one shot cs
Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti Oncers, vi state riprendendo dal Season Finale della quinta stagione?
Questa breve One-Shot l'ho scritta immaginando
come avrei voluto che andassero le cose dopo gli eventi dell'episodio
5x21. Ho cercato di unire il tutto a parte di quello che è
successo realmente anche nell'episodio successivo, anche se un
pò a modo mio. Spero che possa piacervi. Lasciatemi un commento
e ditemi cosa ne pensate.
Premetto che è la prima fanfiction/one-shot che scrivo sui
Captain Swan e su OUAT (L'unica a tema che ho scritto finora è
quella Colifer) e se questa vi piace potrei pensare di scriverne altre
o di scriverne una con più capitoli, nel corso di questi lunghi
mesi di attesa, prima dell'arrivo della sesta stagione.
Sarah_Oncer
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
I belong to you
Non le importava sapere come fosse possibile, non le importava
se era dovuto intervenire il Re degli Dei, per far sì che adesso
lui fosse fra le sue braccia.
Lo teneva stretto a sè, avrebbe voluto che il tempo si
fermasse. La paura di perderlo ancora era così forte, ma Emma
decise che voleva godersi quel momento.
"E' stato Ade, vero?"
La voce di Killian la distolse dai suoi pensieri. Si scostò, ma
solo di poco, per poterlo guardare negli occhi mentre annuiva per
rispondere alla sua domanda.
"In realtà Ade voleva uccidere Regina, ma poi Robin... bè lui si è sacrificato, per salvarla."
"Quel maledetto! E Regina? Come sta reagendo?"
"Se vuoi sapere se è già tornata cattiva, no... sta
vivendo il lutto a modo suo, si è chiusa in se stessa, ma al
momento non ha ucciso nessuno."
Killian annuì sollevato. Strinse di nuovo Emma a sè, e poggiò delicatamente la testa sulla sua.
Rimasero così ancora qualche minuto, abbracciati, in silenzio.
Finchè lui si accorse che il volto di Emma non era rigato
soltanto dalla pioggia che stava scendendo leggera su di loro. Le
accarezzò una guancia e lei trasalì, nemmeno si era resa
conto che stava piangendo. Dopo tante e tante lacrime versate, queste
avevano però un sapore diverso. Sapevano di sollievo.
"Swan, adesso basta piangere, ok?" le disse dolcemente mentre le
asciugava il viso con il palmo della mano e le lasciava un bacio soave
sulla gota.
"Hai ragione, sono stanca di piangere, -scosse leggermente la testa -
ma sono così felice che tu sia qui. Non riesco a credere di
poter essere di nuovo fra le tue braccia. Ti giuro che avevo davvero
perso ogni speranza di vederti ancora. Immaginavo fossi riuscito ad
andare avanti e già ti credevo in mezzo all'oceano insieme a
Liam..."
"Sai che cosa mi ha detto Zeus prima di mandarmi qui?" la interruppe,
da quelle dolorose fantasie, e lei si limitò a dire di no
con un cenno della testa.
"Mi ha detto 'Torna al luogo a cui appartieni',
un attimo dopo ero qui da te. Dove altro sarei potuto andare? Il luogo
a cui appartengo, Emma, è dove ci sei tu. Io appartengo, a te,
Emma Swan."
Emma finalmente sorrise, si alzo in punta di piedi e lo
avvolse ancora una volta con le braccia attorno al collo. Poi
lentamente sciolse l'abbraccio, appoggiando le sue mani sul suo petto.
Killian la teneva vicina con la mano, lei riusciva anche a
sentire il suo uncino appoggiato al suo fianco destro. Lo guardò
negli occhi, sperando di trasmettergli con lo sguardo tutto ciò
che provava.
"Ed io a te."
Annullarono lo spazio che ancora li divideva con un bacio, un bacio
differente dai due precedenti. Questa volta si trattava di un bacio
più rilassato e naturale. Un bacio che conteneva tutta la
certezza del loro Vero Amore.
