CAP. 1
PERSUASIONE
Hermione fissava confusa il foglio davanti a sé.
“Stiamo peggiorando, eh signorina Granger?”
La voce odiosa di Piton le ricordava che quello era il terzo 4 del mese
e che di questo passo si sarebbe rovinata la media alla grande.
“Ottimo lavoro invece signor Malfoy.”
“Grazie professore! È un gioco da
ragazzi… vero Mezzosangue?”
Il biondo Purosangue reclinò il suo candido collo per
rivolgere un’occhiata sprezzante alla Grifondoro,
sventolandole davanti un bel 10 sottolineato tre volte.
Oltre al danno la beffa! Hermione si alzò di scatto,
tremando di rabbia.
“Posso uscire un attimo professore?”
Ottenuto il permesso, la giovane corse fuori e si appoggiò
sospirando ad una colonna di pietra, lasciandosi scivolare a terra. Si
prese la testa tra le mani. I riccioli dorati le ricaddero sul volto
dai tratti delicati; ondeggiando con lievi carezze asciugarono una
lacrima in fuga sulle guance arrossate per la rabbia.
-Perché non ci riesco più?-
Ultimamente i suoi risultati erano scarsissimi in pozioni. Andava
benissimo nelle altre materie, ma da un po’ in quella era
peggiore di Neville.
“Qualche problema Granger?”
Ancora la voce di Draco con il suo inconfondibile tono sarcastico.
“Niente che ti riguardi Malfoy.”
La Grifondoro alzò fieramente il capo sulla figura slanciata
del coetaneo. Il ragazzo camminava con studiata lentezza nella sua
direzione, frugandosi in tasca. Si fermò alla colonna vicina
e vi si appoggiò morbidamente. Trovato
l’accendino, si mise una sigaretta fra le labbra sottili e la
accese.
Hermione lo guardò con aria d’indifferenza.
Inclinò leggermente il capo in avanti perché i
suoi boccoli coprissero le tracce del pianto.
“Che ci fai qui fuori? Sei così bravo che non devi
seguire?”
“In effetti, probabilmente è
così…” celiò il biondo
“ma ora sono uscito solo perché volevo
parlarti.”
La Grifondoro sorrise, stupita.
“Parlarmi? Ora salti anche le lezioni per non perdere un
minuto in cui potresti offendermi o umiliarmi? Perché
piuttosto non te ne torni là dentro a compiacerti del tuo
successo?”
Draco rise ma ribatté
“Sei ingiusta Mezzosangue. Io ero qui per farti una
proposta.”
“Una proposta? Non finisci mai di stupirmi
Malfoy…prima vuoi parlarmi, ora addirittura sposarmi! Ma non
so se sono pronta, ti conosco appena…”
“Che spiritosa Granger” il Serpeverde
batté le mani in un finto applauso “Come se
potessi anche solo immaginare di mischiare il mio sangue col
tuo… Quello che volevo proporti era uno scambio.”
“Scambio di cosa?”
Il Serpeverde espirò una lunga boccata di fumo.
“Di favori. Io ti faccio prendere il massimo in pozioni e tu
in cambio mi dai qualcosa che voglio.”
Hermione rimase un attimo in silenzio, pensierosa.
“Mh… e come faresti a farmi prendere di nuovo
buoni voti?”
“Semplice: ti do ripetizioni e se proprio non ci arrivi ti
passo i compiti.”
“Vada per le ripetizioni, ma non voglio barare e prendere le
tue pozioni.”
“Stupido orgoglio Grifondoro…”
mormorò il biondo.
“Comunque…” osservò Hermione
“Non mi hai ancora detto cosa vuoi in cambio”
Era seriamente interessata all’ offerta: Malfoy era un gran
bastardo e un razzista ma a Pozioni era il migliore.
“Prima di saperlo devi accettare…”
C’era una nota di sfida nella sua voce.
“Mi prendi per scema?” ribatté Hermione
fieramente, alzandosi in piedi “Poi potresti chiedermi di
tutto… Una Serpe come te potrebbe persino volermi usare per
arrivare a Harry o ai Grifondoro.”
“Niente di tutto ciò Granger” Rispose
Draco con molta calma e serietà, finendo la sua sigaretta
“Il patto riguarda solo te.”
