Se
ami la vita, la vita ricambia il tuo amore
{Arthur
Rubinstein}
Non
c’è niente che ti rende più folle del vivere in
una famiglia.
O
più felice. O più esasperato. O più…
sicuro.
-Jim
Butcher
Quel
pomeriggio di metà estate, a Rasembool, il vento scuoteva
violentemente le fronde degli alberi e gli uccelli si riunivano
intorno ai laghi che fungevano da abbeveratoio per gli stessi.
Il
sole era più luminoso che mai e il cielo era persino più
blu degli occhi di Winry.
Den
osservava la scena dall'ombra di un salice, socchiudendo gli occhi e
sbadigliando, era uno dei periodi che più preferiva, in cui la
campagna sembrava in pace con il mondo e in cui poteva sonnecchiare
tranquillamente, indisturbato.
Si
mosse appena per girarsi e l'automail della zampa cigolò.
Quanto
era meravigliosa l'estate in quel piccolo paese.
Pinako
continuò a stendere le lenzuola seguendo un ritmo tutto suo,
allineandoli alla perfezione sul filo in modo simmetrico, non proferì
parola e di tanto in tanto lanciava qualche occhiata alla nipote.
“E'
una giornata splendida oggi “ bofonchiò, tenendo tra le
labbra la sua immancabile pipa” non è così
Winry?” si voltò da un lato, osservando la giovane
seduta sulla sedia a dondolo del portico.
La
sottoscritta aprì gli occhi lentamente, richiamata dalla voce
dell'anziana “ mph...scusa nonna mi ero appisolata, cosa stavi
dicendo?” mormorò sfiorandosi con la mano sinistra, in
cui brillava un semplice cerchio d'argento sull'anulare, il pancione
“ solo tre mesi e questa quiete finirà” sorrise
tra sé e sé.
Pinako
la sentì, scuotendo la testa, “ mi toccherà fare
le ore piccole “ Winry rise allegra.
“Già,
vale lo stesso anche per me”.
Il
rumore di un motore scossè l' omertà del momento, una
morgan plus nero grafite si avvicinò alla casa.
Lei si
alzò, sistemandosi il vestito turchese e rimettendosi le
infradito, prese l'elastico dal polso e si legò i capelli,
andando incontro agli ospiti.
“Comandante
Mustang! Maggiore Hawkeye! Colonnello Armstrong!” .
Riza
fu la prima ad avvicinarsi con un sorriso, “ sei in gran forma
a quanto vedo “ la salutò, Ayate saltò dalla
macchina, raggiungendo Dan per giocare.
Winry
ricambiò al gesto, “ bè non credevo di diventare
mamma così presto, ho compiuto da poco la maggiore età,
ma non mi lamento”.
Le
toccò la pancia, da poco lei e Mustang aveva ufficializzato la
loro unione, “ hai già pensato al nome?”.
“Nomi
“ la corresse educatamente, “ saranno un maschio e una
femmina, quindi io e Ed abbiamo pensato a Trisha e Van “.
“Come
i suoi genitori, un bel gesto in loro memoria“ s'intromise Roy,
“ è un piacere rivederti Winry, vorrei parlare con
Edward, è in casa?”.
Lei
negò con la testa, “ lui e Al sono usciti, dovrebbero
tornare verso sera, Alphonse è andato a Central, doveva
parlare con Jelso e Zampano per farsi accompagnare a Xing. Edward è
con lui, ma si era diretto alla biblioteca per riportare dei libri “
spiegò, “ ma entrate, vi offro qualcosa” li
invitò.
“WINRY
ROCKEBELL!!!” Louis Armstrong si lanciò verso di lei,
afferrandole una mano e baciandola sul dorso, “ SEI SPLENDIDA
RAGAZZA!”.
Lei
ridacchiò a disagio, nascondendo lo sconvolgimento per i modi
irruenti e eccentrici dell'uomo a cui non si era ancora abituata.
Pinako
li raggiunse, “ suppongo rimarrete per cena, è da un po'
di tempo che non riceviamo ospiti “.
I tre
ringraziarono la donna ed entrarono in casa.
Alphonse,
insieme a Zampano e Jelso uscì dalla caffetteria, “
quindi è deciso, partiremo questa notte, zia Pinako mi uccide
se non rimango a cena” si giustificò imbarazzato con gli
altri due, “ quindi vi converrebbe venire da me, facciamo così,
troviamoci tra un' ora alla stazione per tornare a Resembool,
intesi?”.
