Harry se ne stava
rannicchiato sotto le coperte nel letto
dell’infermeria, gli occhi sbarrati dalla paura. Se
l’ombra lo avesse raggiunto
come avrebbe fatto a difendersi? E se gli elfi non fossero stati
abbastanza
forti e la barriera fosse caduta? E se la protezione di Madama Chips
non fosse
bastata? Severus gli aveva detto di fidarsi ma ora in quel lettino gli
sembrava
che il consiglio del professore non fosse troppo azzeccato.
E del resto anche lui
avrebbe dovuto fare qualcosa per sconfiggere
la nube perché il signor Rogolos aveva detto che tutti
dovevano avere un ruolo,
ed Harry non pensava che il suo fosse quello di starsene nascosto nel
letto.
Perciò si allungò e abbassò le coperte
per vedere cosa succedeva attorno a sé.
Naturalmente non vide
nulla, in quanto la battaglia si stava
combattendo all’esterno della stanza. Si scoprì e
scese dal letto, mise le
ciabattine ai piedi e fece qualche passo quando un urlo di Madama Chips
lo
raggiunse: “Signor Potter! Si può sapere cosa fa
fuori dal letto? Ma cosa le
passa per la testa! Se ne ritorni sotto le coperte e non si muova! Non
è il
momento di fare lo stupido!”.
Quell’ultima
parola colpì Harry nel profondo del suo cuore.
Lui non era uno stupido! Severus glielo aveva detto che lui era un
bambino
intelligente e che chiunque gli dicesse di essere uno stupido era un
bugiardo.
Madama Chips era una bugiarda! Harry fece finta di tornare a letto ma
appena la
medimago gli voltò le spalle uscì correndo
dall’infermeria e si diresse, tra i
richiami dei quadri e degli elfi, all’esterno.
Doveva raggiungere il
professor Severus e raccontargli che
Madama Chips lo aveva trattato male, forse il professore lo avrebbe
difeso! Una
volta all’esterno si diresse meccanicamente verso la capanna
di Hagrid, l’unico
posto, all’esterno del castello, che lui conoscesse.
Lì però non ci trovò
nessuno.
Uscito dalla casetta del
guardacaccia vide una luce intensa
provenire da non molto lontano e correndo raggiunse il punto
d’origine di tale
luce. Ciò che vide lo bloccò. L’ombra
nera aveva raggiunto Severus, che perse la bacchetta, e
si avvolgeva attorno al professore con fare
sinuoso. Il
professore conosceva bene
Voldemort. Era sua abitudine trasmettere calore intenso alle sue
vittime prima
di ucciderle congelandogli il cuore con l’alito ghiacciato
della sua anima.
In quel momento le vittime
non potevano muoversi quasi come
se fossero bloccate da un Pietrifucus! Il corpo di Severus,
inginocchiato sull’erba
e sguardo al cielo, aveva raggiunto il giusto punto di calore quando al
grido
di “Expecto Patronum!” un drago, un bellissimo
drago luccicante fece indietreggiare
un ombra grigia e la
allontanava da uno stordito Piton.
Appena Hagrid si accorse della presenza di Harry, il suo
patronus si
dissolse e l’ombra venne intrappolata in un una gigantesca
bolla di sapone
creata dagli elfi giunti in soccorso.
Se la nube grigia avesse
cercato di far scoppiare la bolla,
l’umidità generata da questa avrebbe indebolito
ancora di più Voldemort. Piton,
con l’aiuto di Hagrid si sollevò.
“Hagrid, complimenti! Il tuo patronus è stato
molto potente!”.
“Sì,
professore. Ma speriamo che non mi spediscano ad
Azkaban per aver fatto magie con la bacchetta! Ah, a proposito,
è la sua.
Tenga!” rispose goffamente il guardacaccia. Harry intanto si
era avvicinato ai
due uomini e stringendosi a loro guardava con timore la bolla di sapone
contenente il suo nemico. Anche Severus osservò il suo
ex-padrone. C’era un
modo per ucciderlo per sempre.
“Harry! Dobbiamo
liberare la nube, lo devi fare tu! Io poi
la spingerò verso le profondità del Lago
nero!”disse il professore.
