Care
fanciulle buongiorno!
Come
prima cosa fatemi dire che sono stata entusiasta di vedere che l'idea
di questa storia sia stata accolta così bene! Come vi ho
già detto non vuole avere nessuna pretesa, se non quella di
essere piacevole e rendere l'umore della sottoscritta un pò
più spensierato mentre la scrive! (Perchè diciamo
che quando scrivo i capitoli di "Alone", per esempio, certe volte
finisco che mi angoscio davvero da sola! XD).
Come
seconda cosa vi annuncio che sono stata in vacanza per una settimana!
Ecco perchè sono sparita e non ho risposto alle vostre
recensioni! XD
Solo
che il mio compagno - e non posso dargli torto - mi ha minacciato di
buttare il pc in mare se osavo anche solo accenderlo (perchè io
in realtà l'avevo portato!!!!!!!!!). Eh eh eh... vi da
un'idea di come impieghi il mio tempo libero non appena ne ho un
pò a disposizione!
Per
cui recupererò con le recensioni
e finirò anche di scrivere quel benedetto capitolo
di Alone, che mi manca davvero poco! E speriamo che la vostra pazienza
sia ripagata dal suo contenuto...
Ma
adesso la finisco di blaterare e vi lascio alla lettura.
Buon
weekend, baci.
Serena
JUST MARRIED
-
Tuo padre e Shawn lo uccideranno.
-
E poi uccideranno te.
-
E poi uccideranno anche voi due, visto che eravate qui con me e me lo
avete lasciato fare.
Le
sue migliori amiche, Carolyn e Darla, le avevano rivolto uno sguardo
colpevole, prima di spostarlo sui due uomini che occupavano un tavolo
non molto distante dal loro.
-
Quindi, sarebbe quello il tizio che ci ha fatto i tatuaggi?
Come
per lei, anche nella testa delle sue amiche c'erano degli enormi buchi
neri.
-
Sì, è il fratello. Si chiama Merle. E' suo lo
studio dove siamo finite.
Si
era sentita arrossire paurosamente nel dirlo, perchè le
erano
tornate in mente le esatte parole con cui Mr. Dixon - anzi, Daryl,
perchè così si chiamava suo... marito! - glielo
aveva presentato.
"Lui è Merle, mio
fratello. E' lui che ti ha fatto il tatuaggio che hai sul fianco.
Questo almeno te lo ricordi?"
Ma lei non si
ricordava nemmeno di quello!
Di
tutta quella storia aveva ben chiara una cosa soltanto: l'attrazione
irresistibile che aveva provato non appena i suoi occhi si erano posati
su Daryl.
Dio, mio padre e mio fratello mi
uccideranno davvero! Sono ufficialmente sposata con un perfetto
sconosciuto!
Mentre Carolyn e
Darla avevano ripreso a chiedersi come diavolo
avrebbero fatto a risolvere tutto quel casino senza doverlo dire a
casa, Beth aveva avuto la malaugurata idea di incrociare lo sguardo di
due occhi intensamente azzurri, rimanendoci incatenata come se non
esistesse nientaltro al mondo che valesse la pena guardare.
I
suoi neuroni si erano azzerati di colpo, lasciando vivo soltanto un
desiderio: alzarsi per raggiungerlo e scoprire tutto di lui.
Perchè quella
rimaneva la
verità più sconvolgente: l'ultima cosa che
voleva,
nonostante la parola "disastro" campeggiasse a lettere cubitali su
tutta quella storia, era che Daryl
Dixon scomparisse dalla sua vita come se non fosse mai esistito.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
-
Sei sicuro che il matrimonio sia proprio valido?
-
Sì. Esse
- i! E se me lo chiedi un'altra volta, penso che ti aprirò
la
testa in due per ficcarci meglio dentro il concetto!
-
Siamo su di giri, eh?
-
Cristo, mi
sembri più coglione del solito! E non ne ho affatto bisogno,
sai? Sono già abbastanza nella merda così!