“Agli
ordini!” esclamarono i due all'unisono.
“Io
vado a recuperare il fratellone alla biblioteca “ si avviò,
salutandoli con la mano, “ a dopo ragazzi!”.
Edward
si era appisolato su una pila di libri, il volto illuminato dal
tramonto, quando aprì gli occhi dorati, Alphonse lo stava
guardando con un sorriso, la testa appoggiata alle mani.
“Da
quanto sei qui?” bofonchiò il più grande, “
mi sentivo osservato, per quanto ho dormito”.
“Da
dieci minuti, tu dormi sempre fratellone, Winry ti sta facendo fare
le ore piccole?” domandò canzonatorio.
“Mph...”
mugugnò, “ è una schiavista incinta, vai a
comprarmi del pompelmo...” imitò la voce della moglie, “
ha sempre odiato i pompelmi”.
Al
rise, “ d'accordo, sarà il nostro segreto, non le dirò
che vieni qui per recuperare le ore di sonno”.
Ancora
steso con la testa su un braccio, allungò l'altro per dare un
buffetto sulla fronte all'altro, “ bravo fratellino”.
Salutarono
Sheska di sfuggita ed uscirono dall'imponente palazzo.
Edward
si sistemò i capelli in una coda, aggiustandosi il colletto
stropicciato della camicia chiara a maniche corte, in modo che Winry
non si accorgesse della sua – finta – fuga, ripose gli
occhiali da lettura nel taschino davanti.
“Allora,
Al, hai deciso di quando partire per Xing?”.
“Sì,
stanotte” affermò risoluto.
Il
fratello maggiore arrestò la sua camminata, “ caspita “
si rabbuiò, “ a volte mi dimentico che hai solo un anno
in meno di me” non avrebbe mai ammesso il suo senso protettivo
fraterno per Alphonse e nemmeno che aveva una paura tremenda per l'
imminente nascita dei suoi figli e aveva un bisogno disperato di
averlo vicino per il periodo che stava passando a chiedersi mille
domande e mille perchè...
“Te
la caverai, fratellone. Sarai un ottimo papà” come se
gli avesse letto nei pensieri, si parò davanti a lui,
appoggiandogli entrambe le mani sulle spalle.
“Al...”
lo chiamò.
“Ti
prometto che per la nascita dei miei nipoti cercherò di essere
a casa, voglio stare vicino a te, a Winry e a zia Pinako...non posso
perdermi una cosa così importante, siete la mia famiglia
dopotutto e inoltre diventerò zio”.
“Stupido...”
borbottò commosso, cercando di celarlo.
Alphonse
gli sorrise bonario, “ forza, torniamo a casa”.
Winry
fece accomodare gli ospiti dentro, parlando vivacemente con i due neo
fidanzati quando Armstrong si fermò ad osservare la bacheca
delle foto.
“Qualcosa
non và?” domandò Pinako, affiancandosi a lui.
“Signora,
a volte mi rendo conto che al giorno d'oggi i giovani sono più
maturi della loro età” precisò.
“Sì,
questi due ragazzi hanno dovuto vedersela faccia a faccia con molte
cose, anche se la maggior parte sono state orribili, hanno dovuto
crescere in fretta” rispose in tono secco.
“Sono
stati due esempi per tutti noi”.
“Credo
che non siano gli unici su questo pianeta, ma ammetto, che sì,
sono davvero speciali”.
I due
Elric raggiunsero la stazione come stabilito dal più giovane,
Jelso e Zampano in abiti borghesi e con una valigia a testa, li
stavano aspettando vicino al treno.
“Buonasera
Edward” disse Zampano.
“Guarda
un po' chi si rivede” sbottò allegro Jelso.
“Ragazzi
“ li salutò con un cenno e salì a bordo.
Al
fece spallucce, seguendo il fratello.
“Allora,
verranno con te?” il modo e il tono in cui lo domandò,
fece supporre ad Alphonse che suo fratello nutriva una fitta
d'invidia per i suoi accompagnatori.
“Sei
geloso?” lo stuzzicò.
“Mph...di
due chimere poi” ribattè, girando la testa verso il
finestrino.
