junjou
Junjou
Romance
Capitolo 1
Si svegliò di buon ora come ogni mattina, mettere in ordine la casa
e fare la colazione erano la prima priorità. Sapeva che Akihiko era stato
sveglio fino a tardi, aveva fatto caso a quando si era coricato al suo fianco,
erano appena scoccate le quattro del mattino. Misaki avrebbe fatto tutto in
silenzio per evitare di svegliare il suo strano padrone di casa e sarebbe uscito
per andare all’università come ogni mattina. Oramai le giornate sembravano
essere divenute tutte identiche, non che la routine fosse noiosa, ma non c’erano
più state per Misaki quelle scene imbarazzanti di dover incontrare i parenti di
Akihiko, come era capitato per qualche periodo. Il padre di Usagi-san aveva
accettato la loro relazione, forse era una cosa temporanea, ma non poteva
lamentarsi di nulla, quando sarebbe tornato all’attacco gli avrebbe risposto per
le rime. Aruhiko non era più un problema, preso dal suo lavoro e dalla
coronazione del suo sogno di fare l’architetto. Ogni tanto arrivava a casa
qualche strano pacchetto con dei souvenir da parte sua, ma la cosa buona era che
erano indirizzati non più esclusivamente a Misaki, ma anche ad Akihiko e la cosa
gli faceva piacere.
Quella mattina aveva lezione con il “diavolo Kamijo”, quindi per
tutto il tragitto, che raramente riusciva a fare da solo, rimase concentrato
sulla lezione che avrebbe dovuto seguire molto attentamente. Quell’uomo, secondo
Misaki, era veramente molto strano, ma quelle rarissime volte che gli era
capitato di parlarci a lezione non gli era sembrato poi così severo come
appariva agli altri, anche se non poteva negare di essersi preso qualche
gessetto in testa da lui. Aveva sentito moltissime voci sul suo conto, una poi
era la più curiosa e raccontava di un litigio avvenuto tra Kamijo-sensei e un
ragazzo alto nei corridoi dell’università. La voce girava da molto, ma essendo
passata di bocca in bocca non sapeva quanto fosse credibile, anche se era uno
dei pettegolezzi più gettonati, in quanto quel giovane sembrava si fosse fatto
vedere altre volte all’università. Era curioso, più di una volta gli era passato
per la mente che poteva esserci una qualche relazione amorosa tra il suo
insegnate e quel giovane senza nome, ma subito si ricredeva, infondo le
possibilità erano così basse e lui doveva smetterla di ragionare come se le
relazioni tra due uomini fossero nella norma. Tra lui e Akihiko era diverso, lo
aveva accettato lentamente e la loro storia era di reciproca dipendenza, il solo
pensare di non poter vivere con Usagi-san lo faceva
tremare.
Come previsto, quella mattina Kamijo-sensei era più scorbutico del
solito, in trenta minuti di lezione lo aveva centrato con il gessetto ben tre
volte. I buoni propositi di rimanere concentrato erano svaniti quasi subito e
ora la fronte gli doleva, ma se lo era meritato. Quella mattina poi era da solo,
Sumi-senpai era malato da qualche giorno e lui si sentiva perso senza nessuno
con cui conversare un po’. Aveva dimenticato di proposito quella strana scena a
cui aveva assistito a casa del suo senpai, non voleva rovinare un’amicizia e ora
che aveva confessato i suo sentimenti ad Akihiko non doveva temerlo, quindi per
lui era tutto superato e ormai cancellato. La novità arrivò a fine lezione,
stava per prendere le sue cose quando Kamijo-sensei fermò tutti gli studenti per
qualche secondo.
- Chi di voi è Takahashi Misaki?- Sentirsi chiamare lo lasciò per
qualche secondo sconcertato, alzò timidamente il braccio facendo segno
all’insegnate di rivolgersi a lui. – Bene, ho bisogno di parlare con lei, può
seguirmi nel mio ufficio?-
- Ehm, certo!- Misaki scese di fretta la gradinata fino alla
scrivania, aveva le guance rosse di vergogna, tutti i suoi compagni lo
guardarono come se fosse un alieno, un po’ la stessa sensazione che aveva
provato la prima volta che Usagi-san lo aveva accompagnato all’università con la
sua macchina “rossa sportiva”. Seguì Kamijo senza dire una parola, tenendo gli
occhi bassi come se fosse colpevole di qualcosa. Al contrario il suo insegnate
sembrava molto tranquillo, camminava reggendo con la mano destra un libro e
appoggiandolo di tanto in tanto sulla spalla. Lo fece entrare nel suo studio,
quella era la prima volta che lo vedeva. I libri erano sparsi dappertutto, le
due scrivanie erano nascoste da fogli e documenti vecchissimi e da un pila di
sigarette spente in un posacenere.