“Hai intenzione di usarmi come manichino per provare
maledizioni?”
“Non ne ho intenzione…non sarà niente
di così violento o sanguinario, anzi credo che lo troverai
perfino piacevole…”
Cosa poteva mai chiederle? Di fargli i compiti per un anno? Per lei
studiare era un piacere… Era pronta a tutto per un 10 in
Pozioni. Eppure una vocina nel suo cervello le diceva ancora di fare
attenzione, di non lasciarsi manipolare. Venire a patti con una serpe
poteva essere molto, molto rischioso… Guarda cosa successe a
Eva quando si lasciò convincere che un morsino a una mela
non le avrebbe fatto nulla…
Oh, insomma!Al diavolo i dubbi. Un 10 per lei valeva ben più
dell’Eden
“Ci sto.”
I due suggellarono il patto con una stretta di mano.
“Allora, cos’è che vuoi?”
“Voglio il tuo corpo.”
Hermione lo guardò dubbiosamente, non poteva essere serio.
“Vuoi dire che vuoi scambiare il mio corpo con il tuo e
diventare una donna? Non credevo avessi di questi desideri
Malfoy…”
Una smorfia di disgusto increspò le regali labbra del biondo.
“Ma che hai capito Mezzosangue! Io voglio il diritto di usare
il tuo corpo per il mio personale godimento, quando più mi
pare e piace.”
Sorrise beffardamente e, avvicinandosi alla ragazza,
proseguì:
“Per cui… se volessi farti mia qui, ora, non
potresti rifiutare, visto che hai dato la tua parola di
Grifondoro.”
Gettò il mozzicone a terra, schiacciandolo sotto la punta
delle sue costosissime scarpe italiane.
Hermione indietreggiò fino alla colonna. Perché
non aveva esaminato questa possibilità prima di accettare?
“Da un porco come te Malfoy, ci si poteva aspettare solo una
cosa così viscida.”
“Allora te lo aspettavi? E hai
accettato…uh…”
“No! Non intendevo questo… ma non starai parlando
sul serio? Cosa vuoi davvero?”
“Mai stato più serio Mezzosangue.”
Draco cominciò ad avvicinarsi, fino a schiacciarla col
proprio corpo contro il marmo..
“Ma per ora mi basta un bacio…”
Hermione sfuggì alle sue labbra nascondendo il volto nella
propria spalla.
“Hai promesso Grifondoro…”
-Stupido onore!- pensò Hermione e si decise a stare alle
regole. Ormai era stata così stupida da accettare, tanto
valeva andare fino in fondo. E poi non voleva dare a Malfoy la
soddisfazione di farle rimangiare la parola.
“Quando vuoi.”
Lo fissò dritto negli occhi, con aria di impudenza e di
sfida.
“Così mi piaci Mezzosangue.”
Il biondo si avvicinò ad una guancia. Le sue labbra
ripercorsero con delicatezza il tragitto salato di una lacrima per poi
unirsi a quelle di Hermione, lentamente. Draco inspirò il
suo profumo mentre intrecciava le dita con i suoi boccoli bruni.
Quando cercò di approfondire il contatto però la
sua lingua trovò la barriera dei denti. Provò a
baciare la ragazza un’altra volta, ma non andò
meglio, anzi, rimediò perfino un morso.
“Per oggi mi posso accontentare Granger… Si sta
facendo tardi e non vorrei che venissero a cercarci. Avrò
modo di rifarmi domani…”
Detto questo si voltò e tornò verso
l’aula di Pozioni, tranquillamente e leccandosi un labbro
sanguinante.
“Questo Grifone sa usare i denti…”
borbottò tra sé e sé, mentre pensava a
come giustificarsi per la prolungata assenza.
Hermione intanto crollò in ginocchio, senza che le gambe
facessero alcun particolare sforzo per sorreggerla.
Non ci capiva più nulla: Malfoy, Draco Malfoy aveva appena
cercato e ottenuto il permesso di abusare del suo corpo?!? Il mondo
girava al contrario e nessuno la aveva avvertita?!?
“Che situazione…”
Aprì la finestra a cercare il sollievo dell’aria
fresca per il suo viso in fiamme.
