L'importanza di chiamarsi John

di Rio88
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– L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI JOHN –
 
John Watson non capiva come potesse essere successo. Era in piedi davanti alla valigia aperta e stava passando in rassegna gli indumenti al suo interno tirandoli fuori uno a uno: un abito gessato marrone, un altro a tinta unita blu, uno smoking. Poi camicie di diversi colori: bianche, blu, rosa. E cravatte dalle fantasie variegate. No, quella non era certamente la sua valigia.
L’aveva ritirata poche ore fa scegliendola tra miriadi di bagagli che gli erano sfilati sotto il naso sul nastro trasportatore dell’aeroporto convinto che fosse la sua, ma l’aspetto pressoché identico e l’etichetta con la scritta “John” che penzolava dal manico l’avevano purtroppo tratto in inganno.
Si grattò la testa e cercò di pensare a una possibile soluzione. Nel frattempo Mary era comparsa al suo fianco e sorrideva divertita mentre contemplava i vestiti sparsi sul letto.
– Che cosa hai da ridere? – le chiese con un lieve disappunto.
– A giudicare dalla lunghezza degli abiti questo tuo omonimo deve essere proprio uno spilungone  – disse prendendo in mano un paio di pantaloni dalla gamba lunghissima.
– Chissà cosa penserà dei tuoi abiti mignon…  –
 
 
Intanto, dall’altra parte di Londra John Smith, ex Signore del Tempo e neo essere umano con un solo cuore, usciva dal bagno con un’espressione corrucciata sul viso. Si fermò sulla soglia e chiamò a gran voce.
– Rose! –
La biondina si voltò nella sua direzione in segno di risposta e lo vide chinarsi in avanti per scrutarsi.
– Mi sono allungato io o si sono ristretti i vestiti? –
Una buona porzione di gambe alquanto virile spuntava sfrontata dai pantaloni che aveva appena indossato. Rose a quello spettacolo improvviso rimase interdetta, poi si portò una mano alla bocca nel disperato tentativo di reprimere un risolino.




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