Capitolo Primo
OLTRE LE APPARENZE
1° settembre,
2017
Hogwarts Express
Albus e Rose
entrarono nel primo scompartimento vuoto che trovarono. Nonostante
James e i suoi amici li avevano invitati a restare insieme a loro,
avevano deciso di andare da un'altra parte. Albus era sicuro che si
sarebbero messi a scommettere su quale casa lui e sua cugina
avrebbero passato quei sette anni di Hogwarts, e proprio non gli
andava di ascoltare, i suoi nervi non avrebbero retto. Il fratello
era sicuro che sarebbe finito tra i Serpeverde. Rose, dal suo canto,
voleva starsene in santa pace a leggere “Storia della Magia”,
il libro che era appartenuto alla madre fino a qualche mese fa. Così
avevano cominciato a girare per il treno, e alla fine, dopo vari
sbuffi, erano riusciti a trovare posto.
<< Rose,
vuoi seriamente leggere quel libro? >> brontolò Albus.
Seriamente, non capiva come la cugina avesse voglia di leggere quel
mattone. Questi fece una
smorfia, staccando gli occhi dal libro-miracolo!-
per posarli su Al, che la guardava infastidito.
<<
Mi mancano solo un centinaio di pagine, Al. Vorrei solo essere
preparata per quando sarò ad Hogwarts, chiedo troppo? >>
Si, pensò
Al, chiedi troppo, ma
non provò nemmeno a dirlo a Rose, che se lo avesse sentito lo
avrebbe sicuramente affatturato-la ragazzina sapeva già alcune
formule e sicuramente non avrebbe tardato ad usarle.
<<
Rosie, è tutto il giorno che stai attaccata a quel libro, non
pensi di sapere già abbastanza? Sai, ad Hogwarts, esistono i
professori, che sono quelle persone che ti insegnano >>
rispose, sarcastico, facendo sbuffare la cugina, che provava a non
sorridere, con pessimi risultati. Il cugino se ne accorse, e ghignò.
Appoggiò la testa allo schienale, mentre il sorriso scompariva
man mano che la distanza tra lui e la scuola si accorciava.
Nonostante le parole del padre, aveva ancora paura. In primo momento
il fatto che Severus Piton, da cui aveva preso il secondo nome che
non usava mai-che razza di nome era “Severus”!?-fosse
stato una delle persone più coraggiose esistenti, Serpeverde,
lo aveva rincuorato un po', ma poi l'ansia aveva ripreso a salire.
E se fosse
proprio questo a mandarmi tra i Serpeverde? Se fosse il fatto che
porto il nome di uno di loro?
Albus
non voleva andare tra le serpi, era sicuro. Non era da lui avere
pregiudizi, ma il fratello maggiore, James, gli aveva parlato così
male di loro, che i peggiori maghi erano usciti da lì, e
continuato a dire che sarebbe diventato un Serpeverde fino al punto
che Albus temeva di essere smistato lì.
Non c'è
da aver paura, continuava a
dirsi. Io non ho le qualità giuste per diventare un
Serpeverde.
<<
Al? Ehi, Al, mi ascolti? Poi non venirmi a dire che sono io quella
taciturna! >>
La
cugina lo riscosse dai propri pensieri. Rose gli aveva probabilmente
detto qualcosa che lui non aveva ascoltato.
<<
Tu, taciturna? >> la schernì il figlio dei Potter, <<
Ma se non stai mai zitta! >>
Rose
era diventata rossa come un peperone, ed Al scoppiò a ridere.
Era davvero buffa quando si arrabbiava, anche se pericolosa.
<<
Attento Albus, o questa è la volta buona che le prendi >>
lo minacciò Rose, che però sorrise, per poi lasciarsi
andare ad una risata, la faccia che tornava del colore originale e le
parole appena dette nulle.
Dopo
un po', il silenzio scese di nuovo tra i due. Rose aveva ripreso in
mano il libro-non che lo avesse mai lasciato-e si era immersa nella
lettura, le pagine che scorrevano veloci. Come faceva a leggere tanto
in fretta e a capire sempre tutto, Albus non lo sapeva.