-
Oh, puoi dirlo
forte, fratellino. Perchè se la bambolina stesse guardando
me, come se fossi
il suo gelato preferito tutto da leccare, sta sicuro che mi ci sentirei
anch'io!
Con
uno sforzo
disumano, Daryl era riuscito a distogliere lo sguardo da quegli occhi
azzurri che riuscivano a rimescolargli tutti gli organi interni, per
riportarlo su suo fratello e lanciargli un'occhiata che se fosse stata
un'arma, lo avrebbe ucciso seduta stante.
-
Sei un fottuto pervertito! E se soltanto provi a toccarla con un dito,
ti stacco le palle e te le faccio ingoiare, capito?
Per
tutta risposta Merle gli era scoppiato a ridere in faccia,
più divertito che mai, attirando non solo gli sguardi delle
tre
ragazze, ma anche quello degli altri clienti presenti nella tavola
calda.
-
Ehi, sei sposato solo da ventiquattrore, però ti sei
già calato bene nei panni del maritino geloso.
-
Merle, sul serio, la mia pazienza sta toccando paurosamente il
limite. Potrei dimenticarmi che scorre il mio stesso sangue nelle tue
vene.
-
Ooohhh, questa sì che è una minaccia degna di
Iceman.
Se
anche lo aveva detto ridendo, Merle aveva dato segno di aver capito
che era meglio non superarlo il limite però, oppure sarebbe
finita a botte
tra di loro. Non sarebbe stata la prima volta, nè l'ultima,
però sarebbe stata decisamente dolorosa visto il pessimo
umore di suo fratello.
-
A proposito... hai intenzione di dirle la verità su come
sono
andate le cose o continuerai con la tua recita da quattro soldi?
Quella
domanda lo aveva colpito come un pugno nello stomaco.
Cazzo, in tanti anni passati a
destreggiarsi tra mille casini anche più grandi, quella
ragazzina era stato il
suo primo, vero errore.
La sua proverbiale
freddezza era andata letteralmente a farsi
fottere nel momento in cui aveva posato lo sguardo sulla piccola Beth
Greene.
I suoi occhi,
innocenti e intriganti nello stesso tempo, avevano risvegliato
dentro di lui tutta una
serie di istinti - e
tra i più forti proprio protezione e possesso
- mandandandolo in totale corto circuito.
"Iceman" si era
sciolto
davanti a quella ragazzina con la stessa velocità di un
cubetto
di ghiaccio immerso in un liquido bollente.
Bollente.
Era la parola
giusta per descrivere come si era sentito nel
momento in cui l'aveva baciata la prima volta. E poi la seconda, la
terza, la quarta, la quinta....
Cazzo! Era un miracolo che non
si fosse spinto oltre con lei!
-
Ehi, Iceman, mi sa che è meglio se torni coi piedi per
terra!
-
Piantala di chiamarmi così!
Quel
coglione di suo fratello si stava proprio divertendo alle sue
spalle e iniziava ad avere davvero una gran voglia di sfogarsi su di
lui a suon di cazzotti!
-
Forse non hai tutti i torti. Sembri più un orsacchiotto in
amore questa mattina...
Ora lo ammazzo!
Ma non poteva
farlo, non in quella tavola calda piena di testimoni ... e soprattutto
non davanti a lei!
Non aveva nessuna intenzione di
mostrarle di che pasta fosse fatto realmente.
E per il solo fatto
di averlo pensato anche un solo attimo, di
voler essere diverso da com'era sempre stato, si era sentito
sprofondare ancora di più nella merda. Era stato
davvero l'errore più grande della sua vita quello che aveva
fatto la sera prima.
D'altronde era stata anche
l'unica
maniera per impedirle di fare una cazzata più grande, dal
momento che era capitata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Daryl Dixon, detto
Iceman nel giro delle corse clandestine di
cui ormai era il re indiscusso da svariati anni lì a Las
Vegas,
si era a quel punto alzato, rivolgendo al fratello il solo saluto che
gli potesse riservare, cioè un dito medio ben piantato
davanti
al naso.
