Buongiorno care fanciulle!
Lo so cosa starete pensando... che dovrei essere alle prese con ben
altre storie, invece di postarne una nuova! Ma sto provvedendo anche a
quelle, lo giuro!
Intanto, però, c'era questa storiella che mi girava in
testa... specie perchè ho visto una di quelle commedie
romantiche che ti fanno sorridere anche se romantica non lo sei, e non
ho resistito all'idea di calare in una situazione simile la mia coppia
preferita! XD
Perciò, prendete quanto scriverò - e saranno
pochi capitoli - per quello che vuole essere: una storia divertente e
sì, anche un pò romantica (per quanto
può esserlo Mr. Dixon, ecco!).
Ovviamente è una AU, per cui sapete che cerco di mantenere i
personaggi il più possibile IC, però nelle
sfumature - e in alcuni tratti - saranno diversi.
Buona lettura e se avete voglia, fatemi sapere che ne pensate!
Baci
Serena
JUST MARRIED
Una lama di luce aveva illuminato il viso di Beth, che facendo una
smorfia, si era portata una mano sugli occhi, strizzandoli per
contrastare il dolore acuto che le stava facendo esplodere la testa.
Cosa
cavolo aveva fatto la notte prima per guadagnarsi quei postumi
mostruosi?
Con un mugulio, Beth aveva
richiuso gli occhi, concentrandosi su
un primo dato importante, ossia che almeno si era risvegliata
nell'albergo giusto e soprattutto nella stanza giusta, cioè
la
sua.
Il secondo traguardo che
aveva dovuto raggiungere, era stato
quello di sollevarsi a sedere per tentare di mettere ordine nel caos
assoluto
che regnava sovrano nella sua testa.
Allora,
Beth, calma e sangue freddo. Un passo alla volta.
Si trovava a Las Vegas dal
mattino precedente, dove lei, Darla e
Carolyn erano venute a festeggiare l'addio al nubilato proprio di
quest'ultima. Dopo di loro, erano arrivate anche le due cugine della
sposa. Fin qui non era stato difficile ricordare. La sera prima,
quindi, come da programma si erano recate allo Stratosphere :
prima avevano
cenato nel lussuoso ristorante, poi si erano trasferite nella discoteca
adiacente.
Ecco,
da lì, i ricordi iniziavano a farsi molto più
confusi.
Sicuramente dovevano aver
prenotato un primo giro di Mojito, seguito
subito da un secondo e poi da un terzo. Era il cocktail preferito di
Carolyn,
e non avrebbero potuto iniziare con niente di più
appropriato
per festeggiare il suo imminente matrimonio.
Poi, era abbastanza
sicura che si fossero scatenate sulla pista
da ballo. Questo, ovviamente, aveva messo una gran sete a tutte quante,
per cui dovevano aver ordinato un altro giro di cocktail.
Probabilmente
diverso da un Mojito.
Le era sfuggito un gemito,
perchè se c'era una cosa che
suo fratello Shawn le aveva ripetuto spesso, è che non c'era
niente di peggio che mischiare tra loro vari alcolici. La predica
gliel'aveva fatta quando per i suoi diciotto anni, insieme a Darla e
Carolyn, si era presa la sua prima e unica sbronza.
Unica
sino alla notte prima.
Si era sentita un
pò in colpa, perchè si era
ripromessa che non avrebbe esagerato lì a Las Vegas,
però
in fondo c'era stato un altro motivo valido per festeggiare.
E
poi non era più una ragazzina, no?
Anche se, con i suoi
vent'anni appena compiuti, la sua famiglia
non è che la ritenesse molto più grande di due
anni prima.
Okay,
ma doveva andare avanti e cercare di capire come aveva fatto a ridursi
in quello stato pietoso.
Il mal di testa, infatti, era
aumentato di intensità, tanto che le sembrava di avere un
tamburo al posto del cervello.
Ballato,
ballato, sete, bevuto, ballato, ancora sete, ancora bevuto. Ragazzi
simpatici, brindato, ballato, idea grandiosa.