Poco più tardi stavano camminando in direzione di Granny's, dove
li stavano aspettando tutti gli altri per la veglia del povero Robin, o
meglio stavano aspettando Emma.
David, Snow, con il piccolo Neal, e Henry
cercavano di far forza a Regina, impauriti che da un momento all'altro
potesse esplodere la Regina Cattiva che nonostante tutto era dentro di
lei. Ad un tratto Henry guardò fuori e non credendo ai suoi
occhi, corse fuori, inseguito dai nonni che non capivano cosa potesse
aver visto per farlo reagire così.
Capirono appena videro Emma arrivare nella loro direzione, mano nella mano con Killian Jones.
"Hook!" esclamarono in coro.
"Hook! Ce l'hai fatta! Sei tornato! Come hai fatto?" disse Henry, quasi gridando. E
subito dopo gli si fiondò addosso, abbracciandolo calorosamente.
Emma sorrise commossa nel vedere suo figlio così felice. Killian
si voltò verso Emma, con sguardo contento ma allo stesso tempo
pieno di stupore. Ancora non si rendeva conto dell'affetto che quel
ragazzino provava per lui, anche se naturalmente era affetto più
che ricambiato.
"Oh, Ragazzo! Anche io sono contento di rivederti." Disse, cercando
goffamente di ricambiare l'abbraccio e dandogli una leggera pacca con
la mano buona.
"Come diamine fa il pirata ad essere vivo?"
Il bel momento venne interrotto dalla voce di Zelena. La ex perfida
strega, con la piccola Robin, era uscita fuori dal Granny's
accompagnata da sua sorella, Regina.
Calò il gelo fra gli eroi, appena si accorsero della sua
presenza. In particolare Emma, temeva che i peggiori istinti della
Regina Cattiva prendessero il sopravvento e potesse prendersela con
Killian.
Improvvisamente fasci di luce illuminarono Storybrooke e una forte scossa fece tremare la terra sotto ai loro piedi.
Per il momento Hook era salvo.
Lasciarono Robin e Neal a Granny e andarono alla torre dell'orologio
per controllare che tipo di magia avesse provocato una cosa simile.
L'unica cosa certa era che dietro una magia tanto potente, ci fosse lo
zampino di Gold e grazie alla collaborazione di Zelena, riuscirono
anche a capire che era in possesso del cristallo dell'Olimpo.
Dopo una discussione con Regina, Emma mandò dritto a
casa Henry, anche se sul momento non c'era molto che potessero fare,
era stata una giornata molto intensa e particolare per tutti e
avrebbero iniziato il mattino seguente a cercare Gold, per capire cosa
stesse combinando.
Una volta fuori dalla biblioteca, Emma e Killian salutarono tutti gli altri.
"Tutto ok, Swan?"
Emma stava fissando lo schermo del cellulare.
"Si, è Henry. Dice che è andato a casa di Regina... gli
è dispiaciuto vederla andare via così e ha pensato che
gli avrebbe fatto piacere la sua compagnia."
Hook le sorrise e le si fece più vicino.
"Allora, che dici Emma, possiamo andare a casa?"
"A casa..." Emma gli fece eco e tirò un sospiro di sollievo, incredula di poter vivere davvero quel momento.
Dopo aver passato, letteralmente, le pene dell'inferno, finalmente era
giunto il momento per loro di tornare a casa insieme, nella loro casa,
quella vera, non quella dell'Oltretomba. Senza l'oscurità come
terzo incomodo.
Lei gli prese la mano, gli sorrise e gli accarezzò una guancia con l'altra mano.
Lui gli cinse la vita avvicinando i loro corpi.
Si scambiarono un dolce e delicato bacio.
"Andiamo a casa..." disse di nuovo lei con un filo di voce, tra le sue labbra, senza lasciare del tutto la sua bocca.
Scomparsero poi entrambi in una nube di fumo bianco.
Ritrovandosi in un attimo nella loro camera da letto.
Si resero conto appena di dov'erano, e ripresero a baciarsi.
Il bacio si fece lentamente più intenso e appassionato.
