Nel dialogo
socratico Fedro, opera di Platone,
si
tramanda una leggenda secondo cui le cicale sarebbero emissari divini:
innocue
bestioline all’apparenza, con il compito di scoprire e
riferire alle Muse chi
tra gli uomini mortali più le onorasse [1]. E forse
ciò corrispondeva a verità,
nell’antica Grecia politeista. Quanto avviene
nell’epoca odierna, invece, è
molto diverso. Ed il grillo Jongin ne è perfettamente
consapevole.
La sua vita
da ortottero [2] non sarebbe
nemmeno disprezzabile, se non fosse per un
gruppetto di cicale determinato a fargli perdere la pazienza. Chanyeol,
Baekhyun, Jongdae e Sehun: questi i loro nomi. Esserini senza alcuno
scopo
nella vita eccetto quello di cicaleggiare tutto il dì -a
volte anche dopo il
tramonto- ed esprimere opinioni non richieste ad un volume eccessivo,
guastando
così le ore di sonno che il povero Jongin, terminato il
proprio frinire
notturno, vorrebbe trascorrere riposando. Parola chiave: vorrebbe, al
condizionale. Poiché di fatto, per quanto lo desideri, non
gli è possibile. Quelle
stramaledettissime cicale lo tengono sveglio con il loro
chiacchiericcio
incessante, ancorate comodamente al tronco del pino marittimo sotto cui
il
grillo è solito ripararsi.
La soluzione
più ovvia sarebbe cambiare albero. Jongin però
non contempla neppure per
sbaglio un simile atto di codardia. Non è certo lui il
disturbatore della
quiete pubblica. Non cederà, semplicemente. Inoltre ha dalla
sua parte Kyungsoo
e Joonmyun, due operose formiche il cui formicaio dista solo pochi
balzi. In un
modo o nell’altro, Jongin riuscirà a cacciare via
le quattro intruse.
“Quel
granello mi sembra troppo grande da portare, considerate le vostre
dimensioni”.
“E’
ammirevole l’impegno che ci mettete, ma forse dovreste
chiedere aiuto alle
vostre colleghe”.
“Ma
poi,
dico io, che fretta c’è? L’autunno
è ancora lontano!”
Chanyeol,
Jongdae e Baekhyun proprio non ce la fanno a evitare di impicciarsi
degli
affari altrui. Sicché, simili ai pensionati umani che
studiano i cantieri
stradali e ne criticano l’operato, viene loro spontaneo
offrire consigli non
voluti. Joonmyun e Kyungsoo interrompono l’operazione di
trasporto di un chicco
di riso.
“Chi
ha
tempo non aspetti tempo” replica Joonmyun, e agita le zampine
con enfasi per
ribadire il concetto. “Dovreste pensarci anche voi,
sapete” tenta di esortare
le cicale, sempre affabile e immune alle punzecchiature. (Jongin si
sbagliava:
può contare solo su Kyungsoo.)
“Sì,
certo”
sbuffa Baekhyun, trasudando sufficienza.
“La
Fontaine
[3]
non vi ha insegnato nulla sulla nostra indole?”
rincarò la dose Jongdae.
“Non
li
trovate carini, così microscopici e zelanti?”
chioccia Chanyeol rivolto ai suoi
compari.
“Microscopico
sarà il tuo cervello” sbotta Kyungsoo, bellicoso.
“Scendi dall’albero, se ne
hai il coraggio, e vediamo chi dei due farà il culo
all’altro”.
Jongin, che
ufficialmente sta sonnecchiando all’ombra dei fili
d’erba, esulta
interiormente. Prendi e porta a casa,
bestiaccia di stocazzo. Cullato dalle sonore proteste delle
cicale,
risentite da una tale acredine, il grillo ottiene finalmente il sonno
tanto
agognato. Ignora, però, di essere nel mirino di qualcuno.
Quel
qualcuno, per la precisione, è Sehun. Si dà il
caso, infatti, che la meno
rumorosa tra le quattro cicadidi [4] lo tenga
d’occhio da un po’. Senza usare superflui giri
di parole, Sehun ha una cotta stratosferica per Jongin. Prima di lui ha
avuto
soltanto un brevissimo flirt con Zitao, una cavalletta alquanto sexy e
atletica
che adesso frequenta Jongdae. Poi c’è stato
Yixing, una coccinella
probabilmente troppo espansiva, ma la loro è rimasta una
casta amicizia.
Jongin, invece, lo attrae come nessun altro insetto dotato di ali
è mai
riuscito. Le sue antenne, gli occhi profondi e vivaci, il corpo sottile
e
tonico di un magnifico verde screziato di grigio, il soave canto che
gli
concilia il sonno: Sehun ama tutto di quel grillo, e sovente compone
haiku di
dubbia qualità in onore del suo bello. Il problema,
però, è che sino ad ora non
ha ancora avuto l’ardire di recitarne mezzo al cospetto del
destinatario. E’
afflitto da una timidezza castrante, e la spiccata avversione che
Jongin
manifesta nei confronti delle cicale di certo non aiuta.
A turbare le
sacrosante ore di riposo di Jongin, una volta tanto, non è
il cicaleccio
prodotto dalle sue acerrime rivali, bensì un richiamo
decisamente più
inquietante. E sgradevole. (Ebbene sì.)
“Minseoooook”
invoca la lumaca Lu Han, con voce priva di emozioni come quella di chi
ha
subito un lavaggio del cervello. “Minseooook”
ripete, incurante della scia di
bava che lascia dietro di sé.