-
Certo, ho capito. Ti voglio bene anch'io fratellino!
Ovviamente
Merle non si era esentato dallo sfotterlo sino alla fine,
guadagnandosi così un'altra occhiata omicida e in aggiunta,
anche l'altro dito medio.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
- Sta venendo qui, Beth!
- E pare anche incavolato più di prima! Mi sa che suo
fratello non gli è stato d'aiuto.
- Oddio, oddio! Che cavolo faccio, ragazze?
Alla fine, dopo tanto parlare, non erano comunque giunte a niente di
concreto, se non per il fatto che fossero state tutte dell'idea che
quel
casino enorme avrebbe avuto un'unica conclusione: la loro morte certa
nel momento in cui lo avrebbero saputo i familiari di Beth!
- Digli di no!
- Digli di sì!
Ecco, come sempre, Carolyn e Darla erano all'opposto!
- Ragazze, così non mi aiutate!
Ma ormai, suo marito,
le aveva
raggiunte al tavolo, azzittendole di colpo con quella sua aria a
metà tra il pericoloso e il terribilmente sexy.
Perchè,
almeno su una cosa erano state tutte d'accordo: Daryl Dixon era uno
strafigo pazzesco!
Alto, muscoloso, capelli lunghi e ribelli, occhi azzurro
ghiaccio e un'aria da maschio Alpha che avrebbe fatto venire le
palpitazioni a qualsiasi essere di genere femminile.
E infatti
così era stato nel momento in cui le loro strade si erano
incrociate!
- Allora? Hai riflettuto sulla mia proposta?
- Ecco... ehm... pensato ci ho pensato...
Impappinarsi non era tipico di lei, almeno non di solito,
però
sotto lo sguardo di quegli occhi che sembravano passarla ai raggi
laser, convincendola che riuscissero a scorgere anche i suoi pensieri
più intimi, si sentiva tornare indietro a quando era
solamente
una quattordicenne timida e impacciata con i ragazzi!
- E quindi? Guarda che la mia proposta ha una scadenza ben precisa!
Cioè esattamente tra due minuti, ossia quando
varcherò
quella soglia e me ne andrò per la mia strada, buttandomi
alle
spalle tutta questa storia!
Ecco, se poi lui dava di nuovo voce a quel suo modo di fare rude ed
incazzoso, chissà perchè, a lei invece di
provocarle una
reazione avversa, le faceva vibrare corde profonde che la
inducevano a credere di aver trovato la sua perfetta controparte.
Luce e tenebra, Yin e
Yang, ordine e caos, fuoco e acqua.
Forse aveva letto troppi libri, e alcuni anche troppo
romantici,
eppure nel pensare a lei e Mr. Dixon, era la teoria degli
opposti
che le veniva in mente.
Opposti ma
complementari, come le due metà di un cerchio pronte a
combaciare perfettamente.
Sì, forse aveva decisamente letto troppo... ma
soprattutto bevuto troppo la sera prima! Probabilmente gli effetti non
li aveva ancora smaltiti del tutto, ed ecco perchè si
ritrovava
a fare quei pensieri assurdi!
- Eh no, Mr. Dixon! Non credo proprio che se ne possa fregare
così di tutta questa "storia"! Le ricordo, che lei
c'è
dentro tanto quanto Beth! La colpa è anche sua, quindi!
La giusta reazione inviperita, l'aveva avuta Darla, che da sempre, tra
loro tre, era quella con i piedi saldamente ancorati a terra. Niente
voli di fantasia, o sogni ad occhi aperti per lei, ma solo solide
certezze!
- Ragazzina, ho forse parlato con te?
Ritrovarsi quegli occhi puntati addosso non era affatto una
passeggiata, e la dimostrazione pratica era stata che anche Darla aveva
subito il loro magnetismo, perchè di colpo era arrossita
mostrando un momento di incertezza mai visto prima.
