Frase
scelta: #
4: “E le altre dolenti note che ora sembrano dolenti
smetteranno di
esserlo...”
Credit(s): La citazione iniziale appartiene a William
Shakespeare, mentre
le successive interpretazioni sono mie. I personaggi appartengono a
Masahi
Kishimoto e non sono stati utilizzati a scopo di lucro; la storia
è frutto di
mio genio e ne detengo i diritti
Dedicata
a Saeko no Danna.
Perché,
cara,
hai evidentemente vinto tu. Non che io mi arrenda, anzi: ci
incontreremo su
qualche altro fandom o in originale, spero... Saechan ^O^! XDXD
Complimenti
per
la posizione, complimenti per il tuo modo di scrivere in generale.
Me
ti vuole
bene (LL) *Colonna sonora da film rosa cerca di cominciare, interrotta
da
sguardo furente di Uchi*
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639 parole. ]
›
To decline.
E
le altre dolenti note che ora sembrano dolenti smetteranno di
esserlo...
(William
Shakespeare)
Non
hai mai pensato alla Luna, se non come spettatrice.
Non
hai mai pensato all’onice, se non come covo delle
tenebre del mondo.
Non
hai mai pensato all’inchiostro, se non come semplice
liquido per fermare inutili concetti.
Ed
ora, piccolo bugiardo?
Ora
che baci una nuova Luna priva d’imperfezioni, ora che
scruti un’onice capace di avvolgerti e tenerti stretto, ora
che annusi un
inchiostro che ti macchia del più dolce dei peccati?
Ora
che hai fra le mani il tesoro bramato per giorni, per
mesi.
Ora
che hai fra le mani quel giovane corpo pallido che
chiede solo d’esser vissuto.
Ora
che hai fra le mani quella piccola aspirante opera
d’arte, occhi liquidi che chiedono d’esplodere.
E
le altre dolenti note che ora sembrano dolenti smetteranno di
esserlo, quando avrò te.
Quella
sorpresa discreta nello sguardo di buio è per te
la più adorabile delle visioni, la più terribile
delle droghe.
Ti
dona una smania strana, anomala, singolare.
Ti
costringe a ritornare ancora, ed ancora, ed ancora.
T’induce
a chiedere di più, di più, di più,
superare il
limite della sopportazione umana, spingersi dove mai nessuno
è arrivato.
Il
fascino del proibito, che provoca risatine isteriche
ogni volta che intravedi una figura nell’ombra.
O
semplice stupidità, desiderio carnale che rende ciechi
e sordi ai richiami, alle esperte riprese.
«
Tu finirai male, Deidara-senpai. »
«
Oh, ma sta zitto, usuratonkachi! »
Forse,
ciò che più ti eccita e ti strazia il cuore
è
l’attesa.
Verrà,
non verrà...
Avrà
un’altra donna...
Cambierà
idea, l’avranno scoperto...
Un
rischio crescente per entrambi, menti fuori
dall’ordinario, patologiche, malate.
Perché,
fra il genio e la follia vi è la distanza di un
successo.
Trionfo
che a voi manca.
«
Sai-kun, dove sei stato? »
«
Ho perlustrato la zona. »
«
Ah... Sicuro? »
Spada
di Damocle su due colli, visi voltati a scambiarsi
un muto sguardo.
L’energia
estrema combatte contro la sua più acerrima
nemica.
L’assenza
di vita. – Non la morte, anzi. La sua mancanza.
–
Sfida
combattuta in segreto, non per vie convenzionali.
Poi,
cosa volete farci: la debolezza dell’uomo è anche
la
sua più grande virtù. Avere i minuti contati e
saperli far scorrere, per inerzia
o con volontà propria.
In
una capanna dove amore ed odio hanno dato vita a
sanguinari amplessi dove manca anche il tempo per respirare, che
già si è fuori
dalla porta, il cuore a mille e la mente ancora avvolta dalla nebbia
dell’orgasmo.
«
Va tutto bene, Deidara-senpai? Che fine hai fatto? »
«
Cazzo te ne frega, sgorbio, mh? »
Circondati
da ipocrisia, narcisismo, fobia, ossessione.
Circondati
da buio e silenzio, in un cantuccio lontano
dall’accecante luce e dal frastuono del mondo.
Chiusi
fra quattro mura di legno marcio, stesi su una
coperta di lana grezza, o un giaccone macchiato di sangue, o sulla nuda
terra.
Unirsi
e lasciarsi, dimenticarsi di sé stessi e del
partner, lasciarsi trascinare dall’istinto, cervello spento.
«
Guardami, ‘tebayo. »
Alza
il viso, gocce di luce che disegnano le forme pulite,
scende per il collo fino a scomparire sulla maglia scura.
La
kitsune lo guarda, silente. Indica poi con un cenno del capo
lo zaino.
«
L’album. »
«
Mh? »
«
Parlami di... quello. »
Guardare
con amarezza a quella Luna che reclama il tuo
tocco, a quell’onice che ti cerca, desiderosa di possederti e
sentirti sua, a
quell’inchiostro che, come una tenda, nasconde lo sguardo di
buio dalle tenebre
del cielo.
Guardare
con amarezza, ricordare di aver lasciato il
pentimento a casa anche questa volta.
Non
salutarsi, rivolgersi a malapena uno sguardo più del
necessario.
Ma,
forse, oggi può essere diverso. Suggellare con un
contatto di labbra privo di malizia lo scadere di quel peccato, una
fine che
non sarà rispettata.
E
le altre dolenti note che ora sembrano dolenti smetteranno di
esserlo, quando te ne sarai andato.
[
639 parole, senza
citazione. ]
~
Writer’s (Death) Note ~
Ma
vai, riesco ancora ad auto-impormi qualcosa XDXD!
Ho
promesso di partecipare ad altri contest, però in questa
fanfic ho messo tutta
la mia voglia di troncare quel che per me è un vero e
proprio innamoramento che
non voglio.
Lasciarsi
trascinare da un insieme di fogli di carta non è da me,
persona piuttosto
realista e coi piedi per terra, ed infatti si è notato dal
fatto che abbia
deciso, prima con reticenza, ora con risolutezza, a lasciar perdere
almeno per
un bel po’ il fandom. Lasciamo che le BM sbolliscano, forse
riuscirò a tornare
XDXDXD.
Spero
sia stata una buona lettura: la relazione segreta di Deidara e Sai
è una cosa
che ho sognato a lungo di poter scrivere, anche se non in questa
situazione
.______.
*
* *
Be’,
non mi aspettavo un’alta posizione, sapevo non sarebbe andata
bene. Ci ho messo
l’anima, evidentemente quel che avevo da scrivere sul fandom
si è esaurito.
Non
incollo il giudizio più che altro perché non
c’ho sbatta XD, però incollo gli
stupendi banner di Hikaru *______*
Grazie
anche solo per aver aperto la pagina, grazie a chi legge e a chi
recensisce. Grazie
a Saeko no Danna,
hachi92,
keli e
meg89
per le recensioni.
Be’,
che aggiungere...
Al
prossimo fandom XD.
See
yah, Girlchan.
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