Poi tornò verso l’aula, mentre pensava a come
giustificarsi per la prolungata assenza.
Quando rientrò notò con stupore che tutti la
guardavano.
Si rimise a sedere accanto a Harry.
“Stai meglio Herm?”
“Come?”
Non stava male, almeno non fisicamente.
“Signorina Granger” intervenne Piton “Il
signor Malfoy ci ha informato che lei stava vomitando un
po’ ovunque in corridoio… spero Gazza abbia
già provveduto a pulire, o dovremmo preparare una pozione
impermeabilizzante?”
Vomito? Ovunque? Che?!?
“M-ma io, veramente…”
“Non si preoccupi professore è tutto pulito ed ho
personalmente soccorso la Granger che stava affogando nel proprio
vomito…”
Malfoy, seduto alle sue spalle, aveva un gran sorriso di vittoria
stampato in faccia.
Hermione poteva pensare ad una sola parola per descriverlo: stronzo.
“Già, chi sa cosa avrei fatto senza di
lui…”
Non era certo questa la scusa che aveva pensato per giustificare
l’assenza, ma non poteva neanche dire la verità.
“Bene, allora 5 punti a Serpeverde, e poi dicono che nella
mia casa non sono altruisti… Ora riprendiamo la lezione
sugli usi del porcospino…”
Hermione prese nota mentalmente. Uso di un porcospino: ficcarlo a
Malfoy dove non batte il sole…
“Che cosa vorrà da me?” si chiese
“Perché questo patto?”
La giovane ora sentiva lo sguardo del Serpeverde bruciarle sulla
schiena. Una lenta e dolce tortura…
Si voltò e incrociò due iridi grigie che in
effetti erano puntate su di lei. Draco distolse gli occhi e lei fece lo
stesso, ma 5 minuti dopo la sensazione di avere argento fuso sulla
pelle era tornata.
Il biondo osservava con interesse la figura esile ma bellissima della
Grifondoro, seduta davanti a lui. Seguiva ogni minimo spostamento dei
suoi morbidi boccoli bruni, al ritmo del suo respiro. Quella
Mezzosangue aveva qualcosa che lo attirava, che lo ossessionava, ed ora
avrebbe potuto liberarsi di quella fissazione. Come? Beh,
l’unico modo per liberarsi di una tentazione è
cedervi e ora aveva trovato il modo di farlo. Grande idea quella del
patto.
“Sarai mia Mezzosangue…”
Finita la lezione, Hermione si trattenne per chiedere un chiarimento al
professore. Draco voleva parlarle, quindi usò tutta la sua
fantasia per riuscire ad impiegare 10 interi minuti per rimettere a
posto le sue poche cose.
“Draco tutto bene?” gli chiese Goyle “Ci
hai messo 5 minuti a chiudere la boccetta
dell’inchiostro…”
“…e altrettanto” proseguì
Tiger “A piegare un foglio per gli appunti.”
“Certo che sto bene!” ritrose il biondo
“Voi scimmioni non potete capire la perfezione. E ora
andatevene. Vi raggiungo dopo.”
“Va bene capo.” Dopo questa risposta in coro, i due
lo lasciarono.
Ormai erano solo lui, la Grifondoro e Piton.
“Muoviti Granger…” pensò
“o dovrò metterci altri 10 minuti a cercare la
penna che ho già messo a posto…”
Poi la vide salutare il professore ed andarsene. Si affrettò
a gettare confusamente in borsa tutto ciò che era ancora sul
banco e la seguì.
“Ehi ferma Mezzosangue!”
“Non hai detto che ti bastava per oggi Malfoy?”
“Infatti” spiegò il ragazzo
“Ora sta a te prendere la tua parte.”
“Quando e dove.”
“Tra dieci minuti nel mio letto?” celiò
il biondo con una voce roca terribilmente sexy.
Hermione per poco non gli diceva di sì -Controllati Herm!-.
“Malfoy!!!”
riuscì a suonare sufficientemente indignata.
“Scherzavo, scherzavo… come sei nervosa Granger.
Che ne dici della mia Sala Comune?”
“Non mi pare il caso… magari in
biblioteca?”
“Troppa gente, non vorrei mi vedessero con te.”
“Ti assicuro che il desiderio è
reciproco.”
