Pillole di fandom

di Sakura Hikari
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Gone



Prompt di Occhi di nebbia: River/Doctor, Amy era appena andata via per sempre e tutto quello che il dottore riusciva a fare era stare con la testa sulle ginocchia di River a guardare il vuoto con le lacrime agli occhi mentre la donna gli accarezzava i capelli.
Parole: 344


 
“Scegli tu la destinazione o fai scegliere a me? Dottore?”
Una destinazione. Partire e andare da qualche parte. Non era quello che faceva sempre?
Invece di rispondere rimase immobile a fissare le varie leve e manopole sulla consolle del Tardis, senza vederle veramente. Davanti agli occhi vedeva sfilare la stessa sequenza di eventi, ripetutamente.
L’angelo toccava Rory. Lui svaniva.
Amy prendeva la mano di River, le diceva qualcosa, si avvicinava all’angelo.
Amy si voltava e gli diceva addio. L’angelo toccava Amy. Amy svaniva.
“Dottore?”
Eleven sentì una mano posarsi delicatamente sulla schiena; sollevò lo sguardo ed incontrò quello preoccupato di River. Stranamente, la sua figura gli appariva tremolante.
“Oh dolcezza”, mormorò River, e sentì le braccia di noi circondarlo in un abbraccio. “Puoi piangere liberamente. Lascia andare tutto”.
Eleven stava facendo fatica a capire cosa gli stava dicendo River e a tenere il passo con il susseguirsi degli eventi. Era sicuro di trovarsi in piedi vicino alla consolle un momento prima, e adesso si trovava in posizione sdraiata, con il capo appoggiato sul grembo di River, che passava le dita tra i suoi capelli in movimenti dolci e rassicuranti. Quello era piacevole. Eleven si aggrappò a quella sensazione in modo da emergere dalla tempesta che imperversava all’interno dei suoi cuori.
Più ripensava agli eventi accaduti (quanto tempo prima? Secondi, minuti, giorni, anni?) e più non riusciva ad accettare che li avesse persi per sempre.
Che Rory non sarebbe ricomparso vivo e vegeto con indosso un’armatura romana e nessuna idea di come avesse fatto a sopravvivere.
Che non avrebbe potuto raggiungere un qualunque momento della vita di Amy e rivedere la sua faccia leggermente imbronciata per il suo ritardo, broncio che si sarebbe inevitabilmente sciolto in un sorriso che scaldava il cuore.
Che le parole scritte tanti anni prima nell’ultima pagina rappresentavano l’inevitabile finale.
Quasi gli avesse letto nel pensiero, River disse: “Hai letto la sua lettera, Dottore. Sai che hanno avuto una vita felice”.
Questo gli fece venire un’idea. “Gli hai già incontrati? Gli incontrerai?”, domandò.
Sentì la risata sommessa di River. “Chissà. Spoilers.”  





 




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