanche gli interessava. Qualsiasi cosa
potesse
alleviare quella sensazione di essere sempre sul punto di spezzarsi era
ben
accetta, se poi prevedeva che Derek usasse su di lui certe parti del
suo corpo
sicuramente si sarebbe ben guardato dal lamentarsene.
«Riesco
a sentire il rumore delle
rotelle che ti girano in testa perfino se sto dormendo,
Stiles.»
Un paio di
braccia muscolose gli si
chiusero addosso, spingendolo contro il corpo caldo e solido dietro di
lui. «Scusa,
non volevo svegliarti», mormorò girandosi
nell’abbraccio per sfiorare le labbra
dell’altro con le sue.
«Non
riesci a dormire?», chiese
Derek, rafforzando la presa e appoggiando la fronte contro la sua.
«Qualcosa
del genere», rispose
accoccolandosi contro di lui. Il licantropo si irrigidì e
Stiles non ebbe
bisogno del super olfatto per intuirne la preoccupazione.
«Tranquillo»,
mormorò, «non è quel
genere di insonnia.»
Derek si
rilassò, protettivo come
sempre quando si parlava di incubi, insonnia o brutti pensieri,
strascichi
della Nogitsune che si erano
attaccati addosso a Stiles come una seconda pelle e che, alle volte,
entrambi avrebbero
voluto strappare via con le unghie e con i denti, anche se sapevano che
non
sarebbe servito a nulla.
Aiutarsi a
vicenda quando si
ritrovavano a lottare contro i loro fantasmi era l’unica cosa
che potessero
fare, soprattutto la notte, quando Stiles si svegliava urlando e
cominciava a
contarsi ossessivamente le dita una, due, tre volte e poi ancora e
ancora,
finché Derek non gli afferrava le mani e le stringeva,
ancorandolo alla realtà,
e quando il licantropo si svegliava di soprassalto, il respiro
affannato e il
sapore di cenere sulla lingua, come se l’incendio di casa
Hale non avesse mai
smesso di ardere, neanche dopo tutti quegli anni, nonostante da
bruciare
restassero solo i ricordi.
«Posso
fare qualcosa?», chiese Derek,
facendo lampeggiare gli occhi di blu per riuscire a scrutarlo anche
nell’oscurità.
Gli sorrise.
«Stringimi e basta. Ho
bisogno di coccole», scherzò, cercando di
distrarlo.
«Mi
sorprende che tu ne abbia
ancora la forza, dopo quello che abbiamo fatto nelle ultime
ore.»
«Ho sempre forza per le coccole,
ragazzone.»
L’altro
sbuffò. «Perché la cosa non
mi sorprende per niente?»
Stiles
ridacchiò, accoccolandosi
nuovamente nella stretta del licantropo, la testa sul suo petto nudo e
le dita
che disegnavano ghirigori senza senso sulla sua pelle calda.
«Stringimi
e basta, ragazzone.»
L’altro
non si fece pregare,
circondandolo con un braccio, le dita a sfiorargli la base della nuca.
Stiles
sospirò, sorridendo, il lento e ritmico battito del cuore di
Derek che lo
cullava come una ninna nanna. Quel suono aveva un che di rassicurante
e
riusciva a calmarlo sempre quando aveva un attacco di panico e Derek se
lo
stringeva contro, ascoltandolo mentre contava i suoi battiti ad alta
voce,
cercando di scacciare la paura che gli strisciava addosso,
paralizzandolo e
lasciandolo ogni volta più vicino al punto di rottura
– uno dei tanti. Dopo
ogni attacco tenere insieme i pezzi era sempre un po’
più difficile, ma andava
bene così, perché in quei momenti, stretto tra le
braccia dell’uomo che amava,
sapeva che sarebbe passato, prima o poi. Certo, la strada era ancora
lunga – e
non solo per lui, ma anche per Derek e Scott e tutti gli altri del
branco – ma
andava bene così.
E,
dopotutto, a Stiles non
importava che Derek non potesse scacciare tutti i suoi incubi, gli
bastava che
restasse al suo fianco a condividerne il peso, così come lui
cercava di fare con
i suoi.
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