“Allora?”
“Che ne dici della Stanza delle
Necessità?” propose la Grifondoro
“Come vuoi tu Granger. Ci vediamo là dopo pranzo e
porta i tuoi appunti, non ho seguito oggi.”
“Cosa?!? E tu dovresti aiutarmi?”
“Oh non preoccuparti Mezzosangue il mio è un
talento naturale che non necessita di spiegazioni.”
“Sempre modesto, eh Malfoy?”
“Sempre…” ripeté il
Serpeverde mentre si allontanava
“Sempre…”
A pranzo Hermione si sedette accanto a Harry come ogni volta.
“Hey Herm! Come è andata al test di
pozioni?”
“Male come al solito. E a voi?”
“Se non ci capisci nulla tu” rispose Ron
“Figurati noi!”
“Però potremmo studiare insieme oggi. Da tre
cervelli caveremo qualcosa…”
L’offerta era partita da Harry, ma la sua amica fu costretta
a declinarla
“In realtà…”
Che scusa poteva inventare? In-realtà-studio-con-Malfoy
avrebbe molto probabilmente stroncato la giovane vita del Bambino
Sopravvissuto con un infarto!
“In realtà… oggi devo già
studiare Incantesimi e volevo farlo da sola… sai per non
rischiare di lanciare un incantesimo a qualcuno…”
“Ok Herm, come vuoi.”
“Sei tu il capo!” scherzò Ron
“Vorrà dire che io e Harry studieremo da soli.
Soli soletti, senza l’aiuto di nessuno, senza poter sapere se
facciamo errori, senza sostegno, abbandonati al nostro
destino…”
“E piantala…”
Hermione si sentiva un verme. Odiava mentire ai suoi amici, ma in quel
caso era necessario. Non avrebbero mai capito come aveva potuto venire
a patti con la serpe.
Il moro stava facendo gli occhioni da cucciolo nella sua direzione per
convincerla a cambiare idea.
“Anche tu finiscila, non cederò.”
“Ma come puoi resistere a questo sguardo?”
Ron scrollò la testa.
“È senza cuore…”
“Non c’è altra
spiegazione…”
“O cederebbe a quello sguardo languido…”
“Cedono tutte…”
“Basta ho detto! Io non sono una studentessa arrapata del
primo anno che non regge l’occhiata sexy del Cercatore
Grifondoro, ok? Ti conosco fin troppo bene Harry, con me non
attacca…”
I due ragazzi alzarono le spalle con aria dubbiosa e decisero di
lasciar perdere.
Hermione tornò a dedicarsi al pranzo che per la tensione
quasi non aveva toccato. Il suo sguardo però
scivolò presto verso il tavolo Serpeverde dove un sensuale
ragazzo biondo sedeva, comportandosi nel suo solito modo superbo e
altero, con una ragazzina attaccata al suo braccio e uno sguardo
impassibile.
Eppure Hermione era sicura che quegli occhi grigi potessero avere anche
espressioni più dolci… Non la nota di boriosa
vanità che aveva quando parlava ai suoi compagni, non lo
sfondo di lussuria che appannava il suo argento quanto lo scopriva a
fissarlo e neppure la punta di disprezzo che rivolgeva a pochi
fortunati, lei e Harry inclusi… no, solo uno sguardo dolce e
sincero. Sereno insomma. O forse era un’ utopia la
sua…
“Hey ‘Mione ti sei incantata?”
“Come?”
La voce di Harry la riscosse. Ma a che cosa si era messa a pensare?!?
“Chi stavi fissando?”
“Nessuno!”
Ma si affrettò un po’ troppo a rispondere e la sua
voce suonava falsa, molto falsa.
“Ah…” Gli occhi verdi del Grifondoro si
illuminarono “Non è che guardavi un
ragazzo?”
“Nooo… che ti salta in mente?”
Harry diresse lo sguardo dove prima era quello della sua compagna
cercando di capire chi potesse essere l’ oggetto del suo
interesse. La bruna pensò seriamente di rovesciargli in
testa la ciotola della gravy per impedire che vedesse Draco, ma non ce
ne fu bisogno.
