Farfalle

di Lady Vibeke
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C’era una farfalla sullo specchio. L’ho uccisa, sai.
Non avevo tempo.
Mi aspettava in un angolo chiedendo spiegazioni.
Perché non c’ero? Perché non ci sono mai? Troppo bella per i miei occhi stanchi.
C’era una farfalla sul mio specchio. Tu non le conosci le farfalle. A te non piace la poesia. Tu strappi ali e basta, e ti sporchi della polvere di creature che non voleranno mai più.
Lei era lì. Sul mio specchio. Così bella, sai. L’ho uccisa.
Non avevo tempo, ma lei non capiva. Non voleva capire.
Voleva che volassi via con lei.
Non capiva le mie spalle spoglie. Non capiva le mie caviglie legate alla terra.
Non avevo tempo, ho cercato di dirglielo. Non c’è più tempo per niente.
Non capiva, la mia farfalla sullo specchio. Era troppo leggera per capire il peso che mi teneva schiacciata giù, lontana dal cielo.
L’ho uccisa, sì. L’ho uccisa. Come mi hai insegnato tu.
Era così bella, distrutta in quel modo. Perfetta. Non riuscivo a guardarmi senza vederla.
Muoveva le sue ali graziose piena di vanità e orgoglio. Davvero bella, sai. L’ho subito invidiata, ma sentivo la tua voce che mi pregava di ucciderla. Creature inutili, le farfalle. Così leggere ed effimere che potrebbero non esistere e non farebbe alcuna differenza. Così belle, però.
Io amo le farfalle. L’ho uccisa, ma l’amavo. Perché tu no?
Voleva che volassi. Che scappassi con lei.
Non capiva, non sapeva.
Non avevo tempo. Non ho mai tempo.
Correre, correre, cercando di fendere il vento, di vincere la sua forza. Non c’è tempo per essere farfalla. Troppo debole. Troppo fragile.
Non dirmelo più.
L’amavo, sai. Come tutte le altre. Ti è mai importato?
L’amavo. Le amavo. Le amavo tanto.
L’ho uccisa. Le ho uccise tutte, le farfalle del mio specchio.
Me lo hai insegnato tu.
Non avevo tempo. Era troppo bella.
L’amavo così tanto.
Bella, sai. E così leggera.
L’ho uccisa, come fai sempre tu.
È giusto, così? Va bene, così?
Mi ha guardato spegnendosi senza capire. Lei era bella, lì sul mio specchio, e io l’ho uccisa, perché mi hai insegnato così.
In nome di cosa l’ho fatto?
In nome di cosa?
Gli scheletri di mille farfalle dormono nel mio recinto.
In nome di che cosa, se lo sai?
C’era una farfalla sullo specchio. L’ho uccisa, sai.
Non avevo tempo.
Non c’ero. Non ci sono mai stata.
L’ho uccisa, secondo la tua volontà.
Non ho mai tempo.
Non ho più tempo.
Di vivere, sai.


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A/N: la frase in corsivo è una citazione tratta da “Ora Stellata”, una delle bellissime poesie di Federico Garcia Lorca. Il resto appartiene a me e alle mie psicosi.
Dedicata a una persona che non la leggerà mai, e al mio tatuaggio.




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