Nel cercare di ridurre i
pensieri allo stretto necessario, Beth
era arrivata ad un ricordo ben preciso, che le aveva fatto
immediatamente accapponare la pelle, mentre con un moto di panico aveva
sollevato il lenzuolo per osservarsi.
Oddio,
oddio, oddio! Lo avevano fatto sul serio!
La prova tangibile dell'idea
folle che avevano messo in pratica era lì, tatuata sul suo
fianco sinistro!
24
05 2015
Come in un sogno - o incubo?
-, aveva
rivissuto la scena in cui
Carolyn le aveva riunite tutte intorno a sè, dichiarando che
quella serata memorabile se la sarebbero dovuta incidere a fuoco nella
mente!
Peccato
che poi, era in un'altra maniera che avevano deciso di inciderla!
Ubriache perse, ecco come
erano state tutte quante. Alla faccia
delle raccomandazioni che avevano rispettivamente ricevuto dai propri
familiari.
Oddio,
oddio, oddio!
Proprio in quel momento, lo
squillo del telefono posto sul
comodino accanto al letto, le aveva perforato il cervello con il suo
trillo acuto. Per quello era stata ultraveloce nel sollevare la
cornetta, solo per
dare pace alla sua testa già messa a dura prova.
- Mrs. Greene?
Sebbene la voce fosse
stata gentile, alle sue orecchie era suonata comunque troppo
squillante, strappandole una smorfia.
- Sì, sono
io.
- Buongiorno, sono
Alice Benson, la chiamo dalla reception. Volevo
informarla che c'è una visita per lei. Posso farla salire?
Una
visita per lei?
Nel giro di qualche secondo
aveva dovuto sottoporre il suo
cervello ad un ulteriore lavoro straordinario per capire appieno il
senso di
quella frase. Senza però riuscirci, dato che si era
ritrovata a
ripetere come un pappagallo le stesse parole appena sentite.
- Una visita per me?
C'era stato un
secondo di silenzio, poi la voce gentile aveva ripreso a squillarle
nelle orecchie.
- Sì, Mrs
Greene. C'è qui un signore, Mr. Dixon, che dice di dover
parlare urgentemente con lei.
Un
uomo le voleva parlare? Mr. Dixon?
Non sarebbe potuta essere
più confusa di così, sul serio.
Doveva
promettere solennemente a se stessa che non avrebbe mai più
toccato un goccio d'alcol in vita sua.
- Mi spiace, ci deve essere
un errore, non conosco nessun Mr. Dixon.
Oddio,
ma era davvero sua quella voce impastata e rauca?
Una parte del suo cervello si
era persa dietro a quel pensiero,
l'altra aveva registrato che dalla cornetta era giunta la
voce
gentile - e sempre troppo squillante - dell' addetta alla reception,
inframmezzata però da un ringhiare alquanto preoccupante che
per
logica doveva appartenere al
misterioso Mr. Dixon.
A quel punto, Beth
era stata costretta ad ammettere una verità
inquietante: non ricordava assolutamente nulla da dopo che Carolyn le
aveva riunite per esporre la sua grande idea! Che fossero andate
davvero da un tatuatore era indubbio, ma poi? Quale altro disastro
potevano aver combinato? Mr. Dixon poteva c'entrare qualcosa?
Oddio,
oddio, oddio!
- Mrs. Greene? E' ancora
lì?
Nella voce gentile
questa volta c'era stata anche una punta di impazienza.
- Sì, mi
scusi, sono ancora qui.
- Ecco... Mr. Dixon
non ha voluto sentire ragioni, e sta venendo
comunque su da lei, nella sua stanza. Devo chiamare la sicurezza
dell'albergo e bloccarlo?
Oddio,
oddio, oddio!
Beth si era catapultata
giù dal letto, consapevole che
non poteva solo limitarsi a pensare quell'oddio ossessivo che le
risuonava in testa!
- No! Sì!
Cioè... oddio!