“Forse mi sono sbagliato…davanti abbiamo i
Serpeverde, quindi a meno che tu non stia progettando di sbatterti
Tiger o Goyle…”
“Harry che schifo, siamo a tavola!”
“…o quel ragazzino lentigginoso del primo anno di
cui non ricordo il nome, o Malfoy…”
“Ora piantala Harry!”
Ron rideva a crepapelle, ma lei era nervosa e imbarazzata.
Harry cessò l’elenco.
“Ok, scusa Herm, non te la sei presa vero?”
“Ma no, no figurati…” lo
rassicurò la sua amica “è solo che non
sopportavo più la risata di Ron! Sembri un rinoceronte col
mal di pancia!”
“Ehi!”
Tutti e tre scoppiarono a ridere.
Hermione tirò un sospiro di sollievo.
Draco Malfoy era seduto tra i suoi scagnozzi e una rossa del terzo anno
che si strusciava contro il suo braccio come un gatto.
“Ehy tesoro, finirai per sgualcirmi la
giacca…”
“Oh scusa Dracuccio!”
La ragazza si staccò dal suo arto superiore e
cominciò ad accarezzargli una coscia.
-Certa gente non capisce proprio- pensò il biondo, ma la
lasciò fare dato che non aveva voglia di spiegare a quella
cerebrolesa che anche i pantaloni si sgualciscono.
Alzò un attimo lo sguardo verso il tavolo dei Grifondoro e
vide Hermione chiacchierare con Harry. Per un secondo prima, mentre
cercava di staccarsi di dosso quella ragazzina-piovra gli era parso di
sentirsi osservato dalle iridi dorate della Granger. La sensazione di
calore che gli provocava era inconfondibile.
Ora però il trio Grifondoro rideva allegramente, senza
curarsi minimamente di lui.
Ille mi par esse deo
videtur
ille, si fas est,
superare divos,
qui sedens adversus
identitem te
spectat et audit
dulce ridentem, misero
quod omnis
eripit sensus
mihi…
Quegli mi sembra simile
a un dio,
quegli, se è
lecito dirlo, mi sembra superiore agli
dèi,
che seduto davanti a te
può spesso
vederti e ascoltarti
mentre dolcemente
sorridi: felicità che a me
sventurato rapisce
l’uso di tutti i sensi
Catullo, carme 51
Dopo pranzo la rossa era ancora avviluppata attorno a Draco.
“Senti, io ora devo andare…”
cercò di giustificarsi il biondo
“Perché non rimandiamo a stasera?”
“Ma io ti voglio ora Dracuccio…” si
strinse a lui ancora più forte, intrufolando una mano dentro
i pantaloni neri della Serpe.
“Ehi…”
Beh se era così decisa perché no?
“E va bene…”
La giovane emise un gridolino di gioia e iniziò a
sbottonarsi la camicia.
“Aspetta non qui in corridoio!”
Mentre trascinava quella ninfomane verso un’aula vuota Draco
pensava che se avesse sfogato i propri istinti ora forse avrebbe
resistito alla tentazione di farlo con la Grifondoro dopo, visto che
per ora lei sembrava piuttosto restia a concedersi.
“Però abbiamo solo 10 minuti…”
Detto questo Draco e la giovane compagna sparirono dietro una porta
vicina.
Hermione aspettava nella stanza delle necessità
già da quasi 20 minuti quando finalmente vide
entrare Draco.
“Alla buon ora! Credevo non venissi più.”
“Per pochi minuti di ritardo Granger? Non puoi proprio vivere
senza di me, eh?”
“No, non potrei mai, né senza di te né
senza il mio tuffo mattutino nel lago della piovra… sai io
adoro farmi del male…”
“Temevi ti avessi preso in giro ieri? ”
“No, è solo che sei uscito dalla Sala Grande prima
di me e poi ti sei fatto aspettare 20 minuti…”
“Sono stato trattenuto.” Tagliò breve il
giovane, mentre preparava alcuni ingredienti e guardava gli appunti
della Grifondoro. Intanto si tolse la giacca e si stiracchiò
il collo con un sospiro di piacere e Hermione notò un segno
scuro sulla pelle diafana, vicino alla clavicola.
Ripensò alla ragazzina che gli aveva visto avviluppata
addosso. Poteva immaginare cosa lo avesse trattenuto… Bhe in
fondo non erano affari suoi, lei lo odiava.