Per un
momento l'altro rimase sorpreso da una reazione così
controllata, conoscendolo si sarebbe arrabbiato subito, forse stava
davvero prendendo sul serio il ruolo che da lì a tre mesi gli
sarebbe spettato.
Sorrise.
“Comunque
non siamo solo – animali da compagnia -, non si sa mai, Xing è
pur sempre un luogo sconosciuto a noi, se dovesse succede qualcosa
meglio qualche arma segreta in più” spiegò
Zampano.
“Già,
anche se dovessimo godere del favore del nuovo imperatore, potrebbe
lo stesso ritorcersi contro di noi. Non sappiamo nulla, meglio essere
prudenti”.
Poi
ognuno di loro si chiuse in un personale mutismo.
Alphonse
si accorse che gli occhi dorati di suo fratello, riflessi sul
finestrino, lo stavano scrutando.
Ci
furono due colpi alla porta.
“Vado
io, cara “ l'anziana fermò la nipote che si era alzata
dal divano.
Gli
altri seguirono con lo sguardo Pinako, zittendosi all'improvviso,
pensando fossero i due fratelli.
“Ah,
signor Garlfield! Paninya!”.
“Buonasera
signora, dov'è Winry?” chiese subito la mora, correndo
poi incontro a quest'ultima abbracciandola.
“Ehi,
che entusiasmo!” rispose la bionda, ridendo.
Gli
altri la seguirono a ruota.
“Accidenti,
è tardissimo. Fratellino, non ti conviene partire domani
mattina?” consigliò Ed, appena sceso dal treno.
“A
questo punto direi è un idea, per voi è un problema
fermarmi da me questa notte?”.
“Direi
di no” rispose l'uomo-rospo.
“Se
non lo è per te “ ribatte l'altra chimera.
Di
nuovo, la porta venne scossa da dei pugni.
“Devono
essere loro, vado io” questa volta fu la ragazza a fermare la
nonna.
Con
passo lento, per la sua delicata condizione, arrivò davanti
l'ingresso.
“Finalmente,
era ora arrivaste” sentenziò lei, Al la salutò
con un sorriso di scuse mentre Jelso e Zampano con un sorriso
allegro.
Il
marito le pizzicò giocoso una guancia, era molto trattenuto
con le effusioni in pubblico, “ ciao tesoro” gli rispose
lei con un sorriso rassegnato.
“Guarda
un po', Acciaio” lo salutò Roy.
“Allora
qualche volta si scolla dalla scrivania e viene a trovare i vecchi
amici”.
“Molto
spiritoso, Ed “ proruppe Riza, posando la tazzina di the sul
tavolino basso davanti il divano.
“EDWARD
E ALPHONSE ELRIC!” come al solito i due si ritrovarono in una
morsa d'acciaio.
“Co...colonnello!”
soffiò il più grande.
“So..soffoco...”
impallidì Al.
“Ciao,
ragazzi”.
“Sei
venuta anche tu furfantella?” gli scompigliò i capelli
Edward, questa lo guardò di storto.
“Paninya!”
la salutò felice il più piccolo, “ e il signor
Garfield!”.
“Ciao
anche a voi ragazzi” rispose l'uomo, ricambiando i saluti.
Dan e
Ayate rimasero sdraiati fuori dall'ingresso, accarezzati dalla
corrente d'aria.
“Per
fortuna c'è abbastanza stufato per tutti, forza tutti a
tavola!” decretò Pinako.
“E
per dolce la mia personale torta di mele e canditi” irruppe la
futura mamma.
“E'
la versione avanzata di quella classica?”.
“Simpatico”
fece la linguaccia al marito.
Nonostante
tutto, erano pur sempre molto giovani.
La
serata procedette tranquillamente, tutti che parlavano tra di loro e
ridevano, un baccano piacevole che riscaldava il cuore.
La sua
famiglia, pensò Alphonse intristendosi un po'.
Gli
sarebbero mancati tutti loro, non appena sarebbe arrivato il momento
di salutarsi.
Li
osservò uno alla volta con un sorriso luminoso.
D'altronde,
la famiglia sono tutte quelle persone che ti rendono migliore,
nonostante non ci siano legami di sangue tra di voi, constatò.
Ma
legami molto più importanti e duraturi che, lui ne era certo,
sarebbero durati tutta la vita.
NOTA
DELL'AUTRICE: Eccoci alla fine del primo capitolo, spero vi sia
piaciuto.
Alla
prossima,
Kokoro
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