- No, però...
- E allora, restane fuori.
Semplice e categorico.
Come solo un uomo sicuro di sè - perchè Mr. Dixon
lo era
davvero un uomo fatto e finito con i suoi trentasei anni di vita -
poteva essere.
E probabilmente lei stava per prendere la decisione più
sbagliata della sua vita, anzi la seconda dopo quella di essersi
ubriacata in quella maniera indecente, però una parte di lei
era convinta invece che non ce ne fosse un'altra migliore.
Probabilmente era la parte attratta irresistibilmente dal suo
affascinante - e nuovo
di zecca -
marito, però era quella che aveva appena vinto la battaglia
svoltasi dentro di lei sin da quando aveva messo piede in quella tavola
calda, insieme a tutti gli altri, per mettere qualcosa nello stomaco e
ragionare sulla situazione.
Da una parte lei e le sue amiche, dall'altra Mr. Dixon e suo fratello,
nonchè artefice dei loro tatuaggi e perciò causa
del loro
incontro. Qualcosa, infatti, dopo quel bacio irruente che si erano
scambiati di nuovo nella sua stanza, lei e Daryl si erano detti.
O perlomeno, lui aveva parlato e lei aveva ascoltato, perchè
a
quanto pareva il meno ubriaco tra loro due, era stato proprio lui. Le
aveva raccontato, per esempio, che era stato nello studio del
fratello che si erano incrociati. Lei per farsi tatuare, lui
perchè aspettava dei tizi con cui si era dato appuntamento
lì.
A quanto pareva, aveva fumato dell'erba anche lei,
offerta gentilmente da quel "coglione senza cervello" di suo fratello,
come l'aveva definito lui stesso. Ne aveva fumata un pò
anche
lui, scolandosi insieme qualche birra. Mentre glielo raccontava, lei
veramente aveva pensato che non sembrava il tipo da non reggere un
pò di erba e birra, però come diceva sempre suo
padre,
non bisognava giudicare qualcuno solo dalle apparenze.
A quel punto, anche per lui i ricordi si erano fatti un pò
confusi, perchè le aveva accennato ad una rissa scoppiata
con i
tizi che aspettava e che nel frattempo erano arrivati, proprio
perchè uno di loro aveva iniziato a farle proposte
indecenti. Ma
da quello a come poi erano finiti davanti ad un funzionario governativo
per sposarsi, anche lui non aveva saputo dirglielo.
Dal momento che lei aveva brancolato nel buio più assoluto,
non
aveva potuto fare altro che dargli il beneficio del dubbio che le cose,
almeno in parte, fossero andate così.
- Credo abbia ragione, invece, Darla.
- Scusa?!
Ritornando al presente, Beth si era rivolta all'amica esponendo
ciò che aveva avuto in mente, solo che era partita male ed
era
corsa subito ai ripari.
- No, non hai capito. Non che non ti devi impicciare, ma che
è
vero che il problema, alla fine, è soltanto mio e... suo.
Non
vostro.
Aveva guardato negli occhi le sue migliori amiche, sperando che
capissero quanto fosse convinta di quello che stava per dire.
- Carol, tu ti sposi tra cinque giorni. Devi andare a casa e pensare
al tuo matrimonio. E tu, Darla, devi aiutarla a non perdere la testa.
In automatico era venuto da sorridere a tutte e tre, perchè
si
conoscevano troppo bene e sapevano che Carolyn sarebbe andata nel
panico
più assoluto, e che quindi, almeno una di loro due doveva
essere
lì ad impedirglielo.
- E' dannatamente vero, Beth. Ma è altrettanto vero che
anche tu hai bisogno di noi.
Era vero, anche lei era in una situazione difficile, però...
c'era Mr. Dixon con lei, no? Era l'altra metà di quel casino
- e del cerchio
- e sembrava intenzionato a risolvere anche lui quella faccenda
piuttosto in fretta.
- Oh, cazzo! Non starete per mettervi a piangere, ora, vero?