Una
decina di minuti più tardi, in cui Al rischiava di crollare a
dormire, da fuori giunse ai due cugini un rumore forte. Piano, il
treno rallentò la corsa, fino a fermarsi definitivamente. Al e
Rose si guardarono.
<<
Non possiamo essere già arrivati >> disse Albus,
agitandosi sul suo posto, come a doversi trattenere di alzarsi e
andare a controllare. Cosa che fece comunque, seguito dalla cugina.
Incuriosito e leggermente spaventato, aprì la porta dello
scompartimento e mise la testa fuori. Non era stato l'unico, anche
molti altri ragazzi erano usciti a vedere cosa stava succedendo. Un
prefetto passò proprio in quel momento davanti a loro, e con
voce sbrigativa disse << Forza, che state facendo? Rientrate
subito dentro! Non sta succedendo niente di grave, restate nei vostri
scompartimenti, per favore! >> Li spinse di nuovo dentro.
<<
Forza, tutti dentro! Voi due, che ci fate qui fuori?! Mi sentite
quando parlo? Entrate qui e non uscite! >> e altri due ragazzi
finirono con loro, con l'aria spaesata e leggermente indignata di chi
era stato trattato ingiustamente.
<<
Ehi! >> urlò il ragazzo, prima di rialzarsi e aiutare il
compagno-la, compagna-a mettersi in piedi.
<<
Andrea, tutto bene? >> chiese alla ragazza, che sorrise
leggermente.
<<
Si, non preoccuparti. Mammina >> lo prese in giro, poi si
accorse di loro. Toccò la spalla del tipo, che si voltò
a sua volta.
<<
Oh >> disse il biondino platinato. La ragazza, Andrea, sorrise.
<<
Ciao! Scusate l'in-ehm, l'inconveniente. È stata tutta
colpa di Marcus, che ci ha spinti qui dentro. A proposito, io mi
chiamo Andrea, Andrea Malfoy. Voi chi siete, invece? Primo anno,
immagino. Io sono già al secondo, e dato che non vi ho visti
l'anno precedente e avete l'aria di chi sta per andare al patibolo ho
pensato->> sputò fuori velocemente, le parole che si
accavallavano une sulle altre. Subito dopo si morse la lingua, così
come Al.
Malfoy.
Che diceva sempre lo zio Ron sui Malfoy? “Esseri da cui è
meglio stare alla larga. Da loro, e da quei capelli platinati!”
eppure, la ragazza aveva capelli corti capelli neri, spettinati dalla
caduta, e non possedeva affatto il cipiglio acido. Preso dai suoi
pensieri, non si accorse che Rose aveva intanto attaccato bottone con
Andrea. Spostò lo sguardo sul ragazzo, che lo fissava a sua
volta. Lui sì che aveva capelli di un biondo chiarissimo, ed
occhi argentei. In leggero imbarazzo, si sedette, senza però
distoglierò lo sguardo.
Deglutì.
<<
Mi chiamo Al, piacere >> si presentò, usando il
diminutivo con cui tutti lo chiamavano.
Andrea
si voltò a guardarlo, con quei suoi occhi azzurri e vivaci.
<<
Piacere mio. Io sono Andrea, ve l'ho detto prima >> disse, in
meno di un nano secondo. Eppure il suo sorriso era contagioso, e Al
si chiese come era possibile che quella ragazza fosse una Malfoy.
Forse
zio Ron sbaglia, pensò. Forse non tutti i Malfoy sono come lui
dice.
Lanciò
uno sguardo al biondino.
<<
Come ti chiami? >> chiese, cercando di essere gentile e
sforzandosi di non fissarlo per la curiosità. Il biondo non
rispose, limitandosi a passare lo sguardo tra lui e sua cugina, che
aveva smesso di parlare con Andrea.
<<
Al non è il tuo nome completo, vero? >> disse invece.
