“Ho urgente bisogno di te, ti aspetto sul
tetto di casa mia, corri”
Il
mio cuore
perde un battito quando leggo il messaggio che mi ha mandato Magnus.
Non lo
sento da giorni e queste parole mi fanno leggermente preoccupare.
Recupero in
fretta la mia giacca e una spada angelica e mi dirigo a casa sua. Corro
più
velocemente che posso, mentre il cuore mi martella forte nel petto per
la paura
di quello che potrei trovare da Magnus. Quando arrivo sul tetto,
però, la scena
che mi si para davanti non si avvicina per niente a tutti gli orrendi
scenari
che mi sono immaginato per tutto il tragitto. Davanti a me, stesa per
terra c’è
una coperta blu notte, con dei cuscini dello stesso colore e un basso
tavolino
apparecchiato per due.
Mi
guardo in
giro, leggermente confuso, cercando Magnus. Lo vedo arrivare con in
mano una
bottiglia di vino e due eleganti bicchieri.
<<
Ben
arrivato, fiorellino >> mi saluta con un caloroso sorriso.
Lo
guardo
ancora più confuso e, mentre realizzo che non
c’è nessun pericolo, la rabbia
prende il posto della sorpresa.
<<
Cosa vuol dire tutto questo? >>
<<
Non
abbiamo ancora avuto il nostro appuntamento e ho pensato di fare
qualcosa di
più intimo, niente ristoranti o robe simili. Solo io e te
> risponde sempre
sorridendo, mentre con un gesto elegante delle sue lunghe dita indica
quello
che ha preparato.
<<
Per
l’Angelo, Magnus >>
<<
Aspetta prima di farmi la predica. Lo so, mi dispiace di averti fatto
preoccupare ma se ti chiedevo di raggiungermi per mangiare con me non
saresti
mai venuto >>
<<
Hai
ragione, non sarei venuto. Mi dispiace, ma non posso rimanere, devo
andare,
all’Istituto hanno bisogno di me. >>
Faccio
per
andarmene, esasperato da questo stregone che trova sempre il modo di
prendere
quello che vuole. Ho davvero troppe cose da fare. Dopo tutto il casino
che è
successo l’Istituto è immerso nel caos
più totale e io ho delle responsabilità
ora che sono rimasto solo.
Magnus
sta
zitto per qualche secondo, mentre mi guarda andare via. Quando si
decide a
parlare, però, mi blocca sul posto.
<<
Fammi capire. Quando ti servo va tutto bene. Puoi chiamarmi,
messaggiarmi e
rivolgermi la parola. Però non puoi mangiare qualcosa con
me? Ti ricordo che
sei stato tu a baciarmi al tuo matrimonio >>
La
sua voce
è gelida e mi fa rabbrividire. Non l’ho mai
sentito così arrabbiato.
Chiudo
un
attimo gli occhi, giusto il tempo di riprendere fiato e di calmare il
mio cuore
impazzito.
Ha
ragione.
Sono stato io ad annullare il matrimonio e sono stato io a baciarlo.
Sono
ancora
confuso riguardo a quello che provo per Magnus, l’unica cosa
di cui sono certo
è che mi sono messo contro tutti per lui e nessuno ancora me
lo ha perdonato.
Lo
farei di
nuovo, senza guardarmi indietro, sceglierei ancora lui quel giorno.
Vorrei
farglielo capire ma non posso farlo senza espormi e se
c’è una cosa che
insegnano ai Nephilim fin da piccoli è di non esporsi mai.
<<
Non
posso >> rispondo sussurrando, rimanendo nella mia
posizione senza il
coraggio di guardarlo negli occhi. Non posso o crollerei ed
è una cosa che non
deve succedere. Lo sento avvicinarsi e reprimo l’impulso di
girarmi e affondare
nelle sue braccia. Vorrei davvero farlo, giusto per liberare la mente
per un
attimo e sentirmi di nuovo bene.
So
che vuole
dirmi qualcosa ma glielo impedisco, continuando il mio discorso,
dandogli
sempre le spalle.