Ecco, appunto, dava proprio l'impressione di uno che sapesse stare a
galla anche se sbattuto nel lato alto della piscina! Niente panico,
solo un concentrato di determinazione e nervi saldi! Giusto quello che
le serviva, no?
- No. Per quel che mi riguarda, ho smesso di piangere
all'età di dieci anni. Dopo che ho
dato un pugno sul naso a Jeremy Stalton, facendogli passare per sempre
la voglia di chiamarmi Darlina la gallina!
Beth e Carolyn se lo ricordavano bene quel momento epico,
perchè
erano state presenti. E a giudicare da come Darla stava guardando Mr.
Dixon, sembrava pronta ad una replica anche con lui, nonostante fosse
stato molto più minaccioso di Jeremy Stalton.
- Ehi, mi sa che state dando spettacolo. Almeno non fatelo gratis,
facciamogli pagare il biglietto a questi guardoni!
La voce fuori campo era stata quella di Merle, che si era avvicinato
per gustarsi meglio la scena, ma soprattutto la faccia del fratello
alle prese con quella bambolina che sembrava davvero mandarlo
fuori di testa.
- Merle, stanne fuori!
- Ma sa dire soltanto quello, per caso, Mr. Dixon?
Darla, che veramente da dopo quel pugno non si era fatta mettere i
piedi in testa più da nessuno, si era beccata in risposta
un'occhiata di
quelle che sembravano poter incenerire qualcuno seduta stante.
- Sapete cosa vi dico? I due minuti sono passati da un pezzo,
perciò io me ne vado.
E l'attimo dopo, Mr. Dixon stava dando le spalle a tutti loro, lei
compresa, diretto verso l'uscita.
- Guarda, bambolina, che fa sul serio. Se non lo becchi ora, non lo
rivedi più.
Visto che a dirglielo era stato niente di meno che suo fratello,
qualcuno che si presupponeva dovesse conoscerlo bene, Beth era stata
costretta ad agire molto in fretta.
- Okay, va bene.
Aveva tirato un grosso respiro e poi si era buttata definitivamente
verso l'ignoto.
- Ragazze, vi voglio bene e se voi ne volete davvero a me, dovete fare
come vi
dico. Carolyn, dirai a mio padre che mi hai chiesto di farti
un'enorme piacere: rimanere a Las Vegas con le tue cugine! Inventati
che sono due inaffidabili o
qualsiasi altra cavolata per cui abbia un senso che io sia rimasta a
sorvegliarle!
Carolyn aveva fatto per parlare, ma lei non le aveva lasciato il tempo.
- Questo mi concederà il tempo per cercare un avvocato e
presentare domanda di divorzio! Solo che per farlo ho bisogno anche di
lui, lo capite vero?
Era chiaro anche a loro, perchè Carol aveva richiuso la
bocca, mentre anche Darla annuiva rassegnata.
- Okay, quindi posso contare su di voi?
Tutte e due avevano di nuovo annuito, sollevandole almeno in parte il
morale.
- Bambolina, guarda che questo è il rumore della sua moto.
Dieci secondi e sgomma via.
Era vero, nel locale era appena risuonato un rombare cupo e profondo.
- Okay, okay. Allora ci sentiamo non appena siete arrivate! Quando
avrete informato papà fatemelo sapere, così lo
chiamerò subito dopo. Meglio metterlo davanti al fatto
compiuto
che non sarò tornata con voi!
Lo sguardo terrorizzato di Carolyn le aveva suggerito che Hershel
Greene avrebbe fatto fuoco e fiamme quando non l'avrebbe vista scendere
dall'aereo insieme a loro, ma del
resto sarebbe sempre stato meglio che dovergli raccontare tutta la
verità sulla loro notte di follia! Se fosse riuscita a
risolvere la cosa, ne avrebbe potuto parlare con i suoi familiari a
divorzio avvenuto! Okay, sarebbe stata lo stesso una tragedia per loro,
ma almeno già con un lieto fine!
