Harry Potter e Lucy Black

di Naomi Haruna Chan
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PROLOGO




Era una mattina presto d'inizio Luglio, quando un gufo planò verso una villetta a Godric's Hollow, il volatile si appoggiò sul davanzale di una delle finestre del secondo piano e picchiò forte con il becco su una di esse. Il rumore provocato fece rigirare le coperte al piccolo ragazzo che pochi minuti fa stava ancora beatamente dormendo sul suo soffice letto e avrebbe voluto poter restare lì ancora un po', ma il picchiettare continuo della cretura lo convinse ad alzarsi per aprire finalmente la finestra e intanto si diceva: –Ma perché doveva proprio bussare qui? Se porta il giornale, che vada a svegliare mamma e papà!– ma ciò che il gufo portò era qualcos'altro: una busta con sopra uno stemma in cui vi era una H rossa al centro e vi erano anche quattro animali sopra, un grifone, un serpente, uno corvo e infine un tasso. Quando Harry la prese tra le mani capì subito cos'era: la lettera d'ammissione a Hogwarts.
Ora il moro sembrava euforico, aveva finalmente ricevuto quella lettera: era da quando il padre gli aveva raccontato delle sue avventure in quella magnifica scuola che voleva riceverla. Il piccolo mago felicissimo si precipitò fuori dalla stanza ancora scalzo sfrecciando verso la camera dei genitori.
–Mamma, Papà! Guardate, guardate!– era proprio fuori di sé dalla gioia e non smettava di saltellare accando al letto matrimoniale sventolando la lettera con la mano tesa, facendola sembrare una bandiera.
–Harry, non ora.– riuscì a mugolare la donna dai capelli rossi.
–Torna più tardi.– le diede manforte il marito che non riusciva proprio ad aprire gli occhi, cosa alquanto normale dato che primo: non erano ancora nemmeno le sei e secondo: il giorno prima all'ufficio degli Auror c'era stato un'emmergenza e James essendo il Capo Auror dovette risolvere tutto e Lily lo aiutò, percui erano tornati a casa solo alle due.
–Ma...– cercò di repricare Harry.
–Niente ma. Torna a dormire un po' anche tu, o va da Paddy.– Paddy era la loro elfa domestica, si occupava di tutte le facende domestiche così che i coniugi Potter potevano andare al lavoro senza doversi preoccupare della casa o di chi affidare il loro figlio mentre non c'erano.
–E va bene...– disse infine il ragazzo visibilmente sconsolato, ma si riprese pochi secondi dopo pensando che avrebbe mostrato la lettera prima a Paddy. Il piccolo mago corse nella piccola stanzetta in cui alloggiava l'elfa domestica e la svegliò dicendo: –Paddy, sveglia!– e quella scattò immediatamente in piedi.
Harry mostrò fiero la lettera come se fosse un trofeo e lei capendo si complimentò immediatamente con il suo adorato padroncino.
–Oh, Paddy, è molto felice per lei, Signore.–
–Grazie, Paddy. Ma ora andiamo in cucina voglio fare colazione.– detto ciò velocemente, senza dare il tempo alla piccola creatura di reagire, la trascino per un braccio verso la cucina.
Mentre Harry scaldava il latte in un pentolino, l'elfo apparecciò la tavola con due piattini, forchette e al centro vi mise una ciotola con dentro brioce, croissant al cioccolato e schiacciatine scaldate.
Harry prese due bicchieri, ci verso del latte, li posizionò sul tavolo e infine si sedette a mangiare insieme a Paddy, già mangia insieme a lei. In9 passato lei non voleva, ma una volta Harry si stufò di chiederglielo gentilmente la minacciò dicendo che se non si sedeva a fargli compagnia a colazione quando i suoi genitori non potevano le avrebbe dato uno dei suoi calzini puzzolenti. All'epoca aveva sì e no cinque anni e non capiva come mai fosse bastato dire quelle parole, ma ora sì che lo sapeva: la aveva praticamente minacciato di "licenziarla".
Dopo aver finito i due sparecchiarono, pulirono e infine dopo un'ora riapparecchiarono per i due maghi adulti.
–Mhm, che buon profumino.– fu il commento di papà Potter non appena scese le scale e Harry vedendolo corse immediatamente verso di lui.
–Buon giorno, papà.– adesso il maghetto aveva dipinto sul volto un bellissimo sorriso.
–'Giorno a te, figliolo.–
Subito dopo scese anche Lily, che dopo un veloce 'Buon Giorno' andò a sedersi a tavola e James la seguì a ruota.
–Ah, Harry, cos'è che dovevi dirci di così importante prima?– chiese il padre addentando l'ennesima brioce.
–Ah, sì, giusto.– esclamò Harry tirando fuori dalla tasca la lettera –Ecco, guardate.–
–Wow, ma è magnifico, tesoro della mamma.– commentò Lily notando subito lo stemma di Hogwarts.
–Allora, oggi si va a fare compere!– esclamò felice James all'idea di poter accompagnare finalmente il figlio a prendere la sua prima bachetta.
–Già, menomale che oggi è il nostro giorno libero.– commentò la moglie.
–Verrà anche Sirius?.–
–Sì.–
–Anche Lucy?– si tratta della figlia di Sirius, ha circa un anno in meno di Harry ed è un genio come la madre, cosa che dispiaque un po' al padre perché sosteneva di non voler una figlia secchiona.
–Credo di sì, tesoro.–
–Remus?–
–Ma certo, i Malandrini devono essere al completo quando mio figlio otterrà la sua prima bacchetta.– disse James gofiando il petto d'orgoglio.
–Quindi verrà anche Peter?–
–Immagino di sì.– a rispiondere fu Lily, perché il marito ormai non stava più ascoltando, si stava immagindo tutte le marachelle che avrebbe potuto combinare Harry una volta a Hogwarts.





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