“Ma se cerca di
scappare come lo fermeremo con un altro
drago?” chiese tra l’incuriosito e lo spaventato il
bambino.
“No”
rispose Hagrid “La bacchetta serve al professore per
far sprofondare la nube e io non posso, non potrei, insomma non
farò altre
magie per ora!”.
“Per questo ci
siamo noi!” dissero Sir Nicholas e la Dama
Grigia “Appena la nube uscirà dalla bolla la
attaccheremo così diventerà sempre
più debole e sarà più facile
sconfiggerla definitivamente”.
“Ma io come
posso fare per far scoppiare la bolla? Io non
sono un mago vero! Io non so fare le magie! Io non so fare niente!
Anche se mi
impegno non ci posso riuscire! Sono uno stupido! Lo ha detto anche
Madama
Chips! Mi dispiace, professor Severus! Mi dispiace!”
gridò piangendo Harry.
Severus capiva lo stato
d’animo del bambino, era
terrorizzato, e per tutta la vita era stato convinto di non essere
abbastanza
intelligente, buono, di non essere abbastanza in nessuna occasione e
negli
ultimi giorni sebbene avesse fatto tanti miglioramenti, aveva dovuto
affrontare
tantissimi problemi e ora si sentiva stanco, molto stanco.
Severus si
avvicinò e lo abbracciò con delicatezza, gli
tenne il viso fra le mani e gli disse, guardandolo negli occhi:
“Ti devi
fidare, Harry!”.
“Ma io mi fido
di te!” rispose il bambino.
“No, Harry! Devi
fidarti di te stesso! Se tu crederai di farcela,
ce la farai! Ecco, prendi la mia bacchetta, puntala verso la bolla e
urla
BOMBARDA! Vedrai che la bolla scoppierà!”.
Harry prese la bacchetta,
si asciugò le lacrime con la
manica del pigiama, e puntandola verso la bolla, dopo aver dato
un’altra
occhiata a Severus e Hagrid, urlò:
“Bombarda!”.
In un attimo la bolla si
scoppiò, Sir Nicholas e la Dama
Grigia emanarono una forte luce, la luce di vite ormai spente della
profezia
della Cooman, e la nube già grigia diventò ancora
più chiara. A quel punto
Severus riprese in mano la sua bacchetta e lanciò
l’incantesimo: “Descendio”.
La nube debolissima non poté opporre resistenza e
sprofondò nel Lago Nero
diventando fanghiglia.
Il
lago tremò e ingoiò il male,
distruggendolo.
La notte era
già trascorsa per buona parte, ma nessuno
riuscì a chiudere occhio. Voldemort era stato sconfitto, la
profezia della
Cooman si era avverata, Regulus aveva dato un grande contributo e tutti
si
erano comportati in modo responsabile, senza primeggiare, ma fidandosi
di se
stessi e degli altri. Il senso di forte unione che si respirava nella
scuola era
di buon auspicio per il futuro.
Tutti si congratularono
con i fantasmi che erano riusciti a
indebolire la nube, con i quadri, Pixie e
con Gazza che non avevano mai perso di vista
il nemico, con gli elfi che avevano creato prima una barriera
protettiva e poi
una trappola perfetta, con Hagrid che era riuscito a richiamare il suo
patronus, con Madama Chips che si sentiva in colpa per esser stata poco
delicata con Harry ma che aveva protetto il suo letto in modo
encomiabile, con
Severus, Minerva e Silente per non aver interferito nelle azioni degli
altri ma
aver dimostrato piena fiducia.
All’appello
mancava solo la professoressa Cooman che
sembrava essersi dileguata nel nulla, la cercarono ovunque e la
trovarono
chiusa nel suo ufficio con la bacchetta in mano aspettando
l’arrivo di
Voldemort.
“Cibilla, cosa
stai facendo?” domandò il preside.
“Sto mantenendo
la mia postazione all’interno del castello!
Se Colui-che-non-deve-essere-nominato arriverà,
troverà pane per i suoi denti!”
rispose la donna.