“Cominciamo!” sentenziò il biondo,
riportandola alla realtà.
“Sissignore!” rispose prontamente Hermione e
riuscì persino a strappare un sorriso a quel serio
Serpeverde.
La lezione andò benissimo. Draco era un maestro eccezionale
e Hermione imparava in fretta. In più c’era uno
strano feeling tra loro che rendeva tutto più facile. Dopo
appena due ore Herm aveva già preparato abbondanti
dosi di quella pozione per cui si era meritata un 4.
“Sembra perfetta Granger.”
Draco osservò una fialetta controluce e la odorò.
“Non ci resta che provarla.”
“E come Malfoy? È una pozione rigeneratrice, serve
a curare le ferite e nessuno di noi due ne ha.”
“A questo si può rimediare…”
Prima che la Grifondoro si rendesse conto di cosa stava succedendo,
Draco prese un coltello dal tavolo e le afferrò una mano.
“Non pensarci nemmeno Malfoy! Non mi farò tagliare
le vene per un compito!”
La giovane ritrasse le dita con orrore, ma in realtà il
biondo le stava porgendo il manico dell’arma, non la lama.
“Che hai capito Mezzosangue? Il tuo sangue torbido mi farebbe
schifo…Volevo ferissi me, ma se non vuoi…peggio
per te, avresti potuto toglierti una
soddisfazione…”
Hermione impallidì.
“Cosa?”
Ancora una volta la Serpe la colse alla sprovvista e senza che lei
avesse realizzato le sue intenzioni, il ragazzo si procurò
un lungo e profondo taglio sul braccio.
“Oh mio Dio, Draco sei impazzito?!?”
Nonostante il dolore il giovane rimase impassibile, prese una fialetta,
la stappò con i denti e ne rovesciò il contenuto
sulla ferita sanguinante.
Hermione cercò di fermarlo.
“Aspetta, non farlo, e se avessi sbagliato qualcosa? Non
è sicuro! Dobbiamo andare da Mme Chips,
dobbiamo…oh!”
Non finì la frase perché rimase a bocca aperta
guardare il taglio che magicamente si rimarginava senza lasciare
traccia o cicatrice.
“Wow…”
“Visto Granger?”
Lei lo guardò con vivo stupore.
“Ti sei fidato di me?”
Draco sussultò.
In effetti era così, ma non voleva farglielo sapere.
“Più che altro mi sono fidato di me, visto che ti
ho sorvegliata io, chiaro?”
Hermione mise il broncio, spingendo in fuori il labbro inferiore.
“Comunque la mia pozione funziona.”
“Se non muoio entro stasera.”
“Ti starebbe bene, con lo spavento che mi hai fatto
prendere.”
Lui sorrise beffardamente.
“Preoccupata per me Mezzosangue?”
Hermione avvampò.
“No certo che no, ci sarebbe stato un bastardo in meno su
questa terra.”
“Uh…che cattiva che sei Granger, così
mi spezzi il cuore…”
“Perché ne hai ancora uno? Sbarazzatene, prima che
si sappia in giro…”
“Crudele Grifondoro…”
Hermione non poté impedirsi di sorridere, si stava proprio
divertendo a stuzzicarlo.
Improvvisamente però il sorriso le morì sulle
labbra.
Draco stava tremando e cadde a terra tenendosi il braccio. Hermione
tentò di soccorrerlo.
“Oh no, no… Draco… no… Che
ho fatto? Che hai fatto? Oh Dio Santo! Aspetta chiamo
Mme…”
Si fermò quando vide un sorriso sulle labbra del biondo,
sorriso che si tramutò in una fragorosa risata.
“Ah,ah,ah, Granger… avresti dovuto
vederti… che faccia…”
Fece una sua brutta imitazione assumendo un tono di voce
incredibilmente acuto
“Oh Dio, Draco, no… come farò senza di
te… l’ omicidio finirà sul mio
curriculum…”
Hermione si rialzò, rossa di rabbia
“Stronzo! Mi hai preso in giro!”
Lui si asciugò gli occhi, lacrimanti per il troppo ridere.
“Perspicace Mezzosangue… Non ho saputo proprio
resistere.”