<<
Non
posso perché tu vuoi qualcosa che io non posso darti
>> ammetto, e non
immagina quanto mi costa ammetterlo.
Io,
che non
mi espongo mai, che non mi affeziono mai alle persone, che manifesto le
mie
emozioni solo con la mia famiglia, sto per ammettere quanto questo
stregone mi
sia entrato dentro.
Mi
prende
per un braccio e mi gira. Nei suoi occhi leggo una rabbia mai vista in
lui.
Capisco tutta la sua ira ma mi impedisco, ancora, di guardarlo negli
occhi. Ho
fatto una cavolata, lo so. Ma non posso più tornare
indietro. Lui vuole davvero
qualcosa che io non posso dargli.
<<
Dimmi, Alexander, cosa vorrei di così tanto difficile da
ottenere utilizzando
la magia? >>
Non
capisce.
Lui, il sommo stregone di Brooklyn, non riesce a capire la cosa
più ovvia.
Abbasso
gli
occhi, nonostante tutto sono in imbarazzo ad ammetterlo.
<<
Me,
tu vuoi me e io non posso darti quello che vuoi >>
Anche
se non
lo sto guardando direttamente, con la coda dell’occhio lo
vedo sussultare.
<<
Alexander >> mi dice, mentre con una mano cerca di
sollevarmi il mento.
Vorrei
dirgli di smetterla di chiamarmi così, che non posso
rimanere ancorato alla mia
posizione se lui pronuncia il mio nome come se fosse la parola
più bella del
mondo. Mi allontano, il suo profumo è troppo forte per
riuscire a concentrarmi.
<<
Non
posso Magnus, mi dispiace. >>
<<
So
perché non puoi, non credere che non l'abbia capito
>>
Lo
guardo,
aspettando che continui. Non può realmente saperlo, non
può capire come sia
stato vivere la mia vita.
<<
Magnus io sono uno Shadowhunter, un soldato. Sono stato addestrato a
non
provare certe emozioni. Sono stato cresciuto per combattere e fin da
piccolo mi
sono trovato bene a nascondermi nel’ombra di Jace. Lui non
prova emozioni, lui
non ha paura e mi è sempre andato bene così.
>>
Magnus
mi
guarda, forse aspetta di sentire il resto, ma non gli dirò
più niente. Mi sono
già esposto troppo.
<<
Lascia stare, torno all’Istituto. Se hai davvero bisogno la
prossima volta
chiamami >>
Magnus
mi
prende la mano bloccandomi. Non faccio in tempo a dirgli di lasciarmi
che mi
ritrovo le sue labbra sulle mie. Dovrei allontanarmi, ma non voglio.
Le
sue
labbra sono morbide contro le mie, le suo mani ingioiellate sono nei
miei
capelli. I ricordi del matrimonio mi assalgono, e il mio cuore batte
esattamente come quel giorno. Non resisto più e lo stringo a
me.
<<
Non
ci voleva poi molto per farti sciogliere >> mi dice non
appena si stacca
da me.
<<
Non
posso lo stesso Magnus, quello che provo per te mi rende vulnerabile. E
con
tutto quello che sta succedendo non posso permetterlo>>
<<
Hai
ammesso di provare qualcosa per me. Per adesso mi basta >>
Non
posso
fare a meno di sorridere. Magnus mi manda fuori di testa ed
è proprio questo
che mi piace di lui.
Guardo
di
nuovo quello che ha preparato per me e decido che per una sera posso
essere
semplicemente Alec.
Niente
Shadowhunter
e niente stregoni, solo Alec e Magnus.
<<
Allora cos’hai preparato di buono? >>
Il
sorriso
che mi rivolgere mi fa battere il cuore all’impazzata.
Mi
prende
per mano e mi conduce alla coperta.
<<
Dimmi quello che vuoi e te lo farò avere >> mi
dice agitando di nuovo le
sue lunga dita, sprigionando scintille blu.
Lo
bacio di
nuovo e come la prima volta lo sento sorprendersi prima di lasciarsi
andare.
Sì,
per una
sera possiamo essere semplicemente due ragazzi ad un primo apputamento.
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