Severus
alzò gli occhi al cielo
e stringendo a sé Harry, che ormai era crollato dalla
stanchezza, si avviò in
infermeria per un meritato riposo.
L’indomani
mattina, Severus si alzò e andando a farsi una
bella doccia, vide che Harry era in un angolino, quasi nascosto, fece
per
avvicinarsi ma Harry si voltò e lo mandò via.
“Strano comportamento” pensò
Severus.
L’acqua tiepida
scendeva sul corpo magro del pozionista e lo
liberava da angosce e preoccupazioni. Dopo qualche minuto
uscì dal box-doccia e
si asciugò. La cicatrice era ben visibile, si sarebbe
ricordato per sempre gli
anni terribili della sua infanzia e gli orrori del periodo in cui era
stato
mangiamorte, ma forse non tutto era perduto.
Harry gli aveva fatto
tornare la voglia di amare qualcuno,
gli aveva ricordato che sapeva essere una bella persona. Forse Severus
Piton
non aveva ancora pagato abbastanza per il male compiuto ma forse poteva
comunque costruire qualcosa di bello. Prese la bacchetta appoggiata sul
lavandino e colpo di magia la cicatrice sparì.
Rientrando nella sala
dell’infermeria, vide Harry che gli
sorrideva. “Vuoi che me ne vada di nuovo?” chiese
permalosamente il professore.
“No”
rispose il bambino ridendo “Vieni ti mostro una cosa! Anzi
due!”.
Severus si sedette al suo
fianco e Harry gli mostrò una pietra che era la
miniatura della stele dei quattro fondatori. "Me l'ha regalata Silente!
Dice che me la sono meritata, è un po' come una
medaglia!".
"Ha ragione te la sei
guadagnata! Hai creduto in te e sei riuscito a sconfiggere i cattivi!
Senza di te non ci saremo mai riusciti. Siamo tutti importanti, anche
tu!" rispose Severus.
Poi il bambino gli
mostrò un disegno: c’era un prato verde con a
destra un castello e a sinistra
una casetta piccola. Tra i due edifici un uomo vestito di nero
stringeva in
braccio un bambino e dava la mano ad un altro bambino molto piccolo.
“Che bello! Mi
spieghi cosa rappresenta?” disse Severus.
“Questo
è il castello di Hogwarts e questa è la capanna
di
Hagrid. Questo sei tu e questo in braccio sono io!”
spiegò Harry.
“E questo
bambino piccolissimo chi è?” chiese incuriosito
Piton.
Harry si
dondolò avanti
e indietro, non aveva paura ma sentiva
dentro sé ancora qualche vecchio timore, sapeva che Severus
era buono e perciò
disse semplicemente: “Questo è il bambino che
stava da solo nella casa dell’altro
disegno. L’ho fatto venire con noi!”.
Da quanto tempo era che
Severus Piton non sentiva riempirsi
gli occhi di lacrime di felicità? Non lo sapeva! Forse non
era mai successo! “E’
molto bello! Complimenti!” rispose l’uomo.
Harry lo
abbracciò e continuando a sorridergli gli chiese se
poteva raccontargli ancora la fiaba del mago e del pentolone salterino.
Severus
iniziò a raccontare ma non riprese Harry quando questo si
incantò a osservare
un punto lontano. Era un avvenimento sempre più raro e in
quel luogo lontano,
Harry, non si
rifugiava più per sfuggire
al terribile presente ma per raccontare ad amici immaginari le sue
grandi
avventure.
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Anche questa ff
è arrivata alla sua conclusione! Vi ringrazio tanto per
avermi sostenuta, accompagnata e talvolta sopportata!
Ringrazio tutti coloro che
hanno letto e recensito!!!
Ringrazio tutti coloro che
hanno letto e sono rimasti senza parole!!!
Ringrazio i MAGNIFICI 52!
Che hanno inserito la ff tra i preferiti!
Mi è stato
chiesto se la storia avrà un seguito: non lo so ancora! Di
solito non ne scrivo ma come è capitato per "I mangiamorte
di Harry Potter" può darsi che scrivendo un'altra ff decida
di collegarla con una precedente.
Vi voglio bene. Alida
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