Memorie di un giocattolaio

di Dotta Ignoranza
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Caro diario da quanto tempo non ti scrivevo? Troppo forse o troppo poco. Sono tornato da pochi giorni qui alla villa in paese e già sento la mancanza delle voci al maniero, ma cosa vogliamo farci? Ci siamo scavati da solo la nostra fossa e rifiuto dopo rifiuto stiamo seppellendoci vivi. Non diventerò mai un mostro come loro, questo è certo.
Non voglio che io e le mie bambine incontriamo un destino tanto blasfemo e crudele, loro credono che quello di Viktor sia un dono, ma poveri sciocchi è solo la prima di una lenta discesa senza ritorno.
Inoltre sono fermamente deciso a riposare per l'eternità nel loculo vicino a mia moglie Ekaterina, questi anni in sua assenza sono stati talmente tanto difficili che mi logora il fegato solo a immaginare un'eternità così.
Già, un'eternità nei panni di un vecchio rugoso e invertito.
Perché quale altro destino potrebbe mai riservarmi l'eternità?
Magari se questo "dono" si fosse presentato quando avevo trenta o quarantanni l'avrei accettato immediatamente, ma adesso? A cosa serve? A niente, la mia vita è già trascorsa con le sue gioie e i suoi dolori, non mi interessa continuare a soffrire in eterno per le mie mancanze. Sembrerà egoistico, caro diario, ma voglio che pure le mie figlie stiano lontano da quel mondo.Loro non sanno ancora cosa significa soffrire in silenzio per mille e mille lune.




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