L’oggetto
del desiderio è un esemplare verde brillante di mantide
religiosa. E’ l’unico
maschio della sua specie in grado di emulare e mettere in pratica la
procedura
omicida delle femmine: seduce i suoi simili, ci si accoppia e
infine ne
divora la testa. Lu Han, scellerata chiocciola ermafrodita, trova tutto
ciò
molto eccitante. Non passa giorno che non veda l’ostinata
arionide [5] strisciare
e sbavare dietro alla mantide, cercando (sperando) di raggiungerla,
prima o
poi. Che Minseok, dal canto suo, si mostri indifferente alla cosa non
fa che
stimolare Lu Han ad impegnarsi con maggior fervore.
Sehun, sotto
sotto, avverte una forte affinità con la lumaca. Ai suoi
compagni, al
contrario, la faccenda suscita unicamente disgusto.
“Che
volgarità. Io sono per la massima libertà, eh,
però un minimo di discrezione
sarebbe gradito. Certe cose è meglio confinarle nel
privato” commenta infatti,
schifato, Baekhyun.
Jongdae
è
intento a tubare con Zitao e non interviene. Chanyeol, invece, non
esita ad
esprimere il proprio pensiero al riguardo. “Detesto le
mantidi religiose, mi
terrorizzano. Vuoi mettere la leggiadria di una farfalla, la
sinuosità di un
bruco?”
“Yeol,
ti
prego” Baekhyun sbatte le ali, stizzito. “Toglitelo
dalla testa, dammi retta.
Un tipo del genere è meglio perderlo che trovarlo”.
Si riferisce
ad Yifan, un bruco per cui Chanyeol nutre una segreta, e del tutto
ricambiata,
passione. Yifan è a posto, alla mano, persino divertente;
però sono diversi
anni, ormai, che aspetta invano di trasformarsi in una bellissima
farfalla.
Tuttavia non è mai arrivato allo stadio di crisalide, il suo
sviluppo è
bloccato. Baekhyun considera quel ritardo inspiegabile alla stregua di
un’anomalia genetica da cui è bene tenersi alla
larga.
“Ma
è così
adorabile” sospira. “E ha delle curve da
infarto”.
“Se lo
dici
tu, Yeol. Io mi limito a tener conto della realtà, ovvero
che in lui c’è
qualcosa di sbagliato. E se i vostri figli dovessero somigliare a lui?
Mettereste al mondo bruchi frustrati o cicale difettose,
ecco”.
“Baek,
apparteniamo a specie diverse. Non è possibile per noi avere
dei cuccioli, lo
sai anche tu” scoppia a ridere l’amico.
“Non
mettere
limiti alla provvidenza. Jongdae mi ha confidato che lui e Zitao ci
stanno
provando”.
“Scherzi?”
chiosa Sehun, d’un tratto loquace.
“Credo
di aver
capito male” si acciglia Chanyeol.
“No
no, è
esattamente come ho detto. Se tutto va bene, tra qualche mese
diventeremo zii!”
esclama Baekhyun, raggiante.
La notizia
sconvolge Sehun, ma al tempo stesso ha il potere di restituirgli la
speranza.
Se una cavalletta e una cicala possono pensare di riprodursi, lui
può
approcciare il grillo che gli ha rubato il cuore e, perché
no, farlo suo.
Giunto
infine il grande giorno in cui la prode cicala decide di tirare fuori
le palle
(metaforiche), i suoi compagni lo osservano scalare il tronco
dell’albero
sventolando altrettanti metaforici fazzoletti e tifando per il piccolo
di casa.
Jongin lo
vede arrivare e immediatamente dirigersi verso di lui con sospetto.
Teme che
l’altro abbia escogitato un nuovo metodo di tortura
psicologica e/o cacofonica.
Indescrivibile è la sua sorpresa quando, invece del solito
cicaleccio
assordante, lo sente intonare una poesia
–all’incirca.
“Ehy,
sono
Sehun
Sei bello
più del sole
Orsù
bombiamo [6]”.
Segue un
intero minuto pregno di silenzio. Sehun attende trepidante il responso,
ricambiando l’imperscrutabile sguardo con cui il grillo lo
sta fissando.
Finché…
“Shakespeare
si sarà rivoltato nella tomba”.
La cicala
incassa il colpo. Sembra proprio che dovrà rivedere il suo
piano di conquista, ma
non importa. Piano piano, un passo alla volta, Jongin sarà
suo.
E’
solo una
questione di tempo. (Magari prima che arrivi l’autunno.)
[1] Cito
direttamente dal Fedro:
“Si dice che un tempo le cicale erano uomini, di quelli
vissuti prima che nascessero le Muse; quando poi comparvero le Muse e
nacque il
canto, alcuni di loro restarono così colpiti dal piacere che
cantando non si
curarono più di cibo e bevanda e senza accorgersene
morirono. Da loro in
seguito ebbe origine la stirpe delle cicale, che ricevette dalle Muse
questo
dono, di non aver bisogno di nutrimento fin dalla nascita, ma di
cominciare
subito a cantare senza cibo né bevanda fino alla morte, e di
andare quindi
dalle Muse chi tra gli uomini quaggiù le onora, e quale di
esse onora”.
[2] Famiglia di
insetti a cui appartiene il grillo.
[3] Riferimento
alla celeberrima favola La cicala e la formica.
[4] Famiglia di
insetti di cui le cicale fanno parte.
[5] Famiglia di
molluschi comprendente anche le lumache.
[6] Un haiku
è generalmente composto da tre versi
rispettivamente di cinque, sette e cinque sillabe –o more che
dir si voglia.
Tutto
ciò
nasce dal mio atavico non amore per le cicale. Potrei essermi lasciata
prendere
un po’ la mano.
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