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"Colpa degli zingheri"
Una
volta abbandonata la sede di quei giovani che amavano in oltrequalmodo
la politica, vagai per diverso tempo tentando di collegare i
puntini.
Cosa avrebbe fatto la Fletcher? Perché la gente voleva quei
sandali? Perché era sempre in giro quando c'era un omicidio?
Erano davvero così importanti? Aveva veramente dei poteri
magici? I sandali avevano dei poteri magici? Se faccio un'altra domanda
retorica posso somigliare a D'Annunzio?
Mi
decisi e andai in un internet cafè per fare la cosa più
stupida che si potesse fare. Googlare "sandali di Stalin"
Christopher nel frattempo si era dissolto nel nulla, dicendo che doveva
informarsi meglio sui poteri magici della signora in giallo.
Le
prime cose che uscirono furono gli account di instagram e twitter del
centro sociale con le foto dei vari altarini che avevano fatto per le
calzature. Modello "missionario" marroni, usurate dalle maratone in
manifestazione. Poi, una foto in bianco e nero di un omone baffuto in
riviera romagnola, con maglia a righe orizzontali e sandali in mano.
Mica che si riempivan di sabbia.
Di colpo, vibra qualcosa. Tony.
"Torna".
Imperativo categorico. Saltai sul primo bus per la redazione. Davanti
al grigio palazzone c'era Tony, camicia sudata neanche fosse la maglia
della salute di un ciccione al primo giorno di Crossfit. Io avevo
una camicia, un maglione, un cappotto, una sciarpa..
In mano aveva una mail grossolanamente stampata, con ancora le varie
tabs di Mozilla aperte. Aveva dei vari interessi, il signor Tony.
L'account twitter di Trump e diversi siti relativi alla "supremazia
razziale" aperti. Dovetti ripetermi più e più volte che
non era il tempo per discuterne. Lessi giusto la mail cercando i dati
fondamentali. Dovevo inventarmi una supercazzola per giustificare
l'articolo. O meglio. Inventare un articolo.
Le parole di Christopher risuonavano insieme a tutte le altre parole che mi avevano sempre detto.
"O fai così, o non abbiamo soldi per pagarti lo stipendio"
"È eticamente scorretto"
"Non te ne devi fregare delle "minoranze""
"E a te sta bene questo?"
Dovetti
impegnarmi, per la prima volta, a dare la colpa a qualcuno. In quei
cubicoli, più grigi del solito, ho scritto quello che mi ero
ripromesso di non scrivere mai. È stata colpa del centro sociale
che non li ha curati. La colpa, per colpa mia, è della stessa
vittima. Passarono giorni in cui io non mi interessai più
della faccenda. Giorni in cui su internet trapelarono le informazioni
più disparate sulla faccenda, da un reportage di una "mutazione"
dovuta ai sandali a un servizio di "dalla vostra parte" che diede la
colpa in ogni caso agli "zingheri".
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