Le sembrava di essere
andata completamente fuori di testa! Chi era
quell'uomo che insisteva per venire da lei, anche se gli aveva fatto
sapere attraverso la reception che doveva esserci uno scambio di
persona? Perchè lei era certa di non conoscere nessun Mr.
Dixon!
- Mrs. Greene, devo
chiamare la sicurezza sì o no?
La voce dell'addetta
ora si era fatta incalzante.
- No, no. Lasci
stare, spiegherò io personalmente al signore che deve aver
sbagliato persona.
Ecco,
Beth, mettiti in qualche altro grande casino, eh?
A parlarle, stavolta, era
stata direttamente la voce di quella coscienza che piano piano stava
tornando vigile e presente.
Sei
in mutande e reggiseno, te ne rendi conto?
Ecco un altro suggerimento
prezioso! Con uno scatto, si era
gettata sui jeans e sul top che aveva indossato la sera prima,
fregandosene che avessero un vago odore di fumo - o era
erba? oddio! - e
di qualcosaltro che non era riuscita a identificare - forse
gasolio? -.
Gasolio? Perchè i
suoi abiti sembravano davvero sapere di erba e gasolio?
Oddio,
oddio, oddio!
Poi non c'era stato
più tempo per nient'altro,
perchè dei colpi decisi alla porta l'avevano fatta
sobbalzare,
inducendola a correre ad aprire, prima che chiunque ci fosse stato
dietro, la buttasse giù tanta era stata l'insistenza con cui
stava bussando.
Nel momento in cui
l'aveva spalancata, la certezza che qualcosa di
tremendo fosse successo l'aveva subito investita: l'immagine
di
lei avvinghiata a Mr. Dixon le era comparsa come il peggiore dei
flashback possibili ed immaginabili.
Oddio,
oddio, oddio!
C'erano mille campanelli
d'allarme che risuonavano a pieno volume e che le stavano dicendo che
quell'uomo alto, muscoloso e dallo sguardo parecchio incazzato, lei -
anche se non ricordava come fosse avvenuto - lo aveva conosciuto!
- Cazzo! Cazzo!
Cazzo! Allora esisti davvero!
A giudicare
dall'espressione tempestosa che era comparsa in quegli occhi azzurro
ghiaccio, e che sembrava la stessero passando ai raggi laser, doveva
trovarsi in guai seri per il fatto di esistere davvero.
- Mi scusi, io non
credo di...
Ma non aveva fatto in
tempo ad aggiungere altro, perchè Mr. Dixon le aveva
afferrato la mano sinistra quasi gliela volesse strappare via.
- Cazzo, è
vero anche questo!
Nei secondi
successivi a quelle parole, Beth aveva sentito la terra tremarle
letteralmente sotto i piedi, perchè solo in quel momento
aveva realizzato che cosa avesse voluto controllare l'uomo sulla sua
mano sinistra, e cioè che sull'anulare faceva bella mostra
di sè un anello a dir poco terrificante!
Una
sottile fascia dorata.
Prima che potesse anche solo
formulare un pensiero coerente, la successiva mossa dell'uomo l'aveva
ulteriormente gettata in un panico che stava dilagando dentro di lei
come se fosse stata una marea nera.
Infuriato come un
toro davanti ad un drappo rosso sventolato con insistenza, l'uomo le si
era gettato praticamente addosso, afferrandola per le spalle e
scuotendola come se fosse stata un fuscello.
- Ragazzina, ti rendi
conto in che razza di guaio ci siamo cacciati?
- Guaio?
Cercando di
contrastare il movimento ondulatorio a cui la stava sottoponendo la
stretta ferrea di quelle mani, Beth aveva cercato davvero di tirare
fuori la testa da quel mare di confusione e panico in cui stava
annegando.
Che
cosa aveva combinato insieme a quell'uomo?
L'unico flashback che
continuava a girarle in testa, era quello di loro avvinghiati - e a
cavallo di una moto - intenti a.... baciarsi!
Oddio!
Oddio! Oddio!
