Suonava la Vie en Rose

di F a i r
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Chapter III

Naminé side
La serata non era tiepida come avevo sperato, ma per essere marzo non faceva poi tanto freddo.
Per fortuna nessuno si era accorto della mia momentanea assenza e avevo la possibilità di osservare le stelle nel cielo terso.
Mossi qualche passo ripensando a quando le cose fra me e Vanitas andavano bene e cominciai a chiedermi se fossero davvero mai andate bene o se ero stata io ad avere gli occhi foderati di rosa in quegli anni.
Sospirai e mi sorpresi nel notare che una leggera nuvola di vapore si allontanava dalle mie labbra.
Mi guardai intorno e incrociai uno sguardo azzurro che da lontano mi stava osservando.
Riconobbi lo stesso ragazzo che avevo incontrato nel bagno e mi sentii pizzicare le guance per l’imbarazzo.
Mi voltai per evitare dell’imbarazzo anche a lui e, per la prima volta, sperai che si avvicinasse per parlarmi invece di provare la solita stizza verso gli occhi indiscreti.
Passò meno di qualche minuto e se avesse fatto poco più freddo sarei stata costretta a rientrare.
«Qui tutta sola?» sentii alle mie spalle e fu certa che il ragazzo senza nome si fosse fatto coraggio.
Mi voltai a guardarlo con un po’ di sorpresa: chissà cosa l’aveva spinto ad avvicinarsi a me.
«S-sì» risposi presa alla sprovvista. «Lì dentro l’aria diventa davvero soffocante».
Mi sforzai di sembrargli tranquilla, rilassata e a mio agio anche se non ero nessuna delle tre cose.
«Io sono Naminé» continuai. Era come se temessi di far scendere il silenzio fra noi e fui contenta di notare che lui sorrise alle mie parole.
«Io–…»
«Nami!» mi sentii chiamare e una testa rossa estremamente sorridente mi trascinò di nuovo all’interno della stanza senza che nemmeno me ne rendessi conto.
«Kairi, cosa c’è?» chiesi.
La mia amica mi indicò che la torta era ormai pronta e tutti mi aspettavano per le fotografie.
Mi dispiacque non poter sapere il nome di quel ragazzo che era sembrato tanto gentile, ma fui subito raggiunta da Vanitas dietro il tavolo della torta.
«Si può sapere che fine avevi fatto?» bisbigliò ma quella domanda mi risultò irritante.
«Avevo bisogno di un po’ d’aria» risposi. «Non mi sento molto bene».
Mi accorsi che quella non era nemmeno una bugia, perciò non passò molto che chiamai mio padre e salutai tutti quando ancora Sora apriva i regali.
Ero certa che Vanitas se la sarebbe presa a morte ma non mi importava, non sarei riuscita a sopportare ancora la situazione che si era creata quella sera.

Roxas side
Non avevo avuto tempo di dirle come mi chiamavo, né di salutarla perché si era dileguata come fumo al vento.
Non potei fare a meno di chiedermi come avevo fatto a non notarla fino a quel momento: frequentavamo la stessa scuola, molti dei nostri amici erano comuni ma non eravamo mai riusciti ad incrociarci fino a quel momento.
Decisi che non sarebbe più stato così.

Naminé side
Mio padre fu tutt’altro che scontento di essere svegliato all’una di notte dal telefono che squillava e da me che gli chiedevo di venirmi a prendere.
Impiegò un tempo da pilota di formula uno per raggiungermi e sottrarmi a quella che era diventata una serata da dimenticare.
«Terra! Aqua!» sentii esclamare da una voce maschile che non conoscevo.
Sul viso di mio padre si dipinse un sorriso così largo che ebbi l’impressione di non averlo visto così felice. Forse solo quando avevo detto ‘papà’ per la prima volta.
«Ven, mi sembrano passati secoli dall’ultima volta!» rispose papà e scese dalla macchina per andare incontro ad una ragazzo alto e snello. Si salutarono con una sonora pacca sulla spalla e fui certa che mio padre si sentisse di nuovo un giovincello.
Mi sentii mancare il fiato quando mi accorsi della somiglianza incredibile che quel ragazzo, di certo molto più grande di me, avesse con il biondo senza nome che aveva tentato di presentarsi prima che fossi accalappiata da Kairi.
«Mamma, chi è?» chiesi sorpresa che mio padre conoscesse qualcuno degli invitati.
Mia madre sorrise e mi sembrò anche lei molto contenta di ritrovare un vecchio amico. «E’ la mascotte di tuo padre» rispose ridendo e scese anche lei dall’auto anche se aveva i capelli blu legati alla bene e meglio.
Mi sembrò strano scoprire che anche i miei genitori erano stati giovani e avevano dei cari amici che non avevano più incrociato, ma mi lasciò una bella sensazione.



~

Angolino di F a i r
Salve cari!
Mi dispiace di aver impiegato così tanto a pubblicare un capitolo così striminzito, ma vi assicuro che il capitolo successivo è già ad ottimo punto e necessita solo di qualche correzione.
Perciò non disperate :D
Non dimenticate di recensire con consigli e commenti belli o brutti che siano!
A presto :3

 




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