Avevano sentito così tanto la mancanza l'uno dell'altra, che anche respirare gli sembrava una perdita di tempo.
Lei gli passò una mano tra i capelli, poi lui le fece scivolare giù la giacca.
Un brivido le percorse la schiena quando il freddo metallo dell'uncino la sfiorò sotto la maglia.
Continuavano a baciarsi, ad assaporarsi. Eliminando piano piano ogni loro indumento, così come l'uncino.
Si distesero sul letto, lui le accarezzò i capelli, le
lasciò piccoli baci, sparsi su tutto il corpo. Anche lei fece lo
stesso.
Dopo tanto, troppo tempo, fecero l'amore.
Dimenticarono per una notte tutto il male che avevano dovuto
affrontare, dimenticarono l'Oscurità, Camelot, gli Oscuri, la
morte, l'Oltretomba, Ade, e tutto ciò che aveva cercato di
dividerli... senza riuscirci. Perchè Emma lo aveva detto e ci
era riuscita. Loro erano di nuovo insieme perchè si erano
trovati, si sarebbero trovati sempre, in un modo o nell'altro.
Erano insieme e per una notte c'erano solo loro ed il desiderio di
vivere il loro presente e di iniziare a creare il loro futuro.
Per una notte spensero i pensieri negativi e lasciarono da parte i
problemi che comunque avrebbero trovato ancora lì ad aspettarli
l'indomani mattina.
Quell'atteso momento di relax che necessitavano, arrivò, e si addormentarono abbracciati, accoccolati.
Killian era sveglio da un pezzo, ma non osò svegliare Emma, si
gustò il privlegio di guardarla mentre ancora dormiva beata,
come non faceva da veramente tanto tempo. Con la testa appoggiata sul
petto di lui, era ruscita finalmente a trovare quell'attimo di pace di
cui aveva tanto bisogno, una pace che forse non aveva mai provato. Per
la prima volta nella sua vita Emma Swan, era riuscita ad abbassare la
guardia, perchè nelle braccia dell'uomo che amava così
profondamente, si sentiva davvero al sicuro, sentiva di aver trovato il
suo posto nel mondo, in tutti i mondi e in tutti i tempi, l'uomo che
per essere lì con lei, era riuscito anche a sconfiggere la morte.
Killian si accorse che stava per aprire gli occhi, infastidita dalle
prime luci del mattino, che facevano capolino dalla finestra. Allora
con il suo uncino, che intanto aveva già recuperato e riposto,
le sfiorò un braccio, poi un fianco, soleticandola
delicatamente.
Emma aprì gli occhi del tutto, lo guardò, li richiuse
velocemente e li riaprì. Forse per capire se stesse sognando.
"Killian..."
"Buongiorno, love. - le baciò la fronte - dormito bene?"
"Non ricordo quando è stata l'ultima volta che sono riuscita a dormire così." Sorrisero entrambi.
Poi Emma si passò entrambe le mani sul volto.
"Dobbiamo andare dai miei adesso però. Trovare Gold e scoprire che cosa ha in mente."
Killian si limitò a sbuffare, e a dire "Maledetto coccodrillo!"
Anche se entrambi avrebbero voluto rimanere così per il resto
delle loro vite, era giunto il momento di tornare alla realtà.
A malincuore, uscirono dal letto e si vestirono.
Emma prese il cellulare, scrisse un messaggio e quando ricevette la risposta sembrava preoccupata.
"Swan, qualcosa non va?"
"E' Regina. Le ho mandato un messaggio per capire se era ancora
arrabbiata per ieri sera e chiederle se la compagnia di Henry l'aveva
calmata un pò..."
"E?"
"Dice che Henry non è mai andato a casa sua..."
"Allora dove maledizione può essere andato quel ragazzo?"
"Non ne ho idea... Aspetta, è arrivato un altro messaggio. E' lui, è Henry: Mamma, c'è un solo modo per sistemare ciò che ci sta dividendo. Devo distruggere la causa dei nostri problemi."
Fine
|