“Non è stato divertente!”
Le lacrime cominciavano a pungerle gli occhi. La aveva presa in giro e
ferita nell’ orgoglio. Ma soprattutto la aveva fatta
preoccupare.
Draco si risollevò da terra con calma, sistemandosi i
vestiti.
“Forse non lo è stato per te Granger, ma ti
assicuro che io me la sono spassata parecchio…”
Avvicinandosi a lei cominciò a sussurrare.
“…Comunque forse hai ragione, ho un po’
esagerato.”
Le asciugò una lacrima.
“Il Principe delle Serpi ammette di avere torto?”
“Ehi, non ti allagare Granger, ho detto che forse
tu hai un po’ ragione, non che io ho torto!”
“Ah, ora ha più senso…”
“Comunque, a parte la mia piccola
recita…”
“Per cui, credo, sei appena stato ufficialmente nominato agli
Oscar come miglior coglione protagonista…”
“Non interrompere Mezzosangue! Comunque, dicevo… a
parte la mia piccola recita, la pozione non ha mostrato strani effetti
e tu stai per prendere un meraviglioso voto a Pozioni.”
Il volto di Hermione si illuminò
“Non credi, Granger, che questo valga qualcosa di
più del morso di stamattina?”
L’allegria della ragazza si spense: rieccoci…
“Come ti pare Malfoy.”
“Allora…”
Draco fece scivolare la mano con cui aveva asciugato la lacrima di
Hermione lungo il volto della ragazza, accarezzandole la guancia fino
alle labbra, che si dischiusero leggermente al suo passaggio, poi il
giovane mise entrambe le mani dietro la schiena di Hermione e la
attirò a sé.
Avvicinò il proprio volto a quello della fanciulla,
lentamente, fermandosi a pochi centimetri dalle sue labbra. Sentiva il
suo respiro caldo fondersi col proprio.
Dopo alcuni secondi, che gli parvero un’eternità,
raggiunse quei morbidi petali di rosa che agognava da lunghissime ore.
Com’era assurdo ritrovare l’emozione che un
così lungo intervallo aveva ricacciato in una vaga
lontananza.
Provò a rendere più profondo quel contatto,
assaggiando il suo sapore ed Hermione lo lasciò fare.
Ma non rispose al bacio.
La Grifondoro era immobile davanti a lui, con le braccia che le
ricadevano inermi lungo i fianchi.
Il biondo pose fine a quella patetica imitazione di bacio. Era
visibilmente irritato.
“Così non è molto
divertente… ho visto bambole gonfiabili più
coinvolte di te…”
Hermione lo guardò con aria di sfida e rimase in silenzio.
“Abbiamo un patto, ricordi Granger?”
“Certamente.”
La sua voce era calma, pacata. Vi si intendeva una malcelata nota di
soddisfazione per la vittoria imminente.
“Ma tu, Draco, hai detto che vuoi il mio corpo…non
il mio cuore. O sbaglio?”
Detto ciò, la bruna prese le sue cose, inclusa la pozione, e
se ne andò, lasciando il ragazzo senza parole.
Come un serpente che si sia avvelenato col proprio morso.
Tum vos, o Tyrii,
stirpem et genus omne futurum
Exercete odiis cinerique
haec mittite nostro
Munera. Nullus amor populis nec foedera sunto.
E voi. O Tirii, la sua
stirpe e tutta la futura genia
Assillate col vostro
odio e recate queste funebri offerte
Al cenere nostro. Non ci siano né amore
né patti
tra i popoli.
Virgilio, Eneide
Libro IV, 622-624
(Didone)
…………..continua………………
§ Spazio autrice: §
Il titolo del capitolo
è anche il titolo di un libro di Jane Austen (una delle mie
scrittrici preferite!).
Infatti, ogni capitolo, per un mio personale capriccio (ognuno ha di
queste fisime…) prenderà il proprio nome da
un’opera diversa. Il libro in questione è un
romanzo su una storia d’amore finita per volontà
della famiglia della ragazza e tornata a rifiorire dopo anni (niente a
che vedere con la mia fic, ma è il titolo da solo che calza
a pennello!).
À bientôt!
P.S. Commentate numerosi come sempre, mi raccomando!
MmeBovary
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