- Carol, non fare quella faccia! So che sarete bravissime a mentire!
Tutte e due.
Intanto, però, aveva preso ad indietreggiare tra i tavoli,
con addosso
lo sguardo dei presenti sempre più incuriositi, come se
stessero
davvero assistendo ad uno spettacolo.
- Certo, come no! Beth, questa volta ci devi più della vita!
Sappilo!
Il rombo di fuori si era fatto più forte, segno che suo marito
era davvero pronto a schizzare via. Così, anche lei era
schizzata, lanciandosi verso la porta senza più voltarsi
indietro. Una volta sul marciapiede, aveva visto Mr. Dixon a cavallo
della sua moto, pronto a partire.
- Ehi! Ehi!
Era corsa verso di lui, sbracciandosi forse anche in maniera troppo
esagerata, dal momento che molti automobilisti avevano rallentato per
guardarla.
- Mr. Dixon!
Che poi, perchè continuava a dargli del lei, quando si erano
baciati in quella maniera intima e sconvolgente?
- Daryl, aspetta!
Aveva alzato la voce per farsi sentire e ce l'aveva fatta, dal momento
che si era voltato finalmente dalla sua parte. Quando erano stati uno
di fronte all'altro, lo aveva visto sollevare la visiera oscurata per
poterla fissare dritta negli occhi.
- Questo vuol dire che ti sei finalmente decisa, ragazzina?
Si era decisa?
- Sì.
- E quindi?
- E quindi mi fermo. Cerchiamo un avvocato, come hai suggerito, e
divorziamo.
Gli occhi azzurri di Daryl si erano assottigliati, trasmettendole una
sensazione completamente diversa da quella che si era aspettata.
Sembrava... contrariato!
O forse era lei che voleva vederla così?
- Okay. Allora salta su. Credo di conoscere
già chi ci può aiutare.
Le aveva teso l'altro casco, quello che presupponeva
avesse portato apposta per lei,
sfilandoselo dal braccio. Solo che aveva esitato un attimo nel
prenderlo, dandogli modo di capire che forse c'era un ulteriore
problema.
- Non dirmi che hai paura di andare in moto!
In effetti... ci era andata una volta soltanto, con un suo compagno del
college, e non era stata una bella esperienza.
- Potrei prendere un taxi.
Ma Daryl, per tutta risposta, aveva spento la moto, per poi metterla
sul cavalletto e scendere, sfilandosi a sua volta il casco.
- Non se ne parla nemmeno! Tu devi
venire in moto con me.
Non era stato un vero e proprio ordine, le era sembrato più
come
se ci fosse stata dietro una questione di... principio! Sì,
ecco, nel sottolineare quel "devi" c'era come l'idea che non fosse
possibile che lei non volesse andare in moto proprio con
lui!
- E' che una volta ho provato... ma non è stata una bella
esperienza.
Lui l'aveva guardata di nuovo come se avesse appena pronunciato
l'impronunciabile.
- Con me sarà diverso.
Semplice e categorico.
Lo aveva pensato di nuovo, perchè erano due
aggettivi che sembravano davvero calzargli a pennello.
- Ti aiuto a mettere il casco.
Ecco, un "no" come risposta, pareva proprio non essere contemplato da
lui riguardo alla questione "andare in moto".
- Posso almeno chiederti da quanto tempo guidi la moto?
Aveva deciso di fidarsi un'altra volta del suo istinto, che vedeva
nella sicurezza di Daryl la prova che forse non avrebbe rischiato la
vita su quel bolide tirato a lucido.
- Da un sacco di tempo.
- Ma di preciso?
Solo che non c'era stata risposta alla sua domanda, perchè
lui nel frattempo le
aveva infilato il casco e abbassato la visiera, come a dire "o ti fidi,
o ti fidi".
Semplice e categorico.
Come il suo rimontare in sella, facendole poi cenno di
salire
dietro di lui. Per un attimo non si era sentita abbastanza coraggiosa,
un pò perchè aveva davvero paura di riprovare
l'esperienza di andare in moto, un pò perchè
stava per
rimanere del tutto sola con lui.