-
Sì,
cazzo! Questo guaio! Un grande, grandissimo e fottutissimo guaio!
Se nella sua breve
vita, perchè vent'anni lo erano dopotutto, avesse dovuto
cercare il momento peggiore, quello che stava vivendo lo era appena
diventato di diritto!
Perchè Mr.
Dixon, lasciandola andare di colpo, le aveva piantato davanti al naso
la sua mano sinistra, peraltro enorme rispetto alla sua, mostrandole
qualcosa che l'aveva fatta quasi svenire.
Una
sottile fascia dorata identica alla sua!
- Oddio! Oddio! Oddio! Non
può essere vero!
Per tutta risposta
gli occhi azzurri che continuavano a fissarla come se fosse stata la
creatura più infernale sulla faccia della terra, erano
riusciti a diventare ancora più tempestosi rispetto a prima.
- Eccome se lo
è, ragazzina! E' tutto fottutamente vero come c'è
scritto qua sopra! Nero su bianco, porca puttana!
Mr. Dixon le aveva
sbattuto in faccia un semplice foglio A4, che però a lei era
sembrato l'equivalente di una condanna a morte.
Certificato
di matrimonio.
Aveva sollevato di poco gli
occhi sopra il foglio, ritrovando quelli dell'uomo che l'avevano
inchiodata a quella verità tremenda.
- Ora hai capito?
Siamo maledettamente sposati!
Oddio!
Era tutto un incubo! Doveva esserlo per forza!
E se lo era dato per davvero
un pizzicotto sulla guancia, e anche bello forte! Solo che non l'aveva
svegliata, ma l'aveva resa solo certa che quella che stava vivendo era
una terribile realtà!
- Oddio!
- Cristo, ma non hai
nient'altro da dire?
- Sì, in
realtà qualcos'altro ci sarebbe...
Perchè
dentro di lei si era fatto strada un altro pensiero terribile.
- Noi abbiamo...
ecco... abbiamo... sì... bè... anche consumato?
Quello che era
successo subito dopo la sua domanda, se lo sarebbe ricordato per un bel
pezzo, ne era intimamente certa. Perchè tutta l'incazzatura
di Mr. Dixon si era di colpo trasformata in un'emozione così
potente, da indurla a compiere qualche passo indietro per
mettere una maggiore distanza tra loro.
- No.
Quel "no" era stato
scandito con un tono di voce che si era fatto basso e profondo.
Attrazione,
pura e incontrollabile attrazione.
Ecco cosa si era
scatenata tra di loro. La più potente e sconvolgente
attrazione chimica che lei avesse mai provato in vita sua. E a
giudicare da come si era acceso anche lo sguardo di quegli occhi
azzurri, era certa che la cosa fosse stata reciproca.
- Ma voglio essere
sincero con te, ragazzina.
E nel dirglielo aveva
fatto due passi in avanti, per tornare ad annullare quella distanza che
aveva messo tra di loro.
- Se fosse successo,
sarebbe stata l'unica cosa che non avrei rimpianto del grandissimo
casino in cui ci troviamo.
Oddio,
devo essere impazzita del tutto!
Beth non aveva potuto fare a
meno di pensarlo, perchè nel momento in cui si era detta che
baciare Mr. Dixon sarebbe stata la più grande stupidata da
fare in quel momento, in pratica lo stava già facendo.
E nel momento in cui
le loro labbra si erano di nuovo incontrate, una pioggia di sensazioni,
una più travolgente dell'altra, si erano riaccese di botto.
Perfezione
assoluta.
Ecco cosa aveva provato anche
la prima volta che lo aveva fatto. Il ricordo, nonostante fosse stata
ubriaca, si era fissato prepotentemente dentro di lei.
Un
uomo da sposare.
Ecco l'altro ricordo che era
emerso insieme alle sensazioni paradisiache che stava rivivendo
avvinghiata nuovamente a quel corpo muscoloso.
Solo
che la notte prima non si era limitata a pensarlo e basta. A quanto
pare lo aveva anche fatto.
Continua....
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