- Scusa il caos, ma il professor Miyagi è incapace di mettere i
libri in ordine e quando lo faccio io ci impiego una giornata intera.- Kamijo
sembrava essere diventato più docile e gentile, come se avesse smesso in pochi
secondi la veste di insegnate. Spostò qualche pila di libri per permettere a
Misaki di sedere su un divanetto verde. – Bene.. dove cavolo lo avrà infilato
adesso…- Iniziò a smistare dappertutto alla ricerca di qualcosa lasciando il
giovane studente completamente basito e senza
parole.
- Ecco… se posso chiedere… ho fatto qualcosa di sbagliato? Mi
dispiace se oggi non sono stato molto attento alla sua
lezione…-
- Come?- Kamijo si voltò velocemente, sbattendo la testa su una
mensola e mandando maledizioni al professor Miyagi in tutte le lingue del mondo.
– Ah, no… questo non c’entra niente… scusami.- Tirò via un’altra pila di fogli
ammucchiati da una parte sollevando un polverone fastidioso che fece lacrimare
gli occhi di entrambi. – Akihiko mi ha chiesto dei documenti per un suo nuovo
libro, quando mi ha chiamato gli ho detto che glieli avrei portati io se proprio
non poteva uscire di casa, invece lui mi ha detto di consegnarli a te, per
questo ti ho chiamato.-
- Aki…hiko? Usagi-san?- sentirlo chiamare per nome da un uomo che
di norma non dovrebbe neanche conoscerlo o comunque solo di fama lo infastidì
non poco, perché Kamijo-sensei si prendeva tutte queste confidenze con il suo
Usagi-san?
- Come al solito sarà in ritardo con qualche scadenza e ora starà
lavorando come un pazzo fino a tardi… mi dispiace che infili un ragazzo come te
nei suoi casini, per caso lavori nella sua casa
editrice?-
- Si, lavoro li part-time alle dipendenze di Aikawa-san la sua
redattrice, ma Usagi-san non mi aveva detto nulla di questi
documenti.-
- Se ne sarà dimenticato come suo solito… Akihiko è fatto così,
meglio non indagare troppo nel suo stile di vita assurdo, ma alla fine riesce
sempre in quello che fa e questa è una dote invidiabile… eccoli!- Kamijo tirò
fuori a forza un pacco di libri e ricadde all’indietro battendo il fondoschiena
sul pavimento e lamentandosi. – Ma perché qui dentro deve essere tutto così
disordinato.- Si tirò su togliendo la polvere dal pacco e controllando il
materiale all’interno con molta attenzione. Ancora una volta Misaki rimase in
silenzio. Era come se Kamijo-sensei conoscesse Usagi-san da tantissimo tempo,
non era insolito sentir dire da qualcuno che Usami Akihiko era una persona
strana, ma le parole di Kamijo erano completamente diverse da quelle che era
abituato a sentire. – Qui c’è tutto quello che mi ha chiesto Akihiko, se dovesse
mancare qualcosa che me lo faccia sapere… digli però che li rivoglio indietro e
lui sa perché!- Glieli consegnò e lo congedò senza dire molto, troppo impegnato
a guardarsi intorno nella speranza di trovare un punto da dove iniziare a
riordinare, poi se ne ricordò appena in tempo. –
Takahashi-kun!-
Misaki si voltò di nuovo, Kamijo-sensei lo stava studiando
attentamente, si sentì come se lo stesse passando ai raggi x, come se potesse
leggere ogni cosa celata nella mente con uno solo sguardo dei suoi occhi castani
e profondi. Lo ammetteva era davvero un bell’uomo e non aveva affatto l’aspetto
di un insegnate, forse per questo aveva assunto quell’atteggiamento severo con i
suoi allievi.
- Per caso conosci una persona che si chiama
Takahiro?-
- Nii-chan? Conosce mio fratello?-
- Ehmm… non personalmente, diciamo solo di fama… Salutami Akihiko.-
Kamijo lo congedò di nuovo senza permettergli di chiedere altro. Misaki strinse
a se il pacco come se fosse l’unica ancora a cui aggrapparsi in quel momento.
Ormai che Kamijo-sensei conoscesse Usagi-san era scontato, ma non potè fare a
meno di chiedersi come mai Usami non gli avesse mai detto nulla su di lui,
nonostante Misaki gli avesse parlato di Kamijo moltissime volte. Che male c’era
a dire semplicemente: io conosco Kamijo… siamo amici… o che altro? Se poi lui lo
chiamava per nome così facilmente, non vedeva il motivo per tenerlo nascosto
così a lungo. In quel momento si chiese se anche Usagi-san chiamasse per nome
Kamijo, non che ci fosse qualcosa di male, ma stava semplicemente a significare
che non erano semplici conoscenti.
Continua...
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Salve a tutti, oggi vi porto il primo capitolo di questa ff su
Junjou Romantica, spero vi abbia incuriosito.
Tratterà tutte le coppie e mi piacerebbe soffermarvi su tutti
i punti che nell'anime sono stati lasciati in sospeso... in questo
primo
capitolo gia si intuisce dove voglio andare a parare... se vi
è piaciuta almeno un pò spero che continuerete a
seguirmi.
Al prossimo aggiornamente
Yuichan
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