Albus
ribatté veloce << Non sai che non si risponde ad una
domanda con un'altra domanda? >>
Malfoy
ghignò leggermente. << Tu lo hai appena fatto >>
disse. Poi, il ghigno gli scivolò via dalla faccia, lasciando
il posto a qualcosa che somigliava più ad un sorriso.
<<
Scorpius. Il cognome lo avrai già capito, immagino>>
disse.
Così
il Malfoy si chiamava Scorpius. Sospirò.
<<
Mi chiamo Albus Severus Potter. >>
<<
Io sono Rose Weasley, invece >> si limitò a dire,
gettando solo una veloce occhiata a Malfoy, per poi tornare a
chiacchierare come se niente fosse con Andrea.
Tra
i due ragazzi regnò ancora per un po' un silenzio
imbarazzante, finché Albus fece una scelta. Andrea sembrava
simpatica, quindi, perché non dare una possibilità a
Malfoy?
<<
Primo anno anche per te? >> chiese, cercando un argomento di
conversazione il più velocemente possibile. Il ragazzo alzò
lo sguardo dal pavimento, sorpreso.
<<
Dici a me, Potter? >> Sussultò. Il tono con cui lo aveva
pronunciato quel Malfoy non gli piacque per niente.
<<
Si, a te, Malfoy. O forse sei sordo? In tal caso, credo che al San
Mungo ci sia una cura specializzata >> disse piccato,
attirando-di nuovo-l'attenzione delle ragazze.
Subito
dopo, Malfoy scoppiò a ridere, sorprendendolo. Con chi diavolo
aveva a che fare? Perché ora rideva? Al guardò strano
il biondino, che cercava di riprendere fiato. Gli angoli della bocca
si alzarono istintivamente, e tempo qualche secondo ed anche lui ora
rideva.
Rose
ed Andrea si girarono a guardarli, prima di ritornare a chiacchierare
tra di loro dopo aver borbottato un “ragazzi”.
Si
calmarono solo un paio di minuti più tardi, il fianco destro
che faceva male dalle risate.
Albus,
una volta tornato composto, allungò una mano verso Scorpius.
<<
Forse siamo partiti con il piede sbagliato >> disse, <<
Che ne dici se entrambi sorvoliamo sui nostri cognomi? >>
Scorpius guardò prima la mano, poi il volto serio dell'altro,
e di nuovo l'arto.
Sorprendendo
di nuovo Albus, prese la mano e la strinse. Un brivido lo attraversò.
A
quel punto, il treno ripartì, e il Prefetto Marcus-che fino a
poco fa continuava ad urlare ordini-si zittì.
Forse
Serpeverde non sarebbe stato così male.
Angolo
di quella pazza della scrittrice
Ciao,
popolo di EFP! Dopo secoli torno a pubblicare in questo fandom,
impegnandomi in un progetto a lungo termine-molto lungo. Ho sempre
amato la nuova generazione e sempre sognato di scriverci. Ho tutta la
storia già in testa, che aspetta solo di essere scritta. Solo
che non sono molto brava con gli inizi quindi ho paura. Non è
la mia prima long, ma è la prima che voglio portare a termine.
Non so con quanto preavviso posterò. Possono passare mesi come
settimane come giorni, dipende tutto dall'ispirazione e la pigrizia.
Preferisco non aggiornare che invece pubblicare una stupidaggine.
Questa
storia era nata per essere una crossover, ma purtroppo, ora come ora,
non sono in grado di gestirla. Quindi (almeno per ora) sarà
incentrata su questo fandom.
Spero
che questo capitolo vi piaccia-sono mesi che ci litigo, e alla fine
ho deciso di lasciarlo così com'era stato partorito
all'inizio, sistemando solo qualcosina.
Beh,
detto tutto. Sappiate solo una cosa: faccio schifo con gli incontri,
quindi perdonatemi, davvero.
Lasciate
una recensione, vi va?
Vi
saluto!
Daughter_
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