Però, in
fondo, c'era
già stata da sola con lui, no? Ed era stata anche
completamente
fuori di sè, ma lui non se ne era approfittato! O forse,
sì?
Oddio! Non aveva nemmeno messo in discussione l'idea che
lui potesse averle mentito sul quel particolare! E quel pensiero
l'aveva fulminata, facendole fare un passo indietro,
mentre risollevava la visiera di colpo, ottenendo che Daryl facesse lo
stesso.
- Qual'è il problema, adesso?
Lo sguardo che le aveva rivolto era stato a metà tra lo
spazientito e l'incazzoso.
- Mi hai detto davvero la verità sul fatto che...
E non arrossire di imbarazzo le era stato proprio impossibile.
- ... non siamo stati insieme?
Ti prego, dimmi di
sì!
E aveva realizzato che voleva fosse un "sì" non
perchè preoccupata del fatto che se no sarebbe stata a letto
con un
perfetto sconosciuto, ma perchè non voleva pensare che
avrebbe voluto dire non avere nessun ricordo della loro prima volta
insieme.
Prima volta?
Quindi se c'era stata, voleva che ce ne fosse una seconda!
E se
non ci fosse stata, sarebbe stata contenta perchè aveva la
possibilità di poterla vivere da sobria e ricordasela!
In ogni caso,
significava che desiderava fare l'amore con lui!
- Sì, te lo ripeto: non - siamo - stati -
insieme.
Lo aveva scandito bene, ma soprattutto l'aveva fissata in una maniera
che l'aveva fatta andare letteralmente a fuoco! Il suo sguardo le aveva
detto di nuovo, come era successo appena qualche ora prima nella sua
stanza d'albergo, che nonostante lo avesse desiderato molto,
però non l'aveva
fatto.
- Ora, possiamo andare?
Si era riabbassato la visiera, dando gas e facendo rombare il motore,
tanto che aveva sentito il petto vibrarle.
O era il cuore che stava
per saltarle fuori da tanto stava battendo forte?
E ancora non era stato niente, rispetto alle capriole che
aveva preso a fare quando si era decisa a salire sulla moto dietro di
lui. Allora
sì, che aveva pensato di rimanerci secca!
Perchè la moto li aveva costretti ad un contatto molto - troppo! -
ravvicinato: il suo petto si era spalmato sulla schiena muscolosa e le
cosce si erano strette intorno ai fianchi snelli.
Come ciliegina sulla torta, aveva dovuto anche circondargli la
vita con le braccia per tenersi salda sulla sella, ritrovandosi sotto
le mani i muscoli sodi dell'addome, che le avevano evocato
immediatamente un'immagine di lui a torso nudo in grado di procurarle
davvero un infarto.
Beth, è un
perfetto sconosciuto! Concentrati solo su questo!
Più facile a dirsi, che non a farsi!
Perchè non appena la moto si era messa in movimento, lei era
stata costretta ad aggrapparsi ancora di più a lui, dal
momento che nel giro di un secondo la sua guida li aveva portati a
zigzare nel traffico come se fossero stati la pallina impazzita di un
flipper!
Non ne uscirò
viva!
Ma non era stato più il pensiero di morire
spiaccicata sull'asfalto a farle paura, quanto più la
sensazione che quella corsa in moto con lui si stesse rivelando una
delle esperienze più emozionanti provate in vita sua.
* Spazietto autrice che pone una domanda alle sue lettrici *
Siete d'accordo con me che Mr. Dixon - alias Norman Reedus
- sia uno strafigo? A volte mi sento proprio una fangirl fatta e
finita, ma che ci posso fare? E' stato amore a prima vista con lui e da
lì non mi sono più schiodata! XD
Spero tanto che almeno voi mi possiate capire! ^-^
Ancora grazie per essere passate anche da questa storia.
Bacioni
Serena
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